Reflusso gastroesofageo nei neonatiE’ importante innanzitutto porre una distinzione preliminare tra:

  • reflusso gastroesofageo (RGE): quella condizione, molto comune nei neonati, in cui il contenuto dello stomaco risale nell’esofago, provocando a volte rigurgito o vomito;
  • malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE): il fenomeno diventa più frequente e si accompagna a manifestazioni cliniche quali esofagite (infiammazione dell’esofago), broncospasmo, perdita di peso. In particolare, la perdita di peso è l’elemento discriminante tra malattia da reflusso e reflusso (per perdita di peso non si deve intendere il rallentamento della crescita, che è naturale nei bambini allattati al seno).

Il NICE, l’Istituto Nazionale Inglese per la Salute e l’Eccellenza clinica, rassicura i genitori nel caso di episodi di rigurgito, diffuso nel 40% dei neonati, e consiglia invece di prestare attenzione ai sintomi di malattia da reflusso gastroesofageo, comprendendo a fondo la differenza tra le due condizioni.


Nei neonati il reflusso è frequente e di solito non necessita di particolari trattamenti. E’ un fenomeno che inizia prima dei 2 mesi di età e nel 90% dei casi si esaurisce entro il primo anno di vita.
Se il bambino vomita spesso, ma non vi è perdita di peso:

  • non è utile prescrivere un esame ecografico. Nella maggior parte dei bambini nei primi mesi la valvola dell’esofago non è del tutto formata (ma questo non favorisce il vomito) e quindi si rischia di incorrere in molti falsi positivi;
  • non serve somministrare farmaci;
  • non si deve sospendere l’allattamento al seno (il reflusso non è collegato alla digeribilità del latte materno).

Anche in presenza di pianto inconsolabile, rifiuto del cibo, tendenza ad inarcare la schiena, generalmente non è necessario ricorrere ad approfondimenti diagnostici o a terapie. Nella maggioranza dei casi è sufficiente compiere i regolari controlli dal pediatra curante, che valuterà il naturale andamento della crescita del bambino.
Il reflusso e i rigurgiti frequenti sono un fenomeno normale. A poco a poco, con la crescita del bimbo (che inizierà ad assumere cibi solidi e a trascorrere sempre più tempo in posizione seduta o eretta), i rigurgiti diminuiranno fino a scomparire.


Se da una parte è importante evitare trattamenti non necessari nei bambini sani dall’altra lo è anche prendere sul serio le eventuali manifestazioni più gravi della malattia. E, in quest’ultimo caso, è essenziale porre la diagnosi corretta, perché la MRGE, se non trattata, può causare lesioni esofagee, malnutrizione e avere effetti psicologici negativi sul rapporto del bambino con il cibo.

Reflusso gastroesofageo nei neonati: sintomi significativi

Il Nice, fra i sintomi cui prestare attenzione (come segnale di una complicazione) inserisce:

  • il vomito frequente e forte (il colorito verde o giallo-verde potrebbe indicare la presenza di bile o di tracce di sangue);
  • diarrea cronica;
  • crescita rapida della circonferenza della testa (1 cm. a settimana);
  • distensione addominale, dolore e massa palpabile;
  • fontanella gonfia;
  • mal di testa e peggioramento del vomito mattutini;
  • peggioramento del benessere generale del bambino e incremento del pianto;
  • rifiuto di alimentarsi;
  • persistenza del reflusso dopo il primo anno di vita;
  • conati di vomito o soffocamento;
  • comportamento stressante;
  • crescita rallentata;
  • tosse cronica;
  • raucedine;
  • un episodio di polmonite.

In presenza di questi sintomi è opportuno rivolgersi al pediatra per accertamenti.

I bambini oltre l’anno di vita saranno in grado di riferire una percezione di sapore sgradevole di rigurgito, fastidio o irritazione alla gola, una sensazione di bruciore allo stomaco, dolore in regione retrosternale e al petto. Quando tali sintomi sono frequenti, si configura la condizione da malattia da reflusso e ci si rivolge al pediatra, che eventualmente prescriverà una visita dallo specialista gastroenterologo.

Reflusso gastroesofageo nei neonati: cura

Inizialmente, si possono tentare alcune semplici strategie contro il reflusso:

  • tenere il neonato in piedi dopo i pasti;
  • dividere il pasto in porzioni più piccole e frequenti (per i più grandicelli);
  • evitare grassi, acidi, cioccolato, cibi piccanti;
  • ridurre la quantità di cibo quotidiana se si ritiene sia eccessiva in rapporto al peso del piccolo;
  • usare il latte addensato, oppure, si possono addensare i bocconi di cibo con l’amido di riso, amido di mais, ecc.

Se queste strategie non hanno successo, si potrebbe provare con una terapia di alginato per 1-2 settimane, che se funziona, si può prolungare, interrompendola periodicamente per verificare se il neonato presenta ancora i sintomi.

Reflusso gastroesofageo nei neonati: suggerimenti pratici per la mamma

  • fare qualche seduta dall’osteopata (se il bambino ha avuto un parto traumatico);
  • allattarlo ogni volta che lo richiede. Non bisogna attendere che il bambino pianga per offrirgli il seno: se trascorre un periodo troppo lungo tra una poppata e l’altra, la maggior voracità del bambino favorirà il vomito;
  • non usare ciucci e biberon (offrirgli il seno);
  • almeno per i primi 3 mesi, tenerlo a stretto contatto corporeo: diminuisce lo stress del neonato (lo stress è tra le possibili cause di acidità dello stomaco);
  • preferire la posizione verticale: se il piccolo fa rigurgiti con una certa frequenza, si può provare a tenerlo un po’ di tempo in posizione eretta, almeno fino a quando non fa il ruttino;
  • alcuni neonati che soffrono di reflusso gastroesofageo smettono di mangiare perché lo percepiscono come causa del dolore. In questi casi si possono tentare alcune strategie:
  1. utilizzare le tecniche di spremitura del latte in modo che la calata avvenga prima che il bambino cominci a succhiare;
  2. allattarlo in differenti posizioni o mentre dorme;
  3. eliminare le distrazioni;
  4. camminare mentre si sta allattando;
  5. fargli un bagno caldo o un massaggio delicato;
  6. utilizzare il contatto pelle a pelle;
  • alcuni bambini, invece, vogliono mangiare continuamente perché il latte essendo un naturale antiacido può dare conforto al dolore da reflusso. Riempirsi troppo con il cibo, però, può causare un’esacerbazione dei sintomi del reflusso. In questi casi la soluzione potrebbe venire dall’offrire loro solo un seno per la poppata: il flusso di latte sarà meno copioso e potrà essere di sollievo alla gola infiammata senza riempire troppo lo stomaco.

Nel caso in cui venga diagnosticata la MRGE, si potrà ricorrere ai farmaci (ad esempio gli inibitori di pompa protonica) o, in rari casi, al trattamento chirurgico.

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