Celiachia diagnosiCeliachia diagnosi: la celiachia (l’intolleranza cronica al glutine) necessita di una diagnosi molto accurata, in quanto i sintomi avvertiti sono facilmente confondibili con quelli di altre malattie intestinali. A causa di una valutazione non corretta, si può essere celiaci e non accorgersene. Oggi, per fortuna, esistono test e analisi del sangue sempre più affidabili per il corretto riconoscimento della malattia.

Celiachia diagnosi: principali esami

Il primo esame diagnostico per la celiachia è il semplice prelievo del sangue attraverso il quale vengono ricercati gli anticorpi legati alla patologia: in caso di positività, il medico valuta se eseguire un esame più specifico, la biopsia intestinale. Questo intervento, anche se risulta invasivo, permette di identificare con chiarezza eventuali lesioni tipiche della malattia celiaca. Lo specialista preleva una piccola parte dell’intestino tenue, per poi sottoporla a un esame istologico successivo. La biopsia dovrebbe essere ripetuta due volte: una quando ancora il paziente assumeva glutine, e una dopo almeno un anno di dieta da questo tipo di proteina. Solo in questo modo è possibile valutare le effettive condizioni e le variazioni della mucosa intestinale.

Celiachia diagnosi: gastroscopiaCeliachia diagnosi: gastroscopia

La gastroscopia (per effettuare la biopsia intestinale) si esegue introducendo un sondino, gastroscopio, flessibile e sottile, nella bocca del paziente e lo si fa discendere fino a stomaco e duodeno. La gastroscopia è un esame molto rapido, dura non più di 5-10 minuti.

La gastroscopia si può seguire in modi diversi, sia senza sedazione, che con una sedazione locale (spruzzando un anestetico in bocca per permettere l’introduzione del gastroscopio nella bocca e nella gola del paziente) e iniettando un blando calmante.


Eventualmente si può eseguire anche con anestesia generale -sedazione profonda con respirazione autonoma- addormentando il paziente. La preparazione prevede il digiuno da almeno 5 ore (se l’esame si effettua al mattino, il digiuno deve partire dalla mezzanotte del giorno prima), liquidi inclusi, e basta, non ci sono altre indicazioni specifiche.

Esiste una alternativa a questo esame invasivo, che offre le stesso risultato ma con minore disagio per il paziente: la gastroscopia transansale. In questo caso il sondino viene introdotto dalla narice, evitando la bocca che crea sempre problemi perché induce i conati di vomito.

La preparazione è la stessa della gastroscopia tradizionale, ma durante l’esame il paziente può parlare, respirare in autonomia e persino bere piccoli sorsi d’acqua.

Celiachia diagnosi: novità

Negli ultimi anni, i casi di celiachia sono aumentati, anche se in molti soggetti (tra cui numerosi bambini) non è stato possibile riconoscere la malattia proprio perché lamentavano dei sintomi molto simili ad altre patologie. Cosa ha causato questo fatto in termini pratici? Enormi difficoltà per il paziente, cure inadatte e maggiori costi per la sanità pubblica in caso di ospedalizzazioni. Va da sé che l’esigenza di un nuovo approccio diagnostico alla celiachia sta diventando una priorità mediante la predisposizione di esami ad hoc, in relazione anche all’età del paziente.

Le modalità diagnostiche rimangono comunque invariate nel soggetto adulto; le più grandi novità sono previste per la diagnosi della celiachia nei bambini. L’endoscopia, che rappresenta un esame molto invasivo soprattutto per i piccoli pazienti, verrà bandita per lasciare il posto al solo test del sangue. Il medico, in presenza di specifici sintomi di malassorbimento da glutine, ha il compito di valutare la presenza degli anticorpi responsabili della malattia e di prescrivere una dieta priva di glutine, monitorando il paziente nei mesi successivi.

Nei bimbi con sintomi suggestivi per malattia celiaca, in cui il livello degli anticorpi antitranglutaminasi (anti-TG2) risulti almeno 10 volte superiore il valore normale, in associazione alla positività degli anticorpi antiendomisio (EMA) e in presenza di un test genetico compatibile con la diagnosi stessa, la diagnosi di celiachia è certa a prescindere dalla biopsia duodenale. Vi è infatti evidenza che alti valori di anti-TG2 predicono la presenza di atrofia villare.


Quindi, nei bambini con livelli di anticorpi antitranglutaminasi di 10 volte superiori i valori normali non sarà più necessario fare l’endoscopia.

Recentemente, proprio a supporto della diagnosi, sono stati creati dei test genetici per individuare la presenza dei geni che determinerebbero la celiachia, in quanto è stata riconosciuta come una vera e propria malattia a trasmissione genetica.

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