Quante piante di olivo in un ettaro: gli olivi allevati con il sesto d’impianto classico, 6 metri x 6, prevedono circa 250 piante/ettaro. Queste piante, se ben nutrite e potate leggermente ogni anno, possono garantire in media una resa annuale di 80-90 q/ha di olive.
Il sistema intensivo tradizionale, invece, ha una densità di impianto di circa 300-500 piante/ha (con un sesto di impianto medio di 5mX5m); si avvale di scuotitori da tronco abbinati a teli intercettatori meccanici.
Il sistema superintensivo, infine, con un sesto d’impianto di 4mx1,5m, ha una densità di circa 1200-1600 piante/ettaro.
Quante piante di olivo in un ettaro: un’esperienza
Intervista a Domenico Zinfollino, olivicoltore di Andria (40 ha) (by terraevita.it)
Il corpo centrale dell’azienda Zinfollino è costituito da 31 ettari coltivati a olivi di Coratina. «Gli olivi sono allevati con il sesto classico utilizzato ad Andria, 6 x 6 m o 6 x 7 m, quindi con circa 277 o 238 piante/ettaro. La forma di allevamento è l’altrettanto tradizionale vaso aperto, impalcato a tre-quattro branche a circa un metro dal suolo. Queste piante, se ben nutrite e potate leggermente ogni anno, garantiscono in media una resa annuale di 80-90 q/ha di olive. Un ottimo risultato che a tanti basta, io ho invece voluto percorrere altre strade.
18 anni fa mi fu proposto di coltivare la varietà Fs-17 allevandola a monocono: ho deciso di provarla, mi sembrava abbastanza produttiva, ma diffidavo della forma di allevamento a monocono. Così l’ho impiantata su un ettaro, con sesto di 6 m tra le file e 5 m sulla fila, quindi con 333 piante/ha, che si è rivelato un po’ stretto: va meglio il sesto 6 x 6 m o 6 x 7 m. La forma di allevamento è sempre a vaso aperto impalcato a tre-quattro branche a un metro dal suolo: la resa è ugualmente ottima, in media 80-90 q/ha».
R-Evolution: percorso di crescita interiore
Quante piante di olivo in un ettaro: superintensivo
Un altro olivicoltore si sarebbe seduto ad ammirare i propri olivi, vecchi e nuovi. Invece Zinfollino nel 2011 ha puntato su una nuova scommessa: 8 ha a oliveto superintensivo. «Ho voluto misurarmi con la più moderna, produttiva e conveniente forma di olivicoltura, quella superintensiva. Mi sono detto: visto che la Spagna viene a vendere in Italia olio extravergine di oliva a 3 €/l, anche noi dobbiamo lavorare come gli olivicoltori spagnoli per essere competitivi.
Ma non ho fatto un salto nel buio. Mi sono informato per bene, ho visitato oliveti superintensivi già esistenti e in produzione, ho parlato con altri olivicoltori, ha fatto i miei conti e mi sono deciso. Non un ettaro, ma 8 ettari, con sesto di 4 m tra le file e 1,5 m sulla fila: 1.666 piante/ettaro, oltre 13.000 piante in totale».
Quante piante di olivo in un ettaro: varietà olive nel superintensivo
Superintensivo, sì, ma senza ripiegare sulle classiche varietà spagnole, Arbequina e Arbosana, solitamente valutate come ideali per la forma di allevamento ideata in Spagna.
«A nord di Bari abbiamo ottime varietà, in primo luogo la Coratina e poi l’Ogliarola barese, che danno oli eccellenti, monovarietali o in blend. Che dobbiamo farcene di quelle varietà spagnole il cui olio non è neanche lontanamente paragonabile a quello delle nostre? Così ho destinato gli 8 ettari metà a Coratina e metà a Ogliarola barese. L’unico problema è stato reperire le piante innestate, che ho dovuto importare dalla Spagna! Per il resto nessun problema.
Sento dire che queste varietà non sono indicate per il superintensivo, invece si sono adattate molto bene: non troppo esuberanti sotto il profilo vegetativo, basta una leggera potatura meccanica annuale per contenere qualche eccesso laterale e in altezza. Ma ciò che più mi soddisfa è la resa: al secondo anno dall’impianto circa 3 kg/pianta di olive, quindi 50 q/ha, al terzo anno oltre 7 kg/pianta, ben 120 q/ha».
Quante piante di olivo in un ettaro: costi superintensivo
Zinfollino, malgrado abbia avuto alcune difficoltà nella raccolta, sostiene che «la differenza di costi è lampante, nel superintensivo sono nettamente più bassi. Non disconosco i vecchi olivi secolari, non mi sognerei mai di spiantarli, perché a essi sono affezionato e comunque rendono bene, tanto è vero che ho realizzato l’impianto di subirrigazione in tutti i 40 ha coltivati a olivo. Tuttavia ora propendo per gli impianti superintensivi. Questi sono gli unici che consiglierei, perché l’olivicoltura non è un passatempo, ma un’attività economica. L’olivicoltore investe capitali, perciò deve cercare di remunerarli. E il superintensivo li remunera meglio dell’intensivo, per i costi più bassi e la resa in olive più alta».
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