1. Esiste un livello più profondo di realtà
Esiste una parte fondamentale di noi (viene definita in molti modi: Essenza, vera identità, vera natura, Sé autentico, Essere…) con cui crescendo perdiamo a poco a poco il contatto. Alla nascita e nei primi anni di vita siamo pura Essenza, non possiamo far altro che essere pienamente in contatto con essa. La nostra visione del mondo è confusa e indifferenziata, ma il nostro “sentire” è pieno, completo. Se esperienze traumatiche e conflitti con l’ambiente non ci spingono prematuramente “fuori asse”, la gioia e la sensazione di completezza che sperimentiamo in quegli anni sono inebrianti e totalmente appaganti. Sono le stesse sensazioni e senso di compiutezza che, rammentandone la fragranza, tenteremo di ritrovare per il resto della nostra vita… Leggi di più…
2. Realtà ed Essenza abitano il presente
Passato e futuro non esistono, tutto avviene nel momento presente, dunque è solo nel qui e ora che possiamo riallinearci con il nostro Sé autentico. Tutte le forme di disagio e sofferenza psichici hanno un denominatore comune: in una certa misura, si è perso il contatto con il presente, con la realtà, con il nostro “centro”. E’ solo una questione di grado; nel continuum che unisce salute mentale, nevrosi e psicosi, più ci si allontana dalla realtà, dal presente, dal nostro vero sé, più ci si perde nei labirinti della realtà illusoria della mente… Leggi di più…
3. Non sono gli eventi in sé che provocano in noi sofferenza, ma la nostra interpretazione degli eventi
Su questo postulato di saggezza antica e moderna il modello psicoterapeutico cognitivo-comportamentale (CBT) ha costruito le sue fondamenta.
Albert Ellis ha fondato la REBT (Rational Emotive Behavior Therapy) su queste affermazioni di saggezza stoica:
- Epitteto: gli uomini non sono turbati dalle cose, ma dalle opinioni che essi hanno delle cose…
- Marco Aurelio: se una cosa esterna ti tormenta, non soffri per quella cosa in sé, ma per il giudizio che hai su di essa.
- Shakespeare: non c’è niente di buono o di cattivo è il pensiero che lo rende tale. Leggi di più…
Anche le neuroscienze riconoscono oggi l’unità funzionale corpo/mente, così come insegnano da millenni maestri e saggi. Come afferma Candace Pert, la ricercatrice del NIMH scopritrice delle endorfine e dei neuropeptidi: “bisogna parlare di mente-corpo come di un’unica entità integrata”.
Questa sostanziale unità psicofisica porta con sé importanti implicazioni. La più rilevante per noi è il fatto che se si agisce sulla psiche si operano variazioni sul corpo e, viceversa, se si agisce sul corpo si operano variazioni sulla mente. Leggi di più…
5. La paura è l’antitesi di amore e libertà
E’ la paura che ci ha fatto perdere il contatto con il nostro Sé reale e che ci impedisce di ritrovarlo.
Nei primi anni di vita, in un processo di “addomesticamento” necessario, ci siamo trasformati da piccoli selvaggi in ragazzini garbati e civilizzati, conformati alle regole indispensabili alla convivenza comunitaria. Ma questa transizione non è stata indolore, abbiamo lottato strenuamente per tentare di opporci a questo processo di ammansimento forzato. Abbiamo difeso eroicamente la nostra spontaneità, libertà, genuinità, creatività, gioia incondizionata… pezzi pregiati della nostra Essenza. E di ogni battaglia combattuta -con sofferenza, angoscia, paura, ansia – conserviamo ancora le ferite, non ancora rimarginate.
Non potevamo non soccombere al “nemico”, gli schieramenti in campo erano impari, eravamo troppo piccoli e deboli in rapporto alle forze avversarie. Leggi di più…
Un uomo non è responsabile delle proprie azioni, neanche delle più aberranti, perché le sue scelte sono soltanto il prodotto automatico della somma di tutte le esperienze che hanno caratterizzato la sua vita e di ciò che è scritto sul suo DNA. Chiunque al suo posto avrebbe compiuto esattamente le stesse azioni. Quindi provare rabbia e risentimento verso alcune persone violente, aggressive, egoiste, non ha senso. Sarebbe come arrabbiarsi con un meteorite perché le coordinate del luogo d’impatto sul nostro pianeta coincidono perfettamente con il posto dove abbiamo parcheggiato la macchina. A questi individui mal riusciti va impedito di nuocere agli altri, preventivamente se possibile, ma si tratta semplicemente di macchine difettose, che non hanno alcuna responsabilità per le loro azioni (come ogni altro organismo corpo-mente). Sprechiamo gran parte della nostra vita ad arrabbiarci con dei “meteoriti”…
Per lo stesso motivo, anche i sensi di colpa non hanno senso… In qualsiasi circostanza del nostro passato non potevamo far altro che quello che “ci è accaduto” di fare… Leggi di più…
7. Le certezze non esistono
Un esempio: che senso ha essere felici per una nuova assunzione lavorativa che sembra rispondere perfettamente ai nostri desideri quando a causa di questo evento apparentemente positivo potrebbero in futuro innescarsi eventi catastrofici che altrimenti non si sarebbero verificati? Allo stesso modo, non ha senso essere infelici per una situazione spiacevole che invece potrebbe nel tempo trasformarsi nell’“occasione della nostra vita”. Come comportarsi, quindi? Se non posso essere certo di nulla, scelgo di essere felice… sempre! Con un atto deliberato, svincolato da eventi esterni di cui non potremo mai conoscere gli sviluppi… Leggi di più…
8. Le emozioni negative non hanno alcuno scopo utile
Le emozioni negative non hanno alcuno scopo utile, consumano energia, creano illusioni spiacevoli, danneggiano la nostra salute fisica, ostacolano il cammino verso il raggiungimento dei nostri obiettivi.
Ciò che distingue una persona nevrotica da una saggia è proprio una maggiore capacità, in quest’ultima, di accettazione e serenità di fronte agli eventi avversi.
Una riduzione notevole delle emozioni negative attraverso un percorso di crescita e consapevolezza non ha alcuna controindicazione. La capacità di provare emozioni positive rimane inalterata, non si proverà alcun rimpianto per questa perdita. Leggi di più…
9. Possiamo modificare deliberatamente il nostro stato d’animo
Possiamo scegliere di entrare in uno stato d’animo di serenità e di rimanerci, indipendentemente da quello che accade all’esterno. Tutti i saggi lo fanno. Dobbiamo soltanto renderci conto che è una possibilità reale e imparare a farlo. Del resto, se così non fosse, non avrebbe senso parlare di lavoro di crescita interiore o di terapia psicologica. In un percorso terapeutico che ha successo, quello che cambia non è la percentuale di eventi negativi esterni che da quel momento in poi tratteggeranno la nostra vita (percentuale che, naturalmente, rimarrebbe la stessa), ma la capacità di saperli accettare con maggior serenità…
Possiamo migliorare la nostra capacità di accettazione gioiosa fino a riuscire a mantenere uno stato d’amore e di felicità in ogni momento della nostra vita. Leggi di più…
“Noi” siamo Uno, siamo Infinito, siamo la Consapevolezza in cui tutto accade.
Ci siamo identificati nei personaggi che stiamo impersonando e scambiamo dei copioni scadenti per la vita reale. Ci accontentiamo di apparizioni fugaci in piccoli ruoli e camei senza renderci conto di essere l’Autore, il Regista, il Produttore e il Protagonista del film dell’esistenza.
Realizzare di essere il Tutto pone fine alla ricerca e al ricercatore (che non è mai esistito) e segna l’inizio di una vita vissuta dall’“unità”, da Ciò che siamo veramente: Uno. Leggi di più…