Recidiva tumore al seno dopo 10 anniRecidiva tumore al seno dopo 10 anni: sono molte le variabili che determinano le probabilità di sviluppare un nuovo tumore dopo la terapia: il tipo di neoplasia, il suo stadio al momento della diagnosi, le dimensioni, il fatto che siano stati coinvolti o meno i linfonodi. In ogni caso, con il passare del tempo, questo rischio diminuisce e, dopo cinque anni dalla terapia, la malattia viene considerata sconfitta. Il tempo medio di ricomparsa del tumore nel sito originario è, infatti, di tre anni. È fondamentale, però, non abbassare mai la guardia, perché a oggi circa il 33% delle recidive compare dopo cinque anni.

Recidiva tumore al seno dopo 10 anni

La prognosi dipende dallo stadio della malattia e, all’interno di ciascuno stadio, da fattori differenti. Quando non si istituisce una terapia adiuvante sistemica, il tasso di recidiva a 10 anni è del 24% nelle pazienti con linfonodi negativi e del 76% nelle pazienti con linfonodi positivi. Di conseguenza, la dissezione dei linfonodi ascellari è divenuta parte integrante della stadiazione del carcinoma mammario invasivo per i tumori di dimensioni > 1 cm, dato che le lesioni di dimensioni inferiori hanno un rischio < 10% di avere metastasi linfonodali.


Nelle donne con malattia in stadio I o II, il fattore prognostico più importante è rappresentato dal numero dei linfonodi ascellari con ripetizione tumorale. A 10 anni dalla diagnosi, il 60-70% delle donne con interessamento di 1-3 linfonodi sopravvive ed è libero da malattia, in confronto appena al 15-25% delle donne con interessamento di otto o più linfonodi. Tuttavia, il 25-33% delle pazienti con carcinoma mammario senza interessamento linfonodale va incontro a recidiva. In queste donne, la terapia adiuvante sistemica può migliorare la prognosi.

Recidiva tumore al seno dopo 10 anni: trattamento

Nel caso in cui i sintomi del tumore si dovessero ripresentare, il trattamento potrà variare e verrà stabilito dal medico oncologo anche in base alla valutazione del rischio. Dopo la mammografia e gli esami di prassi (compresi quelli dei marker), si può rientrare in una categoria a basso, medio o alto rischio di recidiva. Per le donne nel primo gruppo può essere sufficiente un trattamento localizzato; per quelle dell’ultimo è necessaria una terapia sistemica, estesa a tutto l’organismo. È comunque possibile che il medico decida di intervenire con una mastectomia per minimizzare la probabilità di una recidiva.

Qualora il rischio di ripresa sia stimabile attorno al 10% a 10 anni, non viene suggerito di regola alcun tipo di trattamento adiuvante. Appartengono a tale categoria i carcinomi infiltranti di diametro inferiore a 1 cm, non palpabili e identificati con la mammografia di screening.

Recidiva tumore al seno dopo 10 anni: alta sensibilità agli estrogeni

I tumori al seno con un’alta sensibilità agli estrogeni hanno un rischio significativamente maggiore di recidiva tardiva, il che potrebbe indicare la necessità, in questi casi, di una terapia ormonale adiuvante di durata superiore ai 5 anni. A suggerirlo è uno studio condotto dal Canadian Cancer Trial Group.

I tumori HER2-negativi con un punteggio alto del panel degli estrogeni in un test genetico ad hoc hanno mostrato, infatti, un tasso di recidiva del 13,6% nel periodo compreso tra 5 e 10 anni dopo la diagnosi, un valore più che doppio rispetto al tasso di recidiva durante i primi 5 anni.


Se una donna, in post-menopausa, con una malattia diagnosticata nella sua fase iniziale (e positiva per i recettori ormonali: sono recettori sensibili all’azione degli estrogeni che ne condizionano l’insorgenza e l’evoluzione), continua la terapia con farmaci anti-estrogeni per dieci anni, invece che per i cinque normalmente raccomandati, riduce il rischio di recidiva. Non solo: riduce anche le probabilità che si sviluppi un secondo tumore nell’altra mammella.

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