Come coltivare il kiwiCome coltivare il kiwi: il kiwi è una pianta da frutto originaria della Cina. La pianta è una liana rampicante a foglie caduche, di notevoli dimensioni, in grado di arrivare fino a 10 m di altezza. L’ancoraggio ai supporti, in natura costituiti da alberi o rupi, avviene attraverso il fusto stesso, che nella parte terminale si avvolge come un viticcio.

Le foglie giovani sono a forma di cuore, appuntite, e a maturità (quando inizia a fiorire) sono nettamente tondeggianti, spesso dorsalmente convesse. I giovani getti, i piccioli delle foglie e dei fiori sono ispidi e pelosi con peli bruni. I rami più vecchi sono dotati di una corteccia grigia ruvida e verrucosa, il tronco possiede una corteccia scabra e ruvida di colore marrone grigiastro mentre i rami giovani hanno consistenza erbacea.


I frutti sono lunghe bacche ovali con buccia robusta coperta da peli; buccia e peli hanno consistenza suberosa con forti contenuti tannici. La polpa è soda, dolce e acidula.

Nonostante la pianta sia adatta a un clima completamente diverso da quello mediterraneo, attualmente l’Italia è il secondo paese produttore al mondo di frutti di kiwi.

Tale primato incredibile è stato raggiunto riproducendo con mezzi tecnologici modesti, ma alla perfezione, il microclima necessario per le piante. Tali mezzi sono:

  • Ombreggiamento con reti (l’ombreggiamento riproduce la ridotta insolazione del clima piovoso estivo cinese), le reti inoltre creano uno spazio con ridotta mobilità di aria conservando l’umidità alle foglie.
  • Nebulizzazione di acqua tra le foglie (si mantiene umidità tra le foglie).
  • Irrigazione a goccia (le radici sono superficiali e non sopportano disidratazioni violente).

Anche se una pianta può produrre centinaia di chili di frutta, di solito servono dai 3 ai 7 anni perché i germogli raggiungano la maturità.

Varietà

Le varietà che si possono trovare più facilmente in commercio sono Hayward, Abbot, Allison, Bruno, Katuscia, Top star, Tumuri, Matua. Prima di mettere a dimora bisogna informarsi in maniera specifica sulle qualità delle singole cultivar per sapere quali siano le più adatte al nostro suolo e alle nostre caratteristiche climatiche.

Come coltivare il kiwi: clima e terreno

Il kiwi predilige un clima temperato in quanto soffre le gelate, soprattutto nella fase di germogliamento. A livello di esposizione, è bene che la pianta sia messa a dimora in una zona soleggiata. Allo stesso tempo, però, deve essere riparata dal vento che rischia di spezzare le lunghe ramificazioni. Per ovviare a questo problema si possono utilizzare dei frangivento.
Nel periodo estivo l’eccessiva esposizione al sole può portare a problemi di idratazione della pianta. Dunque, questa dovrà essere protetta con apposite reti ombreggianti. Naturalmente parliamo di situazioni climatiche estreme.


La coltivazione del kiwi gradisce terreni sub-acidi, con un ph compreso tra 6 e 7, e con un ridotto contenuto di calcare attivo (ossia, avente un ph superiore a 7). Un terreno calcareo può portare a dei problemi di clorosi ferrica, cioè a un ingiallimento anomalo delle foglie. Questo è in genere dovuto alla difficoltà per quest’ultime di assorbire il ferro. In agricoltura biologica questa carenza si risolve con l’apporto di sostanza organica e l’aumento del tenore di humus, collante naturale del ferro, nel suolo di coltivazione.

Come coltivare il kiwi: messa a dimora

Per rendere ottimale la messa a dimora si deve effettuare tutta una serie di lavorazioni del terreno. Prima di tutto deve essere livellato al meglio e devono essere eliminate tutte le infestanti. Si deve poi scavare una buca profonda almeno 50 cm. Sul fondo si dovrà realizzare uno strato drenante con ghiaia. Si procederà con la concimazione di fondo. Una volta inserita la pianta si copriranno le radici con la terra prelevata. Se questa risultasse troppo compatta sarà bene mescolarla a ghiaia o sabbia oppure sostituirla totalmente con un prodotto adatto a piante da frutto.

Solitamente la coltivazione del kiwi si propaga utilizzando delle piante innestate in vivaio, di cui si conosce già l’espressione sessuale, e che possono essere messe a dimora in due differenti periodi dell’anno. O all’inizio dell’autunno, molto prima delle probabili gelate, o a inizio primavera, con il rischio gelo oramai scongiurato.

Semina

Per quanto riguarda la semina, questa va eseguita in autunno, in un primo momento in serre riscaldate, per poi passare alla coltivazione diretta in terra aperta dopo un anno, collocando le piante a una distanza di circa 2 metri tra loro. Essendo una pianta dioica, cioè che produce sia fiori femminili che maschili, che crescono in piante separate, dovrete piantare per ogni pianta maschile almeno 8 piante femminili.

Se volete coltivarla in casa, dovrete estrare i semi da un frutto, rimuovere poi ogni traccia di polpa lavandoli. Inserite quindi i semi in un contenitore con acqua calda e lasciateli a bagno per una settimana, sino a quando si apriranno. Collocate il contenitore in un luogo caldo e cambiate l’acqua ogni giorno, per evitare la riproduzione di batteri.

A questo punto, ponete i semi sopra un panno o un tovagliolo di carta inumiditi e copriteli con un contenitore di plastica trasparente, meglio se munito di fori, altrimenti lasciate un’apertura alla base per permettere il circolo dell’aria. Dopo un paio di giorni i semi “esploderanno” e potrete metterli a dimora.

Riempite i vasi di terriccio (acquista su Amazon) e aggiungete i semi (acquista su Amazon) coprendoli poi con uno strato di terreno e bagnatelo vaporizzando l’acqua. Mettete il contenitore in un luogo caldo e soleggiato, lontano dalle correnti d’aria; è consigliabile coprire il vaso con un telo di plastica fino a quando vedrete le prime foglioline.

A questo punto potrete trapiantare la pianta a terra e in primavera sarà possibile la sua piantumazione. Non dimenticate di piantare sia maschi che femmine, nella proporzione di 1 e almeno 5 femmine.

Video: Coltivazione kiwi (by giardinaggio.it)

Come coltivare il kiwi: forme di allevamento

Nelle colture più ampie, generalmente si usano due forme di allevamento:

  • Forma a pergola: si predispongono dei pali alti minimo 4 metri per sostenere i filari cui le ramificazioni potranno aggrapparsi.
  • Forma a tendone: l’altezza dell’impianto sarà più basso, utilizzando dei pali più corti rispetto a quelli utilizzati per la forma a pergola.

Come coltivare il kiwi: pratiche colturali

Concimazione

L’actinidia (kiwi) per poter dare una buona produzione necessita di grandi quantità di nutrienti di vario genere.

Bisogna precisare che l’elemento determinante per avere una buona crescita e una buona fruttificazione è l’azoto. Deve essere dato sempre in abbondanza, durante tutto il periodo vegetativo, ma in particolar modo al momento della raccolta e dopo che questa è avvenuta. In questa maniera la pianta riuscirà a ripristinare le scorte che sono andate perdute e si preparerà alla crescita per l’anno successivo.

Sono anche importanti fosforo e soprattutto potassio che influenza in maniera determinante la grandezza e il sapore dei frutti. Nel caso compaia la clorosi può essere utile somministrare del ferro chelato.

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Potatura

Potatura di allevamento: una volta stabilita quale forma di coltivazione usare, si può procedere con la potatura di allevamento, che serve per dare alla pianta la conformazione desiderata. Durante i primi 2-3 anni di vita, può essere particolarmente intensa.

Potatura di produzione (o invernale): prevede la rimozione completa dei rami e dei tralci sui quali è avvenuta la fruttificazione nell’anno precedente. In questo modo si lascerà spazio nell’anno successivo a nuovi tralci produttivi. Eseguitela solo quando sono scongiurati i rischi di ritorni improvvisi di freddo, ma prima che la pianta riprenda la sua attività vegetativa.

Potatura verde (estiva): da eseguirsi quando le piante sono nel pieno della fase vegetativa (circa a luglio). E’ finalizzata all’eliminazione di succhioni (germogli che originano da gemme laterali), vegetazione disseccata o danneggiata, rami in eccesso e tralci che ostacolano l’arieggiamento e l’illuminazione nelle zone più interne della chioma.
I kiwi maschi devono essere sottoposti a potatura verde solo dopo il termine della fioritura.

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Irrigazione

Le piantine nel periodo vegetativo avranno bisogno di molta acqua, all’incirca da maggio dopo la fioritura fino al mese di ottobre. Le irrigazioni dovranno essere frequenti e con poca acqua in caso di mancate piogge fino a due volte a settimana ogni metro quadro di coltivazione deve ricevere in media 40-50 litri di acqua. Il terreno dovrà essere sgombro da erbe infestanti, potrà però essere ricoperto da un manto erboso basso, questo eviterà anche un eccessiva traspirazione e manterrà costante l’umidità del terreno.

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Tutori

Essendo una pianta rampicante, ha bisogno di un sostegno (acquista su Amazon), che va cambiato ogni volta che il kiwi cresce di altezza; si può utilizzare un tipo di pergola o un filare rigido e robusto che le faccia da tutore.

Come coltivare il kiwi: raccolta e conservazione

La raccolta del kiwi avviene in pieno autunno. Secondo le zone climatiche si parte dal mese di ottobre e si arriva fino ai mesi di novembre e dicembre. I frutti si staccano dalla pianta molto semplicemente, basta svitarli come se fossero delle piccole lampadine.

I kiwi, una volta raccolti, possono essere conservati per alcuni mesi in locali freschi. A livello domestico, possono essere tenuti all’aperto per una settimana circa, mentre il periodo raddoppia se conservati in frigo.

Come coltivare il kiwi: malattie e parassiti

La pianta è molto resistente a qualsiasi malattia, unica precauzione: evitare (come qualsiasi altro fruttifero) di impiantarla in vecchi frutteti infestati da infezioni micotiche (Armillaria mellea). Una modesta bonifica dei vecchi frutteti, con un periodo di quarantena, è di norma più che sufficiente.

Purtroppo negli ultimi tempi si è creata una emergenza fitosanitaria causata da un batterio chiamato PSA che si diffonde nelle piante di kiwi provocando cancri e avvizzimenti. Sono l’alto grado di umidità e la temperatura compresa tra i 5°C ed i 25°C che favoriscono l’azione patogena del batterio. La penetrazione dei batteri sia ha maggiormente nel periodo della raccolta, che viene fatta in autunno, ed in quello della potatura, tra febbraio e marzo.

Come prevenzione bisogna analizzare il suolo per rettificare potenziali scompensi nutrizionali, evitare ristagni di acqua sul terreno, pulire e disinfettare gli attrezzi che si utilizzano per la potatura, chiudere con mastice miscelato a sali di rame i tagli.

Da qualche anno è possibile effettuare un trattamento microbiologico. Infatti, è stato creato un farmaco che difende la fase di fioritura ed al tempo stesso frena il proliferare del batterio.

Kiwi: uso in cucina e proprietà terapeutiche

Il kiwi si consuma semplicemente come frutto, tagliandolo a metà e incidendo la polpa con un cucchiaino, o tagliandolo a pezzetti nella macedonia. Ottimo sulle crostate di frutta fresca, il kiwi è anche largamente utilizzato nella produzione di confetture, succhi e sciroppi.

Il kiwi è un frutto ricco di vitamina C (85 mg/100 g), potassio, vitamina E, rame, ferro e fibre. L’alto potassio e la povertà di sodio rendono il frutto ideale per gli sportivi poiché diminuisce il rischio di crampi. Rende la pelle più elastica e riduce le rughe, grazie alle vitamine antiossidanti che contrastano i segni del tempo distruggendo i radicali liberi.
Diminuisce i trigliceridi nel sangue, protegge gengive e denti. Giova alla salute dell’occhio mantenendolo giovane, è consigliato per chi ha problemi di digestione e aiuta il lavoro dell’intestino come le verdure e le prugne. Contrasta anche l’accumulo di placche nelle arterie.

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