Come coltivare il castagno: la pianta di castagno vegeta in maniera ottimale in collina a quote di 500-600 m fino a zone pedemontane sui 1000-1200 metri. Il castagno raggiunge in condizioni naturali altezze che vanno dai 25 ai 30 metri.
I frutti si formano in numero variabile da 1 a 3 all’interno di ricci; le piante iniziano la produzione dopo circa 4 anni dalla germinazione. La produzione non è sempre costante durante le diverse annate, infatti è possibile che ad una grossa produzione caratterizzata da frutti di media o piccola grandezza ne segua una con una quantità di frutti minori ma di più grande dimensione.
La differenza tra le normali castagne e i marroni sta prima di tutto nelle dimensioni e nella forma. I marroni sono più globosi, hanno una forma tipicamente ovale od ovale-ellittica, al loro interno la polpa non è attraversata dalla pellicola che rimane solo esternamente a protezione. La polpa inoltre è più zuccherina e dopo la cottura riesce a restare intatta senza sfarinarsi come avviene nelle normali castagne. Le castagne classiche, quelle che vengono usate per le caldarroste (cotte sulla brace) sono meno spesse e con una forma più arrotondata.
I castagneti ben tenuti, cui vengono fornite tutte le cure necessarie, sono molto longevi, una singola pianta di castagno può superare anche il secolo di vita.
Varietà
Esistono diverse varietà di castagne. Tra le più diffuse:
- Marroni: di Lione, dell’Amiata, di Viterbo, di San Mauro.
- Castagne: Salvashina, Bracalla, Carpinese, Napoletana, Gentile, ecc.
- Ibridi euro-giapponesi: Precoce Migoule, Marsol, Maraval, Primato, ecc.
- Giapponesi: Giniose, Tanzawa.
Come coltivare il castagno: clima e terreno
Il castagno è una specie originaria del bacino mediterraneo: per questa ragione la sua coltivazione è favorita in zone con temperature medie annue comprese tra 8° e 15° C (il suo areale di diffusione si sovrappone a quello della vite). La pianta subisce gravi danni con temperature invernali inferiori ai -15°/-17° C ed è molto sensibile ai ritorni di freddo primaverili soprattutto nella fase giovanile dell’impianto (i danni da gelate tardive sono molto frequenti).
Il castagno è specie acidofila, cioè può essere coltivato esclusivamente nei terreni con reazione subacida o acida: questo fattore costituisce il limite più grosso alla sua ulteriore diffusione. I terreni con reazione subacida o acida sono contraddistinti da un valore di pH (valore standard che misura il grado di acidità o alcalinità del terreno) inferiore a 6,8, in assenza di calcare attivo (frazione altamente solubile del bicarbonato di calcio contenuto nel terreno).
La specie predilige terreni fertili, freschi, profondi, permeabili, possibilmente a giacitura piana per facilitare la meccanizzazione delle operazioni colturali.
Scelta del terreno d’impianto
L’appezzamento scelto per la costituzione del frutteto di castagno deve possedere alcuni requisiti necessari per la buona riuscita della coltura:
- Il terreno deve presentare reazione acida o sub-acida.
- Il suolo necessita di buona dotazione di sostanza organica, elevata permeabilità ed essere privo di ristagni persistenti d’acqua negli strati superficiali.
- Si deve predisporre dall’inizio della coltura la disponibilità di irrigazione di soccorso.
- Si deve provvedere alla corretta esposizione dell’appezzamento in funzione dell’altitudine.
- Si devono escludere i terreni o le porzioni dell’appezzamento soggetti a rischio di gelate precoci autunnali o gelate tardive primaverili.
Come coltivare il castagno: impianto
La messa a dimora delle piante può essere effettuata direttamente utilizzando delle piante precedentemente innestate in vivaio oppure è coltivando i franchi da seme e procedere poi da se all’innesto scegliendo le varietà più desiderate.
Seme
La semina del castagno viene eseguita prima in piccole aiuole dedicate dove i semi vanno interrati a distanza di 10-15 cm, utilizzando un terreno sciolto con una buona dotazione di sostanza organica. Se si ha intenzione di impiantare un nuovo castagneto è necessario predisporre dei solchi distanziati di 50 cm in cui verranno seminate le castagne, in questo luogo temporaneo si faranno sviluppare le piante per 1-2 anni.
Nel periodo di crescita le piante avranno bisogno di concimazioni e interventi di diserbo contro le infestanti. Dopo il primo anno di crescita è necessario eliminare le piante più deboli prediligendo quelle più vigorose e forti. Successivamente alla fine del terzo anno si possono praticare gli innesti delle varietà preferite e dopodiché alla fine del quarto o quinto anno si può procedere alla messa a dimora.
Messa a dimora diretta
La coltivazione del castagno è più semplice se si procede all’impianto di esemplari di due anni già pronti per la messa a dimora. Praticate delle buche nel terreno di almeno un metro cubo, e concimate con almeno 30 kg di letame maturo, da sistemare ai lati della buca.
Le tecniche di innesto sono due: innesto a gemma e innesto a doppio spacco inglese, questo è sicuramente il più utilizzato per la sua efficacia. Il periodo favorevole per l’innesto a doppio spacco inglese è la fine della primavera.
Come coltivare il castagno: pratiche colturali
Concimazione
Quando preparate il terreno delle aiuole, somministrate anche del composto organico (acquista su Amazon), in modo da soddisfare le esigenze nutritive della pianta almeno per i primi 2-3 anni. Fosforo e potassio sono due elementi essenziali.
Oltre alla concimazione effettuata durante l’impianto dei giovani castagne, è spesso usata la pratica di inerbire il suolo utilizzando delle leguminose come sovescio, in modo da fornire alle piante un ulteriore apporto nutritivo.
Ad anni alterni, è opportuno fertilizzare il terreno con del letame animale nella misura di 30 quintali ogni 1000 metri quadrati di coltura.
Irrigazione
La coltivazione del castagno senza il ricorso all’irrigazione richiede il sostegno di precipitazioni piovose medie non inferiori ai 700 mm/anno con una distribuzione delle piogge ripartita su più mesi e non concentrata in una sola stagione. Laddove una o più d’una di queste condizioni non sia soddisfatta è necessario intervenire tempestivamente con irrigazioni di soccorso per garantire il successo della coltura.
Le piante più giovani, almeno fino all’entrata in produzione, dovranno essere irrigate a intervalli di 20 giorni nel periodo di maggiore caldo.
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Potatura
Nei primi anni, finalizzate le potature al raggiungimento di una buona struttura di base, eventualmente utilizzando dei tutori per sostenerne la crescita. man mano che la pianta cresce, provvederete al taglio di succhioni o rami affastellati. Acquista su Amazon gli attrezzi per potatura
Come coltivare il castagno: raccolta e conservazione
Le castagne si raccolgono in autunno, quando i ricci maturi cadono dalla pianta sul suolo inerbito. Per estrarre le castagne dal riccio si utilizza un apposito strumento (paletto di castagno).
Il metodo più comune di conservazione è la curatura in acqua, dove i frutti non buoni galleggiano in superficie; l’acqua viene cambiata periodicamente. Dopo alcuni giorni, le castagne vengono collocate in piano in un locale arieggiato per permetterne l’asciugatura.
Un altro metodo, usato in passato, è la conservazione in ricciaia. I ricci vengono riposti in questo luogo e ricoperti poi da uno strato di terra.
Come coltivare il castagno: malattie e parassiti
I principali nemici del castagno sono due funghi che provocano la comparsa del mal d’inchiostro e del cancro corticale. Spesso non è facile evitare che colpiscano l’albero, però è possibile renderne più difficile la diffusione: evitate ogni tipo di ristagno d’acqua, raccogliete foglie e ricci alla base del fusto ed eliminate tutti i rami secchi e danneggiati.
Castagne: uso in cucina e proprietà terapeutiche
Le castagne sono un alimento molto versatile: si consumano fresche, secche o ridotte in farina prestandosi a un’infinità di preparazioni culinarie. Molto popolare è la farina di castagne con la quale si preparano diversi dolci (uno tra tanti, il castagnaccio), polente e il pane d’albero. Altrettanto apprezzate sono le confetture, il miele di castagno e le creme con le quali preparare ottimi piatti.
Le castagne sono ricche di carboidrati complessi, così possono essere considerate un “alimento base” proprio come i più famosi cereali. L’alta percentuale di amidi è abbinata a un discreto contenuto di proteine, grassi, sali minerali (soprattutto potassio, fosforo, zolfo, magnesio, calcio e ferro) e vitamine (vitamina C, B1 e B2). Grazie alle sue caratteristiche nutrizionali, le castagne possono essere adatte anche per gli sportivi. Parlando sempre dei suoi amidi, le castagne sono controindicate per i diabetici: durante la cottura, parte degli amidi si riduce in zuccheri semplici (ecco perché sono così dolci!).
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