Tumore alla vescica

Il tumore alla  vescica è uno dei tumori più comuni, rappresenta circa il 3% di tutti i carcinomi. E’ più frequente negli uomini, anche se negli ultimi anni il rapporto uomo-donna si va restringendo. Nell’85% dei casi, la neoplasia è superficiale, nel 15% invasiva. L’incidenza di questo tipo di cancro aumenta con l’età; in particolare, i soggetti di età superiore ai 70 sono più frequentemente colpiti. In Italia, la sopravvivenza a cinque anni supera il 70% dei casi.

Le modalità con cui il cancro alla vescica può insorgere sono due: i tumori superficiali, quando sono limitati allo strato epiteliale interno; tumori infiltranti, quando interessano gli strati muscolari e/o adiposi.


I tumori superficiali costituiscono per fortuna l’80% di tutti i carcinomi della vescica. A volte però, dopo essere stati rimossi, recidivano, e possono trasformarsi in neoplasie più aggressive, estendendosi alla parete muscolare.

Tumore alla vescica: cause

Come per altri tipi di cancro, le cause del carcinoma alla vescica non sono note, esistono però numerosi fattori di rischio.

  • Fumo di sigaretta. Per molti è il fattore di rischio più pericoloso (secondo alcune ricerche, circa il 65-70% dei casi di carcinoma alla vescica interessano fumatori). Negli ex-fumatori, il rischio (che è di 3-5 volte superiore che nei non fumatori) a poco a poco diminuisce, fino a tornare ai livelli dei non fumatori dopo circa 10 anni.
  • Età. Prima dei 40 anni è una neoplasia rara. I soggetti sopra i 70 anni, sono quelli più colpiti.
  • Familiarità. E’ una questione controversa. Alcuni studi sembrano attribuire un rischio doppio ai familiari di soggetti affetti da questa patologia.
  • Sesso. E’ 3 volte più presente negli uomini.
  • Razza. La razza bianca è colpita più frequentemente della razza nera.
  • Analgesici contenenti fenacetina: è più a rischio chi fa uso abituale di queste sostanze.
  • Dieta: fritture e grassi consumati in grande quantità sono associati a un aumentato rischio di neoplasia alla vescica.
  • Cistiti croniche.
  • Consumo eccessivo di caffè e di edulcoranti artificiali.
  • Trattamenti radioterapici.
  • Trattamenti chemioterapici con ciclofosfamide.
  • Disturbi cronici alla vescica.

Tumore alla vescica: sintomi

Inizialmente, il tumore alla vescica può essere asintomatico. Il primo sintomo di solito è l’ematuria (sangue nelle urine), oppure l’ematuria (emissione di sangue quando si urina). Quest’ultima può presentarsi a intermittenza: cessare anche per giorni o mesi, mentre però il carcinoma continua a svilupparsi. Altri sintomi sono: bruciori, bisogno frequente di urinare e, raramente, dolori nell’area della vescica.

Tumore alla vescica: diagnosi

La presenza di sangue nelle urine è un sintomo di una certa gravità. E’ opportuno rivolgersi subito allo specialista per verificarne le ragioni. Una diagnosi precoce è fondamentale per aumentare le probabilità di guarigione. Infatti, i soggetti esposti a rischio professionale, sono sottoposti a controlli regolari (esami citoscopici, esami delle urine).


L’urologo raccoglie informazioni dal paziente, al fine di individuare eventuali fattori di rischio (fumo, categoria professionale, esposizione ad agenti cancerogeni). Le analisi di laboratorio includono: citologia urinaria (per rilevare eventuali cellule tumorali nell’urina); cistoscopia (esame che permette di visualizzare l’interno dell’uretra e della vescica utilizzando uno strumento detto cistoscopio); ecografia (in grado di diagnosticare una lesione sospetta nel lume della vescica); TAC e risonanza magnetica (per escludere eventuali metastasi a distanza e programmare quindi il trattamento più adeguato); biopsia (per determinare il carattere del tumore, nei casi dubbi).

Tumore alla vescica: trattamento

Tumori superficiali

Generalmente, il carcinoma è rimosso con un intervento di resezione endoscopica (TURBT, Transurethral Resection of Bladder Tumor), mediante uno strumento (resettore) che, introdotto attraverso l’uretra, il canale che porta all’esterno l’urina, rimuove il tessuto (a strati) per mezzo della corrente a radiofrequenza. I vari frammenti asportati possono essere analizzati dall’istologo per poter valutare il grado di malignità e intervenire di conseguenza.

Anche se si sono rivelate superficiali, tali neoplasie tendono a recidivare, ed è quindi opportuno eseguire terapie profilattiche che consistono nell’introdurre nella vescica farmaci chemioterapici, lasciandoli all’interno per un certo periodo (2-3 mesi). La sostanza che sembra avere maggior efficacia nel ritardare le recidive è il bacillo di Calmette-Guerin, BCG.

Tumori invasivi

Nel caso in cui la neoplasia maligna penetra in profondità (infiltrante) la soluzione più opportuna è la cistectomia radicale, cioè l’asportazione della vescica, della prostata, delle vescicole seminali e delle vie spermatiche (e dell’utero, nella donna).

L’intervento, se necessario, sarà associato a chemioterapia/radioterapia. Per permettere l’espulsione dell’urina si dovrà procedere alla derivazione delle urine, che non possono più essere espulse dalla vescica rimossa. La derivazione può essere esterna, attraverso uno o due sacchetti che raccolgono le urine, oppure può realizzarsi attraverso la creazione di una neovescica (da un segmento dell’intestino tenue si costruirà una sorta di sacca che fungerà da vescica).

Tumori avanzati

Si ricorre all’intervento chirurgico in combinazione con chemioterapia e radioterapia.

Tumore alla vescica: controlli dopo intervento

Tumori superficiali

Questo tipo di tumori hanno una forte tendenza a recidivare, vanno quindi tenuti sotto controllo regolarmente e per tutta la vita (citologia urinaria o cistoscopia). Potrà così essere subito identificato e curato un tumore divenuto aggressivo.

Tumori invasivi

In questi casi, si dovrà verificare con controlli regolari che l’apertura artificiale nella cute dell’addome non si restringa a causa delle cicatrici e che l’area circostante non si irriti.
Attraverso la verifica dell’azotemia e della creatininemia si controllerà regolarmente anche la funzione renale.
Una TAC eseguita periodicamente accerterà che non si siano sviluppate metastasi in altri organi del corpo.

Tumore alla vescica: conseguenze dell’intervento

Si dovrà imparare a provvedere al ricambio della sacca in cui l’urina va a confluire, pratica non difficile, dopo un primo periodo di apprendistato. I soggetti con una nuova vescica, potranno invece controllare l’espulsione dell’urina come in passato (a volte potranno verificarsi perdite involontarie, soprattutto di notte).

L’asportazione della vescica provoca negli uomini l’impotenza, che però oggi i farmaci riescono a far regredire in una buona percentuale di casi.

Tumore alla vescica: prognosi

Tumori superficiali: a cinque anni dall’operazione, l’80% dei soggetti è vivo e gode di ottima salute. Tenendo conto, però, dell’elevata tendenza a recidivare di questi tumori, la guarigione definitiva riguarda solo il 50% dei casi.
Tumori infiltranti: se la neoplasia era limitata alla parete muscolare della vescica, a cinque anni dall’intervento è ancora in vita il 50% dei soggetti; nel caso invece in cui il tumore ha invaso anche l’area intorno alla vescica, la percentuale scende al 20%.

L’attuale ricerca si muove verso l’individuazione di nuovi farmaci sempre più efficaci, verso combinazioni ancora più incisive di chirurgia, chemioterapia e radioterapia e verso il miglioramento della diagnostica, affinché si possa individuare il cancro della vescica e le sue forme sempre più precocemente.

Tumore alla vescica: prevenzione

Smettere di fumare, evitare il consumo regolare di analgesici e controlli regolari per i lavoratori a rischio.

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