Sudorazione notturna linfoma: il linfoma è un carcinoma che ha origine nel sistema linfatico, in particolare prende avvio dalle cellule linfatiche, cellule che hanno la funzione di difendere l’organismo da agenti esterni e da patologie. I linfomi sono la terza neoplasia più diffusa a livello internazionale e si distinguono in linfoma di Hodgkin e linfoma non-Hodgkin.
Sudorazione notturna linfoma
Uno dei segnali che possono indicare la presenza di un linfoma, è la sudorazione notturna, soprattutto nel corso delle ore notturne.
Questo avviene a causa di alcune sostanze rilasciate dalle cellule tumorali: l’organismo reagisce generando sudore di notte, durante il sonno, per tentare di eliminare (con la sudorazione, appunto) questi elementi estranei. Inoltre, le cellule neoplastiche, lottando con il sistema immunitario, provocano un aumento della temperatura, al quale il corpo reagisce con la traspirazione.
Sudorazione notturna linfoma: altri sintomi
Nelle prime fasi, i linfomi possono non presentare sintomi, che possono essere:
- Febbre e sudorazione notturna
- Ingrossamento non dolente dei linfonodi di inguine, ascelle o collo
- Stanchezza marcata
- Perdita di peso
- Tosse persistente o problemi respiratori
Sudorazione notturna linfoma: diagnosi
Se alcuni sintomi possono far pensare alla presenza di un linfoma, ci si rivolgerà a un medico specialista, che eseguirà una visita accurata che può prevedere:
Esame obiettivo e anamnesi: valutazione della dimensione dei linfonodi, del luogo dove sono situati, delle dimensioni di fegato e milza; una serie di domande per conoscere la storia clinica personale e familiare.
Esami del sangue e delle urine: per escludere un processo infettivo in atto.
Biopsia linfonodale: l’esame fondamentale per arrivare a una diagnosi precisa. Quando possibile, si rimuove l’intero linfonodo, per poterne analizzare i tessuti istologicamente. In alternativa, si può prelevare solo un frammento di tessuto tramite un ago sottile.
Diagnostica per immagini: una TAC del collo, dell’addome e del torace è utile per identificare altre eventuali sedi linfonodali coinvolte, per stadiare la patologia. In alcuni casi, viene effettuata una risonanza magnetica, per verificare che il sistema nervoso centrale non sia chiamato in causa. Può essere effettuata una PET (tomografia ad emissione di positroni) per individuare tutti gli eventuali punti di malattia.
Biopsia osteomidollare: si analizza, prelevandolo, un frammento di osso dal bacino, per verificare la presenza di cellule neoplastiche.
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