Bisogna saper distinguere tra semplice tristezza quotidiana e depressione clinica.
Di fronte ad accadimenti spiacevoli è normale sentirsi tristi, irritabili, di umore nero, un po’ “depressi”: sono le normali emozioni della vita, che fanno da contrappunto ai momenti di gioia, di serenità, di piacere.
Per poter invece parlare di depressione clinicamente significativa, l’umore depresso deve essere presente per un periodo di tempo abbastanza lungo (almeno due settimane), per tutta la giornata, e interferire, sino a comprometterle, con le normali attività quotidiane, in ambito lavorativo, scolastico, relazionale.
L’umore “depresso” e la tristezza varcano la soglia della “normalità” per assumere il rango di “disturbo depressivo maggiore” quando vi sentite giù di tono ogni giorno, da molto tempo, se avete difficoltà ad addormentarvi, non avete fame o se siete spesso agitati o in ansia o stanchi, se rimuginate spesso su situazioni difficili senza trovare soluzioni, se la mancanza di concentrazione vi rende difficile portare a termine il lavoro, se vi sembra di non avere più interessi e rimanete a casa senza far niente, se non avete più fiducia in voi stessi e la vostra autostima è ai minimi storici, se vi sentite nervosi e irritabili.
Se si manifestano sintomi di questo tipo, dovrete prendere in seria considerazione l’ipotesi della presenza di una depressione abbastanza grave.
In altri casi, anche in presenza di forte stress per un lungo periodo, può trattarsi di una situazione transitoria che con il tempo scompare, e che non va confusa con un disturbo dell’umore vero e proprio.
La depressione è un disturbo dell’umore molto diffuso. La prevalenza si aggira attorno al 15% della popolazione. Le donne sono più predisposte degli uomini alla sindrome depressiva, che può colpire chiunque, ma è più frequente tra gli adulti.
Cause della depressione
La depressione è quasi sempre causata da una combinazione di fattori, genetici, psicologici, sociali, ambientali.
- Predisposizione genetica: molte ricerche incoraggiano l’idea che l’ereditarietà possa essere un fattore importante nell’insorgenza di questo disturbo. Diversi risultati mettono infatti in evidenza la contestuale diminuzione del rischio di depressione in rapporto alla diminuzione delle somiglianze genetiche. Studi sui gemelli monozigotici, quindi con patrimoni genetici identici, confermano il peso dell’ereditarietà nei disturbi dell’umore;
- eventi stressanti: gli accadimenti stressanti negativi possono giocare un ruolo significativo nell’esordio di un episodio depressivo. La morte o la malattia di una persona cara, il divorzio, la perdita del lavoro, l’inizio di un nuovo lavoro, il pensionamento, i conflitti relazionali, problemi di salute, problemi finanziari ecc. possono essere fonte di stress e fattori di rischio per la depressione;
- esperienze negative infantili: perdita di un genitore, abusi e violenza, clima familiare malinconico, possono condurre a una maggiore vulnerabilità al disturbo depressivo;
- disturbi fisici, farmaci, alcool, abuso di sostanze: l’alcool e altre sostanze di abuso possono causare o favorire la depressione, così come alcune patologie quali epatite, ipertiroidismo, ipotiroidismo, morbo di Parkinson, sclerosi multipla, mononucleosi, artrite reumatoide, e diversi farmaci come alcuni antipertensivi, antinfiammatori, antibiotici, cortisonici, anti concezionali, ecc.. Alcuni studi scientifici hanno messo in evidenza la correlazione tra un consumo eccessivo di caffeina e il disturbo depressivo.
- tratti della personalità: la tendenza a concentrare sempre l’attenzione sugli aspetti negativi della realtà può costituire un fattore di rischio o di mantenimento del disturbo.
Ma la causa principale che può condurci alla depressione è l’“aver perduto il contatto con il nostro Sé autentico”…
Senza che ce ne accorgiamo, anno dopo anno, sin dalla prima infanzia, il nostro ego guadagna sempre più terreno dentro di noi, usurpandolo al nostro vero sé, e la nostra spontaneità, l’autenticità, la vitalità iniziano a venir meno… La visione del mondo e della vita che assimiliamo sin da quando iniziamo a muovere i primi passi ci viene trasmessa soprattutto dalla sorgente avvelenata dell’Ego, quello dei nostri genitori, dei nostri insegnanti, della gente che ci circonda.
Raramente si ha la fortuna di crescere in un ambiente in cui saggezza, natura e consapevolezza siano le principali fonti da cui trarre ispirazione e conoscenza e da cui apprendere a vivere la nostra vita.
Di conseguenza, tutto ciò che ci viene insegnato o trasmesso è quasi sempre completamente alterato dalla visione ristretta del falso Sé, perennemente sbilanciato su questioni irrilevanti quali la ricerca del successo, del potere, del dominio, della competizione, piuttosto che su aspetti essenziali quali l’autenticità, la libertà interiore, la consapevolezza, la generosità, la nobiltà d’animo, l’Amore.
Per cui, quelle che vengono considerate le cause della depressione (traumi, eventi negativi, ereditarietà, tratti della personalità, disturbi fisici) sono in realtà soltanto elementi che esacerbano la “malattia”, da cui siamo tutti già in parte contagiati e la cui causa originale e fondamentale è l’esserci allontanati dal nostro Sé autentico.
Roberto Gentile (contatti)
Depressione: letture consigliate
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1. Ce la faccio da sola. Curare la depressione senza farmaci – Kelly Brogan, specialista in psichiatria e medicina psicosomatica, rovescia le idee convenzionali sulle cause e la cura della depressione. Il concetto chiave del suo libro è tanto semplice quanto rivoluzionario: la depressione non è una malattia, e non va curata con i farmaci; è invece al contempo un sintomo e un’opportunità, che ci invita a indagare a fondo su cosa non funziona nelle nostre abitudini di vita, per modificarle e puntare a un benessere ottimale.
2. Guarire. Una nuova strada per curare lo stress, l’ansia e la depressione senza farmaci né psicanalisi – David Servan-Schreiber è arrivato alla conclusione che la migliore medicina per alcune delle malattie più diffuse è il nostro stesso cervello. In questo saggio ci racconta come i problemi e le conseguenze di stress, depressione e ansia possano essere risolti attraverso il controllo della nostra mente, escludendo il ricorso a psicanalisi e Prozac. È una nuova medicina, la medicina delle emozioni che fa leva sull’intelligenza emotiva.
3. Come uscire dalla depressione. I consigli pratici per vincerla senza psicofarmaci – Nella visione psicosomatica la depressione è un “blocco” che segnala il bisogno di cambiare per arrivare al benessere e alla felicità. Ognuno possiede la chiave per guarire: per star meglio bisogna modificare il modo di vedere le cose e prenderci cura di noi stessi.
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