Trattamento del disturbo bipolareLa maggior parte delle persone con disturbo bipolare, anche affetta da forme gravi, può raggiungere un ottimo livello di stabilizzazione della malattia e condurre una vita normale. Poiché il disturbo bipolare è una malattia ricorrente, è quasi sempre indicato un trattamento di lunga durata.

Molti personaggi famosi soffrono o hanno sofferto di questo disturbo, convivendoci bene: Sting, Mel Gibson, Robert Downey Jr., Ben Stiller, Jim Carrey, Catherine Zeta-Jones, Francis Ford Coppola, Demi Lovato, Hemingway, Munch, Michelangelo, Churchill, Roosevelt…

L’approccio migliore al disturbo sembra essere quello che combina insieme psicoterapia e farmacoterapia. Quasi sempre si rivela più idoneo un trattamento continuo, piuttosto che saltuario: non deve essere trattato l’episodio, ma la malattia. Eventuali crisi maniacali o depressive vanno segnalate subito al proprio terapeuta, per interventi ad hoc.

I quattro punti chiave per una terapia ben riuscita sono:

  1. Psicoterapia
  2. Terapia farmacologica
  3. Auto-aiuto
  4. Psicoeducazione

Collaborando al meglio con i vostri medici curanti, potrete stabilire quale combinazione tra questi quattro aspetti sia la più adatta a voi.

Trattamento del disturbo bipolare: Psicoterapia

Molti studi hanno indicato che gli interventi psicologici (in associazione alla terapia farmacologica) possono migliorare la stabilità dell’umore, ridurre le ospedalizzazioni e migliorare il funzionamento. Possono aiutarvi ad aumentare la consapevolezza e la capacità di gestione del vostro disturbo e ad accettarlo, a distinguere se stessi e la propria personalità dalla malattia, a migliorare la gestione dello stress e indirettamente, quindi, a ridurre i fattori di rischio di ricaduta.


Scopo della psicoterapia è di assicurare che, una volta riportati sotto controllo i sintomi, abbiate capacità e strategie per prendervi in carico la vostra condizione e riportare la vostra vita sulla strada giusta. Vi aiuterà a costruire un ambiente favorevole in cui vivere la vostra condizione e a migliorare alcune vostre capacità di cui avrete bisogno per rimettere insieme la vostra esistenza una volta intrapresa la strada della guarigione.

Le opzioni psicoterapeutiche sono diverse. Con l’aiuto dei vostri medici curanti o tramite le informazioni fornite dalle associazioni professionali dei terapeuti o dai gruppi di sostegno per persone affette da disturbo bipolare potrete scegliere l’approccio e il terapeuta con cui vi sentite più a vostro agio.

Trattamento del disturbo bipolare: Terapia farmacologica

Obiettivi principali del trattamento del disturbo bipolare sono la stabilizzazione dell’umore, riducendo la frequenza e la gravità degli episodi maniacali e depressivi, e la prevenzione delle ricadute future. Per raggiungere questi obiettivi è di solito necessaria un’adeguata cura farmacologica con stabilizzatori dell’umore.

E’ importante ricordare che quando il farmaco inizia a fare effetto e cominciate a sentirvi meglio, potreste essere tentati di saltare alcune dosi. Tuttavia, se interrompete il trattamento farmacologico, probabilmente i vostri sintomi si ripresenteranno. Inoltre, in alcuni casi, la sospensione improvvisa dei farmaci può causare ulteriori sintomi come insonnia e confusione. Dunque, in ogni caso, non interrompete mai l’assunzione dei farmaci senza l’assistenza del medico che vi segue.

Possiamo suddividere i farmaci per il disturbo bipolare in tre tipologie:

  1. Farmaci utilizzati per il trattamento di episodi maniacali o misti (nello stato “misto” si presentano contemporaneamente sintomi depressivi e maniacali).
  2. Farmaci utilizzati per il trattamento della depressione.
  3. Farmaci utilizzati per mantenere stabile la condizione della persona e ridurre la possibilità di nuovi episodi maniacali o depressivi.

Le dosi dei farmaci utilizzati per il trattamento degli episodi maniacali, depressivi o misti, tendono a essere superiori a quelle usate per la stabilizzazione. Dunque, è probabile che eventuali effetti collaterali del trattamento degli episodi acuti scompaia nel momento in cui la vostra condizione sarà stabilizzata e le dosi dei farmaci ridotte.

1. Trattamento di episodi maniacali o misti

Il tipo di farmaco utilizzato dipenderà dalla gravità dei sintomi, dal tipo di disturbo bipolare di cui soffrite e da come ha reagito il vostro organismo in passato a questi farmaci.
I farmaci utilizzati includono:

  • Litio: il Carbonato di Litio può esser prescritto per controllare la fase acuta maniacale nel Disturbo Bipolare e può essere utilizzato come terapia di mantenimento e di prevenzione delle ricadute. Ci si deve sottoporre regolarmente a esami del sangue per verificare che la concentrazione di litio sia corretta. Il dosaggio deve rimanere entro un livello terapeutico che va da 0.5 a 1.0 mEq/l. Nelle fasi acute sono solitamente necessari livelli leggermente più alti (0.6-1.2 mEq/L).
  • Anticonvulsivi: alcuni farmaci utilizzati per la cura dell’epilessia sono anche impiegati per trattare gli episodi maniacali o misti minori in coloro che non hanno ancora iniziato la terapia stabilizzante oppure che hanno interrotto il trattamento farmacologico.
  • Farmaci antipsicotici: alcuni farmaci utilizzati per trattare le psicosi si sono dimostrati utili anche negli episodi maniacali acuti.
  • Terapia combinata: talvolta serve più di un farmaco per tenere i sintomi sotto controllo.

2. Trattamento degli episodi depressivi

Gli episodi depressivi sono spesso la parte più difficile da trattare nel disturbo bipolare. Lo scopo è di riportare il vostro umore a un livello tale da consentirvi di tornare alla normalità. La difficoltà è riuscire a farlo senza scatenare un episodio maniacale o ipomaniacale (gli antidepressivi possono favorire il passaggio a stati maniacali).


Per questo motivo, se vi è una tendenza ad attraversare episodi di mania, bisogna essere molto cauti quando questi farmaci vengono prescritti. Gli antidepressivi triciclici (imipramina, amitriptilina e clomipramina) sono molto efficaci, anche se presentano una maggiore possibilità di provocare passaggi rapidi a episodi di mania. Inoltre questi ultimi hanno maggiori effetti secondari. La sedazione o stitichezza sono alcuni fra i più frequenti.

Gli inibitori selettivi delle ricaptazione della serotonina (ISRS) sono gli antidepressivi più usati attualmente, visto che oltre ad essere più efficaci, hanno minori effetti secondari. I più utilizzati sono la fluoxetina, la paroxetina, la sertralina, il citalopram e l’escitalopram.

Gli inibitori selettivi delle ricaptazione della serotonina e noradrenalina (ISRNS) hanno invece un effetto più potente e possono essere considerati efficaci tanto quanto gli antidepressivi triciclici, sebbene la possibilità di causare un episodio di mania è maggiore rispetto agli ISRS. Quelli più utilizzati sono duloxetina e la venlafaxina.

3. Farmaci utilizzati per la stabilizzazione e prevenzione di nuovi episodi.

Durante la stabilizzazione vengono utilizzati diversi farmaci, da soli o in combinazione tra loro, per far sì che il vostro umore non passi da un estremo all’altro e per consentirvi di vivere normalmente. Il trattamento è studiato per impedire la ricorrenza di episodi maniacali o depressivi acuti, per ridurre altri sintomi che potreste avere e per aiutarvi a migliorare il modo in cui vi sentite nella vostra vita di tutti i giorni.

La terapia per la stabilizzazione e prevenzione di nuovi episodi è studiata come trattamento a lungo termine. Di solito, occorrono almeno due o tre settimane prima che cominciate ad avvertire dei miglioramenti.

Lo stabilizzatore dell’umore più conosciuto e più usato è il litio. La posologia quotidiana consigliata oscilla tra i 600 e i 2400 mg al giorno. È stato dimostrato come questo tipo di farmaco riduca la frequenza, la durata e l’intensità degli episodi di mania e di depressione. Se si raggiunge una situazione di stabilità è consigliato un livello di litio nel sangue tra i 0,60 e 0,80. Quando si manifesta un episodio, il livello corretto di litio dovrà essere superiore ai 0,80.

Gli altri farmaci utilizzati sono di tipo anticonvulsivo, vale a dire, si usano per il trattamento dell’epilessia, anche se è stato dimostrato che sono efficaci allo stesso modo anche per curare casi di disturbo bipolare. I più comuni sono ad esempio:

  • Valproato: si utilizza nel trattamento e nel mantenimento delle fasi di mania. La posologia abituale varia tra i 900 mg fino ai 1800 mg/giorno. I livelli nel sangue vanno quindi tenuti sotto controllo e devono trovarsi tra i 50 e 100 per risultare efficaci.
  • Carbamazepina: utilizzata come terapia di mantenimento del paziente. Il problema principale di questo farmaco è dovuto all’interazione con altri farmaci. Per questo motivo non si usa molto e si sostituisce spesso con Oxcarbamazepina, una forma di carbamazepina più evoluta.
  • Lamotrigina: si utilizza soprattutto per la prevenzione di episodi depressivi (per prevenire episodi di mania invece è stata dimostrata la sua scarsa efficacia). Il trattamento con questo farmaco deve essere fatto progressivamente, dato che a volte si possono produrre reazioni cutanee (ad es. la comparsa di puntini rossi che possono provocare prurito). Se queste macchie compaiono nelle mucose o nella bocca bisognerà consultare subito lo psichiatra.

Effetti collaterali

Come molti farmaci, anche quelli utilizzati per trattare il disturbo bipolare possono produrre effetti collaterali spiacevoli. Alcuni farmaci hanno maggiori probabilità di causare effetti collaterali rispetto ad altri e alcuni inducono effetti diversi all’inizio del trattamento rispetto alle fasi successive. In ogni caso, il vostro medico potrà aiutarvi a contenere gli spiacevoli effetti dei farmaci sia regolandone la dose, sia prescrivendovi direttamente un farmaco diverso.

Talvolta è difficile capire se un sintomo dipende dal disturbo o dai farmaci assunti per controllarlo. Ad esempio, se ritenete che la vostra capacità di ragionare con chiarezza e di assumere decisioni sia stata compromessa, potreste credere che dipenda da farmaci. A volte è così. Ma più spesso è uno dei sintomi della vostra condizione. In entrambi i casi, informatene il medico curante e lui vi aiuterà.

Gli effetti collaterali dei farmaci utilizzati per il disturbo bipolare includono:

  • Aumento della sete
  • Aumento della frequenza delle urine
  • Vista offuscata
  • Disturbi gastrici
  • Debolezza muscolare
  • Tremori alle mani
  • Diarrea
  • Emicrania
  • Vertigini
  • Rash cutanei
  • Maggiore appetito
  • Aumento di peso
  • Secchezza delle fauci
  • Disturbi sessuali
  • Sonnolenza
  • Abbassamento della pressione sanguigna

Trattamento del disturbo bipolare: Auto-aiuto

Si possono utilizzare molte tecniche e strategie per gestire il vostro umore e difendere l’ambiente esterno dalle conseguenze dei vostri episodi maniaco-depressivi.

Gestire lo stress

Lo stress è una delle principali cause che può innescare le vostre forti reazioni umorali.
Il primo passo è, osservandovi continuamente, imparare a capire, dai segnali del corpo e dal tipo di pensieri che invadono la vostra mente, quando lo stress sta iniziando a influenzarvi negativamente. Ad esempio, tenendo un diario dell’umore potete controllare se esistono schemi degli eventi o dei sentimenti che si verificano prima di un episodio. Questo vi consente di agire preventivamente.
Il secondo è utilizzare alcune tecniche e strategie per ridurre l’impatto dello stress sulla vostra vita. Ecco alcuni suggerimenti.

Imparare a rilassarsi

  • Se avvertite che una situazione sta diventando stressante, abbandonatela gradualmente (non “di colpo”, perché anche questo può generare stress).
  • Evitate alcool, sostanze stupefacenti, tè, caffè, cola. Tutte sostanze che possono indurre ansia.
  • Fate qualcosa di rilassante, ad esempio: ascoltate musica, fate un bagno, fate una passeggiata, leggete un libro o una rivista, meditate o praticate yoga.
  • Parlate con qualcuno. A volte è più facile affrontare i problemi dopo averne parlato con qualcuno.
  • Fate esercizio fisico regolarmente.

Semplificare la vostra vita

E’ una scelta opportuna evitare le situazioni che possono scatenare gli episodi:

  • Fate un elenco di situazioni che credete stressanti e trovate il modo di evitarle o farle diventare meno stressanti.
  • Non assumetevi troppi impegni professionali o sociali. Imparate a dire di no.
  • Evitate i turni notturni: possono disturbare il ritmo sonno-veglia e crearvi problemi.
  • Imparate a organizzare la giornata e attenetevi a quanto deciso.
  • Evitate i conflitti e, quando non vi riuscite, chiedete a un amico di fare da mediatore per aiutarvi a dirimere la questione.

Usare la tecnologia assistita

Se il disturbo interferisce in certi periodi con le vostre capacità di ragionare o ricordare, aiutatevi con strumenti che vi facilitino la gestione delle varie attività: semplici diari, calendari, computer palmari, ecc.

Gestire la depressione

  • Chiedete aiuto al vostro medico.
  • Spesso è solo la mancanza di sonno a rendervi più difficile svolgere tutte le vostre attività.
  • Spesso la depressione è dovuta alla mancanza di interessi o di passioni. Individuate alcune attività interessanti cui dedicarvi (senza esagerare: non fatevi sopraffare dal troppo “fare”).
  • Incontrate un amico che vi fa stare bene o chiamatelo al telefono.

Migliorare la vostra fiducia

Nei momenti in cui state bene, scrivetevi tutte le cose che vi piacciono della vita, in modo che possiate leggere l’elenco durante i momenti più difficili: potrebbe aiutarvi a rientrare in uno stato d’animo di serenità.

Unirsi a un gruppo di sostegno

Un gruppo di sostegno (ne esistono anche per le persone che si occupano delle persone affette dal disturbo) può essere di grande aiuto (mantenete però anche le vostre amicizie). Gruppi diversi sono specializzati in diverse aree di sostegno. Quindi è meglio cercare quello che più si adatta alle vostre esigenze. Magari potreste decidere di unirvi a più gruppi.

  • Potrete confrontarvi con persone che conoscono bene la vostra situazione e acquisire conoscenza su come risolvere molte problematiche legate al vostro disturbo.
  • Può essere di molto sollievo stare in un ambiente rilassato e sicuro per parlare con qualcuno che ha vissuto le vostre stesse esperienze. Potrebbe rendervi più facile esprimere i vostri sentimenti e diradare la nebbia che vi avvolge in alcuni periodi.
  • Può aiutarvi e sostenervi se talvolta vi trovate in conflitto con la legge, o in difficoltà finanziarie, o con problemi di discriminazione sul lavoro. E’ più facile difendere i propri diritti con un gruppo di sostegno forte e ben informato alle vostre spalle.
  • Molti gruppi di sostegno hanno legami con gruppi in altre aree della salute mentale o di altro genere e questo può essere un ulteriore vantaggio per dirimere l’ampia gamma di questioni cui potreste essere interessati.

Trattamento del disturbo bipolare: Psicoeducazione

Una maggiore conoscenza della vostra condizione aumenta la possibilità che possiate controllarla.

La psicoeducazione dovrebbe costituire parte integrante del vostro piano terapeutico complessivo. Una maggiore comprensione del disturbo e del trattamento vi aiuterà a gestirli in modo più efficace.

La psicoeducazione può essere condotta in molti modi diversi: sessioni individuali con un terapeuta, sessioni mirate specificatamente ai care-givers e ai familiari, sessioni di gruppo cui partecipano persone affette da disturbo bipolare e sessioni di gruppo misto cui partecipano sia persone affette da disturbo bipolare sia i loro familiari.

Un corso di psicoeducazione dovrebbe includere una serie di sessioni per un periodo di vari mesi o persino anni. La sua efficacia è maggiore nei periodi in cui vi sentite più stabili e in cui siete più predisposti ad acquisire le informazioni trasmesse.

Un tipico programma di psicoeducazione può coprire i seguenti argomenti:

  • che cos’è la malattia bipolare; cause, sintomi, decorso e prognosi;
  • farmaci stabilizzanti, antimaniacali e antidepressivi;
  • come riconoscere gli effetti collaterali e cosa fare;
  • livelli plasmatici: litio e valproato;
  • gravidanza e assistenza in campo genetico;
  • terapie alternative;
  • rischi associati all’interruzione del trattamento;
  • rischi nell’abuso di sostanze;
  • individuazione precoce degli episodi maniacali e depressivi e cosa fare;
  • come gestire lo stress e le relazioni personali;
  • assistenza nello stabilire una routine quotidiana regolare;
  • tecniche per il controllo dello stress;
  • come affrontare i problemi del sonno;
  • strategie di soluzione ai problemi;
  • suggerimenti di testi che trattano del disturbo bipolare.

La psicoeducazione per la famiglia può incentrarsi su tematiche quali le tensioni finanziarie, sociali e psicologiche che possono derivare dal dover assistere una persona affetta da disturbo bipolare.

Trattamento del disturbo bipolare: Salute generale

Il disturbo bipolare potrebbe rendervi più difficoltosa la conduzione di una vita equilibrata e sana, spingendovi, ad esempio, ad assumere sostanze stupefacenti, bere alcolici, fumare, ecc. Anche gli effetti collaterali dei farmaci potrebbero influire sulla vostra salute fisica.

Prendervi cura di alcuni aspetti della vostra salute generale sicuramente contribuisce a gestire al meglio la vostra condizione.

Tali aspetti includono:

  • Dieta: una dieta povera di grassi e ricca di verdure, pesce azzurro e cereali integrati può aiutarvi a mantenere pulito l’organismo e a contrastare gli eventuali aumenti di peso che alcuni farmaci possono indurre.
  • Esercizio fisico: si ritiene che gli ormoni prodotti durante l’esercizio fisico possano aiutarvi a risollevare l’umore. Inoltre l’attività fisica vi aiuterà a mantenere il peso sotto controllo, a migliorare il riposo notturno e a migliorare la vostra salute mentale.
  • Sonno: dormire poco può innescare episodi maniacali e dormire troppo può essere un segnale precoce di depressione. Stabilite una routine per la notte, andando a letto e svegliandovi sempre alle stesse ore. Evitate tè, caffè, cola, soprattutto prima di andare a letto. Svolgete esercizio fisico ed evitate alcolici. Provate tecniche di rilassamento, come ad esempio la mindfulness. Bevete qualcosa di caldo prima di coricarvi.
  • Igiene dentale: la trascuratezza che consegue alla depressione o la secchezza della bocca provocata dai farmaci possono favorire l’insorgere di alcuni problemi dentali. Seguite i consigli del vostro dentista sulla salute del cavo orale.
  • Alcolici: bere troppi alcolici può scatenare episodi depressivi o maniacali. Smettete o moderate l’assunzione di alcolici.
  • Fumo: meglio evitarlo.
  • Droghe: innescano episodi bipolari e/o interferiscono con i vostri farmaci.
  • Comorbilità: spesso possono insorgere altre patologie psicologiche o fisiche insieme al disturbo bipolare. E’ importante porre attenzione a tutte le comorbilità.

Trattamento del disturbo bipolare: curarsi senza farmaci

C’è chi ci riesce a gestire il disturbo grazie al litio o ad altri farmaci, c’è chi preferisce sondare altre vie, c’è chi non riesce ad accettare una cura farmacologica protratta a vita, allora può intraprendere un’altra strada: decidere di interrompere gradualmente lo stabilizzatore fino a liberarsene.

E’ un percorso difficile e molto personale, una via da intraprendere soltanto dopo aver imparato a conoscersi e aver individuato le concause che possono aver alimentato le precedenti crisi.

Un lavoro incessante di autosservazione e di continuo rafforzamento della propria volontà può rendere capaci di superare gli episodi più difficili senza l’ausilio dei farmaci. Un lavoro molto intenso attraverso discipline quali la meditazione, lo yoga o il tai chi, potrebbe servire allo scopo (praticandole per anni per qualche ora al giorno).

Da non confondere assolutamente con i capricci dell’ipomania, quando siamo fortemente certi che possiamo rinunciare alle cure, convinti che le medicine non serviranno più. Questo è l’errore più grande che possiamo commettere.

Lunatica. Storia di una mente bipolare

Un esempio di come riuscire ad attraversare un episodio maniacale affidandosi alle proprie risorse interiori lo ritroviamo nel libro di Alessandra Arachi (giornalista e scrittrice affetta da disturbo bipolare) “Lunatica. Storia di una mente bipolare” (Bur).

Nelle ultime pagine del libro, Alessandra, che comunque seguiva un trattamento farmacologico di mantenimento con il litio, racconta come si ritrovi improvvisamente alle prese con un episodio maniacale:

“Non ricordo quando ho smesso di preoccuparmi e nemmeno di vergognarmi. Forse dopo alcuni anni, quando sono riuscita finalmente a prendere una mia prima piccola rivincita sulla chimica e sulle medicine. Perché dopo alcuni anni è successo quello che statisticamente era previsto che potesse accadere: il mio cervello si è rimesso a correre, all’improvviso. E’ stato fantastico rendersene conto. Sentivo le parole che acceleravano, da sole. Anche le mani le vedevo muoversi più veloci, senza che io lo decidessi. Percepivo persino i pensieri più fluidi. Mi ammiravo dire battute comiche a raffica. Avevo meno sonno e mi svegliavo all’alba, pronta per una giornata che mi appariva davanti come una nuova avventura. Possibile che non fossi in grado di fermarmi?
Sono stata in grado. A modo mio, ovviamente.

Ho cominciato a scrivere, scrivere e scrivere: era l’unica maniera che conoscevo per scaricare energie senza aver bisogno di agitarmi in giro. Poi mi sono imposta di rimanere a letto. Non volevo prendere gocce per dormire e quando la mattina spalancavo gli occhi che ancora albeggiava mi obbligavo a non alzarmi, trascorrendo il tempo con giochi di numeri e parole. Non trovavo la concentrazione per leggere libri, dunque mi ero riempita il comodino di fumetti e riviste stupide. Funzionavano. Avevo abolito i caffè e cercavo di controllare le sigarette, lo psichiatra mi aveva spiegato che anche quelle possono aumentarne l’effetto dell’euforia. Misuravo persino le parole. Ero in vacanza con alcuni amici e mi sforzavo di lasciare parlare sempre prima gli altri. Non davo retta ai pensieri che cercavano di fare fughe in avanti. Stavo molto attenta a qualsiasi istinto aggressivo potesse attraversarmi il cervello. Insomma: è andata, alla fine.

Quando ho raccontato l’episodio allo psichiatra, ha sorriso. Tutto era successo in estate, quando lui era lontano e io, in qualche modo, ho voluto mettere in atto la mia sfida: non avevo aumentato la dose di litio. Non avevo voluto prendere calmanti. Soprattutto avevo percepito in maniera netta l’arrivo di quell’eccitamento, impossibile da dominare prima che mi spiegassero com’era fatto il mio disturbo. Adesso mi sentivo un guerriero che ha sbaragliato un esercito. Lo psichiatra non ha usato espressioni enfatiche per approvare il mio comportamento. Non le usa mai. Ma insieme al sorriso mi ha regalato tre parole: hai fatto benissimo”.

Un altro esempio di sfida al disturbo bipolare con le proprie risorse personali: la storia di Daniele

Roberto Gentile (contatti)

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