Risonanza magnetica encefalo per acufeni: a chi soffre di acufene (ronzii, fischi, ecc. all’orecchio) è consigliato di eseguire una visita da uno specialista in questo campo, in modo da riuscire a individuare la causa e impostare un trattamento efficace.
Esistono una serie di esami che possono essere utili per meglio definire il tinnito e identificarne le cause. Comunque, nonostante l’utilizzo di diverse tecniche, la maggior parte dei casi di acufene rimane priva di diagnosi certa.
Audiometria tonale.
L’esame audiologico consente di valutare le capacità uditive di una persona e consiste nel far ascoltare al paziente, attraverso delle cuffie, suoni di diversa intensità e frequenza: la più bassa intensità percepita rappresenta la sua soglia uditiva.
L’esame va effettuato in un ambiente silenzioso e tranquillo, valutando separatamente entrambe le orecchie. Nel paziente con acufene è utile per rilevare un eventuale abbassamento dell’udito (che è una delle cause più frequenti) e l’intensità del tinnito.
Risonanza magnetica encefalo per acufeni
Esami radiologici.
Esistono sostanzialmente due strumenti utili per la valutazione delle strutture dell’orecchio e del sistema nervoso centrale, la Tomografia Computerizzata (TAC) e la Risonanza Magnetica Nucleare (RMN). Queste due tecniche presentano alcune differenze tra loro, ma hanno un’efficacia diagnostica simile: possono verificare l’integrità delle strutture uditive o individuare un eventuale danno neurologico del nervo acustico o della corteccia sensoriale. Nel caso di acufene oggettivo, è possibile utilizzarle per stimare la vascolarizzazione dell’orecchio e dell’articolazione temporo-mandibolare.
Risonanza magnetica encefalo per acufeni: diagnosi approfondita
Oggi per impostare una terapia per l’acufene cronico efficace è necessaria un’indagine approfondita.
Non si tratta di accanimento diagnostico perché l’acufene può coinvolgere anche organi e funzioni apparentemente lontani dall’orecchio. La diagnostica per l’acufene cronico si avvale di:
Indagine anamnestica per identificare patologie otorinolaringoiatriche e sistemiche
Esame obiettivo per individuare eventuali alterazioni morfo-strutturali dell’area otorinolaringoiatrica.
Esame audiometrico vocale: indagine volta a valutare l’intelligibilità verbale del paziente; permette infatti di stimare la capacità del soggetto e misurare l’impatto sulla comprensione della voce.
Esame audiometrico tomale liminare: esame soggettivo che permette di determinare l’entità della perdita uditiva e la sede della lesione.
Acufenometria: esame che specifica la tonalità e l’intensità soggettiva dell’acufene.
Esame impedenzometrico: esame oggettivo che permette di distinguere i diversi tipi di calo uditivo e di diagnosticare alcune patologie, quali, ad esempio, la disfunzione tubarica e l’otosclerosi.
Potenziali evocati uditivi o ABR: esame che valuta oggettivamente la soglia uditiva e identifica la sede della lesione lungo la via uditiva nervosa.
Esami radiologici quali TC e RMN encefalo per escludere patologie organiche a carico delle strutture encefaliche e dell’orecchio interno.
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