Tumore del colon-rettoL’intestino è l’ultima parte dell’apparato digerente ed è l’organo deputato all’assorbimento delle sostanze nutritive che giungono dall’alimentazione. Si presenta come un tubo di diametro variabile con pareti flessibili. La lunghezza può variare dai 4 ai 10 metri. Si suddivide in intestino tenue, o piccolo intestino (duodeno, digiuno e ileo) e intestino crasso, o grosso intestino (colon, sigma e retto).


All’interno del colon continua l’assorbimento delle sostanze nutritive iniziato nelle precedenti sezioni dell’intestino, e si formano le feci, dal materiale residuo. Le feci, attraverso i movimenti peristaltici vengono condotte verso il sigma e il retto e poi espulse dall’ano.

Le cellule che rivestono la mucosa interna del tubo digerente a volte possono essere soggette a una proliferazione incontrollata che può innescare un processo che porta alla genesi di un carcinoma.

Tumore del colon-retto: tipologie

La maggior parte delle neoplasie del colon-retto consegue alla conversione in senso maligno di polipi, piccole protuberanze che si formano sulla mucosa dell’intestino. Esistono tre tipologie di polipi, non tutti a rischio di trasformazione maligna: iperplastici (contraddistinti da un tessuto epiteliale che prolifica velocemente), amartomatosi (chiamati anche polipi giovanili) e adenomatosi. Solo questi ultimi hanno una probabilità di trasformarsi in senso maligno.

La mucosa intestinale cancerogena può presentare caratteristiche diverse e di conseguenza si definirà con termini differenti: adenocarcinoma, carcinoma (raro), adenocarcinoma mucinoso, adenocarcinoma a cellule ad anello con castone.
I tumori del retto possono presentarsi con diversi aspetti: a polipo, a nodulo, con ulcere.

Tumore del colon-retto: cause

Tra i fattori di rischio che possono favorire l’insorgenza di questa patologia troviamo:

Fattori nutrizionali: alcune ricerche evidenziano che un’alimentazione povera di fibre e ad elevato contenuto di calorie e ricca di grassi animali è associata a un incremento delle neoplasie dell’intestino. Diete ricche di fibre, al contrario, sembrano avere funzione positiva.


Fattori genetici: alcune malattie ereditarie possono favorire lo sviluppo del cancro del colon-retto (poliposi adenomatose ereditarie, carcinosi ereditaria del colon-retto su base non poliposica). Le possibilità che il gene alterato posseduto dal genitore possa trasmettersi ai figli è di circa il 50%.

Fattori non ereditari: età (la prevalenza è molto superiore tra i soggetti di età compresa tra i 60 e i 65 anni rispetto a quelli che hanno 40-45 anni), storia clinica passata di polipi del colon o di un cancro del colon-retto, patologie infiammatorie croniche dell’intestino (morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa, ecc.).

Tumore del colon-retto: sintomi

Molto spesso la presenza di polipi è asintomatica. Nel 5% dei casi possono verificarsi lievi perdite di sangue che possono dichiararsi con un esame delle feci (“sangue occulto”). Alla diagnosi, circa il 35% dei pazienti presenta già metastasi al fegato.

La tipologia di sintomi varia in base ad alcune caratteristiche della neoplasia: la zona in cui è ubicato, la sua estensione e l’assenza o presenza di ostruzioni o emorragie. Spesso i segni possono confondersi con i sintomi che si manifestano in presenza di altre patologie dell’addome o dell’intestino. Possiamo riscontrare.

  • dolore addominale;
  • gonfiore addominale;
  • stitichezza o diarrea (da considerare un campanello d’allarme se la condizione diventa improvvisamente diversa dalla precedente, sempre regolare);
  • presenza di sangue nelle feci (sangue occulto);
  • mancanza di appetito e perdita di peso;
  • debolezza persistente;
  • anemia (pallore, debolezza e giramenti di testa);
  • febbre;
  • nausea e vomito;
  • palpabilità del tumore: quando raggiunge grandi dimensioni.

Tumore del colon-retto: diagnosi

Formulare una diagnosi precoce di cancro del colon-retto è molto difficile, perché spesso il processo è in gran parte asintomatico. Il medico procederà con un esame clinico, che consiste nella palpazione dell’addome per individuare eventuali masse anomale e nell’indagine rettale (il 70% circa di carcinomi rettali si percepiscono con le dita).

Un esame più specifico è la colonscopia, che può permettere anche di prelevare del tessuto per l’analisi istologica al microscopio.  Se la massa tumorale ha superato la grandezza di un centimetro, è possibile ricorrere all’ecografia transrettale, utile anche per rivelare eventuali infiltrazioni di cellule cancerogene nella parete dell’intestino e per controllare lo stato dei linfonodi circostanti.

La TAC con mezzo di contrasto permette di verificare la presenza di metastasi, lo stato dei linfonodi e degli organi vicini. Altri esami utili per approfondimenti vari possono essere: radiografia del torace, ecografia epatica, scintigrafia ossea, risonanza magnetica, PET.

Tumore del colon-retto: trattamento

Il trattamento standard è quello chirurgico, attraverso il quale si procederà alla rimozione della massa tumorale ed eventualmente (nei casi più avanzati) alla totale asportazione del tratto di colon interessato o del retto.

In questi ultimi anni, l’approccio conservativo viene utilizzato più spesso. Nei pazienti più gravi, quando il funzionamento del colon non consente più un processo di evacuazione efficace, viene eseguita una colostomia, cioè viene creata un’apertura sulla parete addominale attraverso la quale l’intestino può essere svuotato (ano artificiale). In questo caso, diventa essenziale la riabilitazione sia fisica che psicologica dei pazienti.

In alcuni casi particolari, la radioterapia eseguita prima dell’operazione può diminuire la massa e l’estensione del carcinoma, favorendo la conservazione dell’orifizio anale naturale.

Un ruolo fondamentale viene svolto dalla chemioterapia, sia quando il tumore è operabile sia quando è in uno stadio avanzato. Può essere di aiuto sia se effettuata dopo l’intervento, per ridurre il rischio di recidive, sia se praticata prima dell’operazione, per diminuire la dimensione del tumore e facilitare l’azione del chirurgo.

Nel tumore del retto svolge un ruolo essenziale la radioterapia, sia in fase preoperatoria che dopo l’intervento (riduce le recidive e aumenta le aspettative di vita).

Recentemente, anche i farmaci biologici (bevacizumab, cetuximab, erlotinib) iniziano ad avere un ruolo importante nel trattamento di queste patologie. Inibiscono lo sviluppo e la diffusione del tumore attraverso la modulazione di specifici processi molecolari e cellulari che partecipano alla progressione del tumore.

Sono in corso sperimentazioni, con risultati molto promettenti, sui carcinomi del colon-retto positivi per il gene HER2 mutato.

Tumore del colon-retto: prevenzione

Un buon numero di neoplasie del retto potrebbero essere identificate attraverso esami di esplorazione rettale eseguiti almeno una volta l’anno. Tra i soggetti di età compresa tra i 50 e i 75 anni, è raccomandata, ogni due anni, la ricerca di “sangue occulto” nelle feci, in grado di individuare la presenza di tumori del colon-retto nel 25% dei casi.

Alcuni medici, consigliano di sottoporsi a pratiche di screening appena compiuti i 50 anni, indipendentemente dalla presenza di una familiarità per il cancro.

Se si manifestano sintomi compatibili che questa patologia o se si hanno familiari cui è stata diagnosticata questa malattia, è consigliabile eseguire una colonscopia completa (almeno ogni 5 anni).

Alcune abitudini di vita possono essere utili: attività fisica regolare, alimentazione sana (prediligendo alimenti ricchi di fibre e eliminando o diminuendo il consumo di zuccheri raffinati, di carne rossa e di carne conservata.

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