Castagne non commestibili: esistono delle castagne “selvatiche”, che a volte potete rinvenire nei parchi, che non sono commestibili. Sono dette anche castagne “matte” e sono contenute ognuna in un suo riccio e non in gruppi. Le loro bucce più esterne sono giallognole e ricordano la forma di una mina. Il frutto all’interno è molto grande, lucido e arrotondato. Sono prive del ciuffo apicale caratteristico delle castagne propriamente dette e con la macchia chiara alla base più estesa.
R-Evolution: percorso di crescita interiore
Le castagne non commestibili sono prodotte dall’ippocastano (detto anche castagno d’India) e sono estremamente tossiche. Contengono numerosi principi attivi tra cui glicosidi e saponine triterpenici, soprattutto esculina, in concentrazioni tali da determinare nell’uomo emolisi cioè la rottura dei globuli rossi, aumentandone la permeabilità della membrana plasmatica. Il danno è ancora più importante nei casi di assunzione da parte di bambini.
Le castagne che vengono dai castagni, invece, sono piccoline rispetto alle castagne matte, sono contenute in gruppi all’interno di un riccio spinoso come un istrice e il riccio cambia colore secondo la maturazione, virando dal verde al marroncino.
Castagne non commestibili: proprietà terapeutiche
L’ippocastano è una specie vegetale molto impiegata nella fitoterapia, grazie soprattutto alle proprietà vasotoniche e vasocostrittrici che possiede, in grado di aumentare la resistenza dei capillari e di diminuirne la permeabilità, pertanto attiva la circolazione venosa e favorisce il ritorno venoso, oltre a esplicare attività antiedematosa e antinfìammatoria. Si utilizzano la corteccia dei rami, le foglie e i semi, raccolti maturi in autunno, pelati e fatti essiccare al sole.
Dalla corteccia si estraggono due composti derivati dagli zuccheri, l’esculina e la frassina, un tannino e una resina, mentre dai semi si ricava l’escina. Tutta la pianta è ricca di tannini, saponine e glucosidi. Viene utilizzata anche come additivo nei bagni per la sua proprietà di mantenere elastici i vasi sanguigni e di aiutare quanti soffrono di problemi circolatori. Si possono impiegare le foglie ridotte a un unguento contro le varici, le emorroidi e i geloni.
Gli estratti di ippocastano (acquista su Amazon) sono utili, in generale, per contusioni, couperose, crampi, disturbi della irrorazione venosa, edemi ed ematomi, ulcere varicose e venose, vene varicose. E’ indispensabile, però, usare l’ippocastano solo dietro prescrizione medica, e mai consumare la scorza e la corteccia di frutti e semi, perché sono tossici anche per i piccoli animali domestici. Considerato relativamente pericoloso, soprattutto per i bambini, per le persone oltre i 55 anni e per coloro che ne assumono quantità superiori a quelle consigliate per lunghi periodi di tempo. L’ippocastano, sia bianco sia rosso, è compreso fra i fiori di Bach.
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