Come coltivare i carciofi: il carciofo è una pianta perenne che cresce spontanea nelle zone più calde dell’area mediterranea. Dalla radice fittonante, all’inizio della primavera, spuntano le foglie di colore grigio-verde e dal centro della rosetta finale si diparte un fusto ramificato che ha al suo culmine un capolino fiorale. Questi capolini sono i carciofi, dalla caratteristica forma bombata alla base e foglie carnose terminanti in alcune varietà con una spina apicale.
La pianta pur essendo perenne va coltivata come pianta produttiva per 8-10 anni al massimo. Di solito i carciofi spuntano a primavera inoltrata, ma secondo le zone climatiche e con adeguate tecniche colturali si possono ottenere anche in autunno-inverno.
Il carciofo va coltivato nell’orto o in pieno campo. Ogni pianta può dare sino a dieci carciofi almeno, quindi anche poche piante permettono di raccogliere un buon numero di questi saporiti ortaggi.
Varietà
Definire tutte le varietà di carciofo non è semplice, quindi ci limiteremo al minimo indispensabile: innanzitutto i carciofi si distinguono tra varietà spinose e inermi. Un altro caposaldo per distinguerli è il colore: infatti, ci sono varietà violette e verdi. Per ultimo, secondo il loro ciclo biologico, i carciofi si dividono in varietà autunnali o rifiorenti e varietà primaverili.
Alcuni dei carciofi coltivati in Italia:
- spinoso sardo (coltivato anche in Liguria con il nome di carciofo spinoso della Liguria);
- catanese
- verde di Palermo;
- mammola verde;
- romanesco;
- violetto di Provenza;
- violetto di Toscana;
- violetto di Niscemi;
- precoce di Chioggia.
Come coltivare i carciofi: clima e terreno
Clima
Il carciofo richiede un clima mite, caldo e asciutto ma può adattarsi anche ai climi freddi. In tal caso, però, è bene proteggere le piantine giovani con una serra in materiale plastico, poiché temono gli sbalzi di temperatura e le gelate notturne. Resiste abbastanza bene fino a temperature di 0 e risente delle temperature molto elevate.
Il clima ideale è quello mediterraneo.
Terreno
Il carciofo si adatta bene a diversi tipi di terreno, prediligendo quelli siliceo-argilloso-calcarei, profondi, freschi, di medio impasto e buona struttura, ricchi di sostanza organica ed esposti a mezzogiorno o a sud-ovest. E’ molto sensibile ai ristagni d’acqua, soprattutto in inverno: oltre a favorire l’insorgere di marciumi radicali stimolano la pianta a un eccessivo sviluppo vegetativo a discapito della produzione di capolini.
In base alle modalità dell’impianto, la preparazione del terreno viene effettuata all’inizio dell’estate o in autunno. La vangatura (a una profondità di 40-50 cm), in funzione della grandezza del sito, può essere eseguita manualmente con la vanga, aiutandovi con un piccone in presenza di terreno molto duro, o con la motozappa.
Concimazione
Deve essere abbondante, specie quella organica a base di letame maturo o compost (4-5 kg/mq)(acquista su Amazon), da distribuire durante la preparazione del terreno. Il carciofo è un grande consumatore di azoto, fosforo (conferisce maggiore robustezza ai tessuti e rende i capolini più resistenti ai trasporti) e potassio (aumenta la precocità e la resistenza al gelo).
Procedete in questo modo:
- dopo aver tracciato il primo solco, distribuite nello stesso, a spaglio, lo stallatico maturo, utilizzando una forca;
- utilizzate le zolle del secondo solco (parallelo al primo) per coprire il letame collocato nel primo solco;
- distribuite letame nel secondo solco e copritelo con le zolle del terzo, e così via, fino a completare l’intero appezzamento.
Dopo l’intervento di vangatura, con il rastrello provvedete a livellare il terreno.
Come coltivare i carciofi: semina
Le carciofaie si possono realizzare anche per seme (acquista su Amazon), ma è sconsigliato, perché l’attecchimento è molto difficile. Si preferiscono i “carducci”, o polloni, germogli che si sviluppano alla base delle piante (provvisti di una porzione di radice), oppure gli “ovoli”, costituiti da una porzione di rizoma (propaggine sotterranea del fusto con funzione di riserva) provvista di gemme.
In un orto familiare si può avviare la coltura di questo ortaggio utilizzando piantine provviste di pane di terra, reperibili presso vivaisti orticoli specializzati. La messa a dimora di piantine provviste di pane di terra si effettua ad aprile-maggio.
In base alle zone e al ciclo produttivo scelto, l’impianto della carciofaia si esegue in estate o in autunno.
Si scavano buchette di 30 cm di diametro e 20 cm di profondità, ponendo sul fondo del terriccio mescolato a letame e si interrano i carducci o gli ovoli. I carducci si piantano in primavera (metà febbraio-metà aprile) o in autunno (metà settembre-fine ottobre), mentre gli ovoli in estate (luglio-agosto).
- Carducci: devono essere ben sviluppati, essere lunghi 30-40 cm e provvisti di 4-5 foglie, la cui parte terminale va tagliata di circa 4-5 cm al momento dell’impianto. E’ preferibile scegliere carducci con foglie a margine intero, perché producono un maggior numero di capolini e più precocemente.
- Ovoli: nelle zone meridionali dove è possibile irrigare, si può invece adottare il sistema che prevede l’impianto degli ovoli, durante la fase di riposo vegetativo delle piante.
Carducci
I carducci (o polloni) si prelevano dalle piante di 2-4 anni, più sane e rigogliose, dopo la ripresa primaverile e poco prima dell’impianto, quando le foglie raggiungono lo sviluppo di 15-20 cm. Per facilitare il loro prelievo si smuove la terra che ricopre le radici fino a scoprire il punto di inserimento dei carducci. Quindi per ogni pianta si scelgono tre carducci tra quelli sviluppati meglio e ben distanziati tra loro, destinati a rimanere in sede, tutti gli altri saranno prelevati con un coltello ben affilato o una roncoletta (acquista su Amazon).
Questa operazione, detta scarducciatura, si esegue ogni anno, anche quando non occorrono nuovi carducci da impianto. Dopo il prelievo si ricoprono le radici di terra e letame e si livella il terreno intorno alla pianta.
Per l’impianto si sceglieranno tra tutti i carducci prelevati quelli conformati meglio, muniti di una buona porzione di radice, con 1-2 radichette, senza gemme latenti, e con 4-5 foglie che vanno cimate a circa metà della loro lunghezza. E bene scartare quelli che si presentano legnosi, senza radichette e con foglie sviluppate eccessivamente.
L’occhio (punta della gemma) del carduccio deve essere a livello del suolo; ogni buchetta ne contiene tre, che dopo l’attecchimento vanno diradati lasciandone uno solo.
Ovoli
Gli ovoli, il cui impiego riduce la possibilità di mancate germinazioni, vanno invece prelevati dalla pianta madre in luglio-agosto. Si tengono per circa 2 giorni in mucchi coperti con sacchi, o con uno strato di paglia o di erba, bagnandoli 3 volte al giorno per favorirne il germogliamento.
Gli ovoli vanno interrati a circa 3-4 cm di profondità, serrando molto bene la terra.
Altri consigli
Al momento dell’impianto, sia che si tratti di piantine provviste di pane di terra, carducci o di ovoli, rispettate distanze medie di circa 1 metro sia tra le file sia sulla fila.
Prima di procedere alla messa a dimora della carciofaia adottando uno dei modi sopra indicati, sminuzzate le zolle impiegando un frangizolle e livellate successivamente il terreno con l’aiuto di un rastrello.
Nel caso in cui il suolo presenti difficoltà di sgrondo dell’acqua, occorre sistemarlo superficialmente formando aiuole sopraelevate di 15-20 cm, in modo da favorire il deflusso dell’acqua. Nel caso in cui l’acqua in eccesso non defluisca dalle aiuole, si possono infatti verificare fenomeni di asfissia radicale, ingiallimento delle foglie e conseguente riduzione della produzione.
Video: Coltivare i carciofi (by giardinaggio.it)
Come coltivare i carciofi: pratiche colturali
Annaffiatura
Per ottenere buoni risultati nella coltivazione del carciofo è essenziale curare particolarmente l’irrigazione, premunendosi di assicurare alle piante una costante umidità del terreno.
Nelle aree meridionali e su varietà autunnali, si interviene con le prime irrigazioni nei mesi estivi: si elude così il riposo vegetativo della pianta, anticipando molto la produzione. Le irrigazioni possono proseguire poi fino al mese di settembre-ottobre. Sono necessarie frequenti irrigazioni in estate, circa ogni settimana, e alcuni interventi in autunno qualora l’andamento climatico sia siccitoso.
Nelle aree centro-settentrionali e su varietà tardive (ad esempio, Romanesco e Violetto di Toscana) si irriga nel caso di primavere siccitose, per prolungare il periodo di raccolta e ottenere capolini di buona qualità.
Nell’orto è opportuno utilizzare il sistema di irrigazione per scorrimento-infiltrazione laterale dentro solchi; in questo caso è consigliabile scavare i solchi al momento dell’impianto della carciofaia.
Scarducciatura
Si esegue tra l’autunno e la primavera, più o meno intensa: in base alle condizioni colturali, la varietà, l’età della pianta e il numero di carducci lasciti nella precedente scarducciatura, vengono lasciati uno, due o tre carducci per pianta. Acquista un trapiantatore su Amazon
Video: Scarducciatura carciofi (by Bonduelle Italia)
Sarchiatura e scerbatura
Eliminate le erbe infestanti con regolari sarchiature (smuovere il terreno con una zappa)(acquista un sarchiatore su Amazon), che hanno anche lo scopo di rendere il terreno più arieggiato. Per non arrecare danni alla ceppaia e alle radici le sarchiature devono essere superficiali e non spingersi troppo in prossimità delle piante, dove invece si deve intervenire manualmente o con una zappa (scerbatura).
Gli interventi di scerbatura, ovvero zappature (acquista una zappa su Amazon) o eradicazioni manuali delle erbe infestanti, si rendono necessari nel corso della coltivazione, oltre che per ridurre la competizione, anche per proteggere la pianta da attacchi di afidi e da trasmissione di virosi.
Dicioccatura
Ha lo scopo di eliminare gli steli che hanno prodotto i capolini. Questa pratica si esegue dopo il primo anno dall’impianto, in giugno-luglio, quando le piante sono quasi secche. La dicioccatura consiste nel recidere gli steli circa 4 cm sotto la superficie del terreno, eliminando anche le gemme che si sono formate per ultime al di sotto di essi.
Per l’esecuzione di questo lavoro si consiglia l’impiego di una zappa a lama tagliente, poiché gli steli, essendo quasi secchi, oppongono una notevole resistenza al taglio e perché alla base possono presentare un diametro anche superiore ai 5 cm. Dopo averli staccati dalla pianta, è consigliabile accumulare e bruciare gli steli, quando consentito, per evitare il diffondersi di eventuali malattie e parassiti.
Rincalzatura
Al fine di non avere danni da gelo nelle carciofaie messe a dimora nelle zone fredde del Nord, con l’approssimarsi dell’inverno è buona norma rincalzare le piante, operazione che consiste nel portare terreno alla loro base. Questo lavoro può essere tralasciato nelle zone a clima più mite, come quelle dei laghi e dei litorali marini, e in quelle dove cresce l’olivo.
Concimazione minerale
Ogni anno, dopo il risveglio vegetativo della carciofaia (primi giorni di agosto), a settembre e poi a febbraio, si somministrano, per pianta o metro quadrato (visto che il sesto d’impianto più frequente prevede una pianta per metro quadrato), le seguenti quantità di concimi minerali: 40-50 grammi di perfosfato minerale-19; 20 grammi di solfato di potassio-50; 8 grammi di nitrato ammonico-26.
Tecnica colturale
Avvicendamento: di solito si tengono sul terreno 7-8 anni, meglio però rinnovarli dopo 4 anni. Possono precedere o seguire qualsiasi ortaggio.
Consociazione: è un ortaggio molto “socievole” e quindi le consociazioni consigliate sono svariate, lattuga, cipolla, piselli, ravanelli, porri, peperoni, fagiolini nani.
Come coltivare i carciofi: raccolta
La raccolta si esegue quando il gambo si è notevolmente allungato e il capolino presenta le brattee ben chiuse ed ha raggiunto le dimensioni tipiche della varietà. Se si ritarda la raccolta, si assiste a un aumento delle dimensioni del capolino, le brattee esterne tendono ad aprirsi e il colore di quelle interne a virare dal giallo paglierino al violetto. Via via che passa il tempo inizia a differenziarsi l’infiorescenza e il capolino perde di commestibilità.
La raccolta si effettua a mano eseguendo sul gambo un taglio a becco di flauto, asportando i capolini con una porzione di gambo lunga 5-10 cm, accorgimento che permette di aumentare la produzione per pianta, in quanto vengono lasciate tutte le foglie più giovani e attive.
In relazione alla varietà, il numero delle raccolte varia da un minimo di 3-4 ad un massimo di 10-15; il numero dei capolini prodotti per pianta oscilla da 4-5 a 14-15.
La raccolta dei capolini è scalare: inizia a febbraio-marzo e termina a maggio-giugno nelle varietà primaverili (Centro-nord), mentre inizia a ottobre novembre e termina a maggio nelle varietà autunnali (Sud).
Come coltivare i carciofi: conservazione
Si conservano in frigo per qualche giorno. Dopo averli puliti e sbollentati, è possibile conservarli negli appositi sacchetti in freezer per consumarli fuori stagione.
Proprietà terapeutiche
Il consumo di questo gustoso ortaggio è assai vantaggioso per il benessere del nostro organismo. Il carciofo è, infatti, in grado di stimolare la produzione di bile (sostanza liquida prodotta dal fegato) e di migliorare l’attività del fegato.
Il consumo di carciofi (stufati, lessati a vapore, ma le parti più tenere si mangiano anche crude) è utile per tutti coloro che soffrono di digestione difficile, di aumento del colesterolo nel sangue, di arteriosclerosi.
Il carciofo inoltre attiva la funzione depurativa renale. Per via urinaria sono eliminati, tra l’altro, i residui azotati del metabolismo e il carciofo è quindi utile nella gotta, nelle artrosi e in molte malattie della pelle.
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Come coltivare i carciofi: malattie e parassiti
- Mal bianco: si manifesta con macchie clorotiche (gialle) che si ricoprono di una bianca muffa farinosa. Le foglie colpite ingialliscono e si seccano. Le infezioni maggiori avvengono sul finire dell’estate, favorite dal caldo-umido.
A scopo preventivo, o alla comparsa delle prime manifestazioni della malattia, si possono effettuare due-tre interventi, a intervalli di 7-10 giorni, utilizzando zolfo bagnabile-80 (bio, irritante), alla dose di 30 grammi per 10 litri d’acqua e rispettando il tempo di sicurezza di 10 giorni. - Nottua: è alquanto temibile nelle regioni meridionali e nelle isole. Le larve dell’unica generazione dell’anno nascono in settembre-ottobre in Sardegna, e generalmente in gennaio-febbraio nelle altre regioni. Esse si nutrono delle foglie centrali della pianta, quindi scavano gallerie nelle nervature fogliari, minano lo stelo e raggiungono i capolini, per poi penetrare al loro interno e danneggiarli con le loro erosioni.
Per il contenimento delle infestazioni si può intervenire, nel periodo della nascita delle larve, con 2-4 interventi a turni di 12-14 giorni, utilizzando spinosad: dosi di 10 ml e 2,5 ml per 10 litri d’acqua, rispettando il tempo di sicurezza di 7 giorni. - Peronospora: la più temibile tra le crittogame; si previene utilizzando seme sano, prevedendo ampie rotazioni (4 anni), assicurando alle colture drenaggio e arieggiamento ed eliminando subito i frutti infetti.
- Afidi: infestano foglie e capolini con fitte colonie, che richiamano una nutrita schiera di predatori, rappresentati soprattutto da coccinelle. L’arrivo di queste ultime è spesso tardivo, per cui è necessario eliminare l’infestazione ricorrendo a un intervento con pirimicarb-17,5 (nocivo), piretrine naturali-4 (bio, irritante o non classificato) o deltametrina-1,63 (irritante), rispettivamente alle dosi di 20 grammi, 10 e 8 ml per 10 litri d’acqua.
- Mosca minatrice: depone le sue uova ovunque sulla pianta e le larve si nutrono dei tuberi rosicchiandovi gallerie. Le sue larve si eliminano con prodotti a base piretro.
Come coltivare i carciofi in vaso
Non è consigliabile coltivare carciofi in vaso, in quanto la pianta ha una radice molto profonda che costretta in un vaso soffrirebbe. Ciò premesso:
- Il carciofo ama il caldo, quindi la primavera è probabilmente la stagione migliore per la sua coltivazione.
- Il terreno da inserire nel vaso deve essere di medio impasto, fresco, profondo, caratterizzato da una buona quantità di materia organica e non troppo argilloso, calcareo o sabbioso. Aggiungete uno strato di argilla espansa (acquista su Amazon) sul fondo. La soluzione migliore è quella di mescolare del terriccio universale (acquista su Amazon) con del letame maturo (acquista su Amazon).
- Potete piantare in vaso sia i semi sia i carducci (polloni) delle piante. I semi sono molto difficili da gestire, quindi per una soluzione in vaso forse i carducci sono la scelta migliore. Scegliete quelli che hanno prodotto almeno 4-6 foglie.
Potete anche optare per delle piantine provviste di pane di terra reperibili presso vivaisti orticoli specializzati. - Quando preparate le buche per il trapianto, state attenti a non realizzarle eccessivamente profonde. Nonostante la presenza dell’argilla espansa a fare da drenante, il carciofo rimane molto sensibile all’alta umidità e ai ristagni d’acqua, che devono essere evitati il più possibile.
- Annaffiate le piante con regolarità ma senza esagerare nelle quantità e provvedete a eliminare i polloni che si creeranno: rischiano solo di sottrarre nutrimento.
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