Ho comprato una maschera perché pensavo di camuffare le mie paure, mettendola pensavo di essere una persona fuori dal comune, una sorta di super eroe ma non è stato così. Mi sono accorto che di maschere ne indossavo più di una, anche se non le vedevo. Penso che il più grande nemico dell’uomo non sia il diavolo ma se stesso.
Michele
Infatti. Del resto è un percorso obbligato per noi che veniamo al mondo in un’area culturale dove competitività, ambizione e individualismo sono i valori di riferimento. Da bambini non ci lasciano essere noi stessi. Il nostro sé è compresso lentamente e inesorabilmente in uno stampo, al torchio dei condizionamenti e delle false verità che costituiscono le fondamenta della nostra società, fino a quando non ha assunto la forma di una personalità perfettamente integrata nel sistema, tagliando fuori originalità, individualità, spontaneità, autenticità, creatività, libertà, e ogni altra “impurità” da eliminare.
Fin dai primi anni di vita ci rendiamo conto che essere noi stessi molto spesso non “paga” e la nostra giovane anima mercantile inizia subito a prendere forma: essere veri non presenta alcuna utilità, è più conveniente “sembrare” veri, in questo modo si può “essere veri” in migliaia di modi differenti e vantaggiosi per ottenere ricompense o scongiurare punizioni. Ci creiamo una personalità per ogni situazione: una per l’acredine latente di nostra madre, alcune per le idiosincrasie di nostro padre, una per i nostri amici, un’altra per i nostri colleghi… e una anche per noi stessi, pronta a saltar fuori e a rassicurare il nostro ego sulla propria perfezione e sulla evidente inferiorità di tutti quelli che ci circondano…
Trascorriamo tutta la vita a togliere e indossare maschere tentando disperatamente e irrazionalmente di estendere le nostre capacità istrioniche a ogni possibile circostanza, senza renderci conto che basterebbe semplicemente essere noi stessi e smettere di adattare le nostre forme al mondo che ci circonda per scoprire con meraviglia che sarebbe il mondo stesso a modellarsi e ad adattarsi al nostro volto autentico.
Non possiamo evitare di trascorrere parte della nostra vita a cesellare la nostra personalità alla ricerca spasmodica e insensata della perfezione, ma quando, attraverso un riflesso inaspettato e improvviso, ci accade di scorgere le deformità innaturali dei nostri mille volti, non affrettiamoci sgomenti a nasconderli sotto un altro travestimento, ma strappiamo via le nostre maschere una a una e riveliamo finalmente il nostro vero essere a noi stessi e all’infinito che ci circonda…
Ciao Michele
Roberto
Caro Roberto, spesso riscontro che la comunicazione con persone vicine non è completa, e a volte perfino poco veritiera e mi accorgo che in buona fede, noi tutti ci raccontiamo piccole o grandi bugie per evitare di fronteggiare qualcosa che ci mette in difficoltà. Cosa ne pensi? Ti ringrazio
Laura
È vero, Laura, e per comprendere perché ciò accada, è sufficiente che immagini per un attimo te stessa esprimere a voce alta i tuoi pensieri nei rapporti quotidiani con la gente. Dire, ad esempio, al tuo ragazzo, che probabilmente non ti dispiacerebbe verificare le prestazioni del nuovo divano letto con il suo migliore amico, o far notare alla tua insegnante di disegno artistico la sua assoluta mancanza di gusto nella scelta dell’accostamento dei colori dei suoi abiti, o manifestare a un’amica il tuo stupore per il suo evidente rapporto morboso con il denaro…
Per non perdere l’approvazione degli altri, ci riduciamo ad affermare il falso talmente spesso che mentire diventa la nostra “vera” natura, il nostro atteggiamento prevalente, che, sedimentando sul fondo melmoso del nostro inconscio, guiderà meccanicamente le nostre scelte e la nostra vita. Non sappiamo più dove inizia e dove finisce la realtà, ci preoccupiamo soltanto di capire dove inizia e dove finisce il nostro tornaconto, e svendiamo la verità per pochi centesimi di gratificazione personale…
Questo è il modello di comportamento dominante nella nostra società, se ti adegui a esso non potrai mai incontrare te stessa e conoscere la libertà. Esiste un altro modello di comportamento cui attenersi all’interno della nostra cultura, adottato da un numero esiguo di individui: non preoccuparsi assolutamente del giudizio degli altri ed essere se stessi in ogni istante della propria vita (senza mancare di rispetto o ferire irragionevolmente gli altri). Soltanto chi avrà il coraggio di accettare tutte le conseguenze di questa scelta sarà libero di librarsi con le proprie ali verso questo cielo infinito…
Ciao Laura
Roberto (contatti)
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