ToxoplasmosiLa toxoplasmosi è una malattia parassitaria causata dal parassita Toxoplasma gondii. Le infezioni da toxoplasmosi solitamente non causano sintomi negli esseri umani adulti. Talvolta si possono riscontrare un paio di settimane o un mese di lieve malattia simil-influenzale, come dolori muscolari, linfoadenopatia e in pochi casi si sviluppano problemi agli occhi, ma solo a coloro che hanno un sistema immunitario debole possono verificarsi sintomi gravi come le convulsioni e una scarsa capacità di coordinamento.

Se una donna viene infettata durante la gravidanza, una condizione nota come “toxoplasmosi congenita“, può trasmettere l’infezione al feto. Leggi più in basso il paragrafo: Toxoplasmosi in gravidanza.


Il Toxoplasma gondii vive in genere nel tratto intestinale del gatto, che si infetta cibandosi di carne di piccoli roditori. Esso rappresenta l’animale sorgente per la riproduzione del protozoo, in quanto nel suo intestino il toxoplasma svolge il suo ciclo di riproduzione sessuata. Le ovocisti vengono emesse con le feci del gatto e possono essere ingerite da un altro animale o rarissimamente dall’uomo, i quali rappresentano quindi i suoi ospiti intermedi

La coabitazione tra gatti e uomo non è un fattore di rischio importante per l’infezione di Toxoplasma, in quanto il gatto elimina le ovocisti solo per 1-2 settimane in seguito all’infezione, e le stesse non sono ancora infettanti, poiché sporulano nel terreno nell’arco di 1-5 giorni; quindi con una regolare pulizia della lettiera e dell’ambiente si annulla il rischio. Molto più pericoloso, è cibarsi di carni crude o poco cotte (specie di agnello e suino), di insaccati, di verdure lavate male o di latticini non pastorizzati.

Toxoplasmosi: come si trasmette

Le modalità di contagio sono:

  • ingestione del parassita attraverso feci di gatto infette nel periodo in cui elimina il parassita (1-2 settimane): acqua contaminata da feci di gatto infette; cibo contaminato da feci di gatto infette, in particolare le verdure dell’orto dove i gatti possono andare a defecare; durante la manipolazione di feci di gatto; durante il giardinaggio se la zona è contaminata;
  • ingestione del parassita presente nella carne cruda o poco cotta (nella carne il parassita è presente in piccole cisti nei muscoli; anche il pesce può essere contaminato nei casi in cui ingerisca feci di gatto infette, quindi pesci pescati vicino alle fognature);
  • nel latte crudo di animali infetti (la pastorizzazione inattiva il parassita);
  • infezione per via congenita, cioè passaggio del parassita dalla madre al feto attraverso la placenta.

Toxoplasmosi: sintomi

L’infezione si presenta in tre fasi:

Toxoplasmosi acuta

La toxoplasmosi acuta è spesso asintomatica negli adulti sani. Tuttavia, possono manifestarsi alcuni sintomi simil-influenzali: ingrossamento dei linfonodi, mal di testa, febbre e stanchezza, dolori muscolari e dolori che durano per un mese o più. Raramente un essere umano con un sistema immunitario pienamente funzionante sviluppa sintomi gravi dopo l’infezione.


Le persone con sistema immunitario indebolito possono andare incontro a mal di testa, confusione, scarsa capacità di coordinazione, convulsioni, problemi polmonari che possono assomigliare alla tubercolosi o polmonite da Pneumocystis carinii (un’infezione opportunistica comune che si verifica nelle persone con AIDS) o visione offuscata causato da una grave infiammazione del retina (toxoplasmosi oculare).

I bambini e le persone immunocompromesse, come coloro affetti da HIV/AIDS o che assumono alcuni tipi di chemioterapia o che hanno recentemente ricevuto un trapianto d’organo, possono sviluppare una grave forma di toxoplasmosi. Ciò può causare danni al cervello (encefalite) o agli occhi (retinocoroiditi necrotizzante). I neonati infettati attraverso la trasmissione placentare possono nascere con uno di questi problemi o con malformazioni nasali, anche se queste complicanze sono rare.

Toxoplasmosi latente

Grazie alla sua natura asintomatica, è facile per un ospite essere infettato dal Toxoplasma gondii e sviluppare la toxoplasmosi senza saperlo. Anche se lievi sintomi simil-influenzali, di tanto in tanto, si possono verificare durante le prime settimane dopo l’esposizione, l’infezione da T. gondii non produce segni e sintomi facilmente osservabili negli adulti sani. Nella maggior parte delle persone con un sistema immunitario sano, l’infezione entra in una fase latente, durante il quale sono presenti solo bradizoiti (cisti di tessuto).

Queste cisti tissutali, oltre a lesioni, possono verificarsi sulla retina, sul rivestimento alveolare dei polmoni (dove un’infezione acuta può mimare un’infezione da Pneumocystis jirovecii), nel cuore, nei muscoli scheletrici e nel sistema nervoso centrale (SNC), compreso il cervello. Le cisti si formano nel sistema nervoso centrale al momento della infezione da T. gondii e persistono per tutta la vita dell’ospite. La maggior parte dei bambini che sono infettati nell’utero, non presentano sintomi alla nascita, ma possono svilupparli più tardi nella vita.

Studi sierologici hanno stimato che il 30-50% della popolazione mondiale è stata esposta al parassita e può essere cronicamente affetta da toxoplasmosi latente, anche se i tassi di infezione differiscono in modo significativo da un paese all’altro. Questo stato latente di infezione è stato recentemente correlato con numerose malattie, alterazioni neuronali e cambiamenti comportamentali.

Toxoplasmosi cutanea

Raramente possono riscontrarsi lesioni cutanee in forma acquisita della malattia, tra cui roseola ed eruzioni come l’eritemamultiforme. Possono verificarsi noduli come il prurigo, l’orticaria e lesioni maculopapulari. I neonati possono avere macchie puntiformi o ecchimosi. La diagnosi di toxoplasmosi cutanea si basa sulla forma tachizoite del T. gondii che può essere trovata nell’epidermide. Esso può essere identificato mediante microscopia elettronica o mediante colorazione di Giemsadove il citoplasma appare blu e il nucleo rosso.

(Fonte: Wikipedia)

Toxoplasmosi: trattamento

Il trattamento viene spesso consigliato solo per le persone con gravi problemi di salute, come ad esempio le persone con HIV la cui conta dei CD4 è di meno di 200 cellule/mm3, poiché la malattia è più grave quando il sistema immunitario è debole. Il Trimetoprim/sulfametossazolo è il farmaco di scelta per la profilassi della toxoplasmosi, ma non per il trattamento della malattia attiva. Uno studio del 2012 mostra un nuovo modo promettente per trattare la forma attiva e latente di questa malattia utilizzando due chinoloni.

Toxoplasmosi: gravidanza

Le donne in gravidanza che contraggono per la prima volta l’infezione possono trasmetterla al feto dando aborti, parti prematuri, mortalità neonatale. Nel feto l’infezione congenita, contratta attraverso la placenta deriva da un’infezione della madre durante la gravidanza o appena prima (l’infezione contratta almeno 6 mesi prima dell’inizio della gravidanza rende improbabile la trasmissione al feto).

La gravità e l’incidenza dipendono dal momento della gravidanza: la possibilità di infezione fetale aumenta con il progredire della gestazione in cui si è infettata la madre: 17% nel primo trimestre, 45% nel secondo trimestre, 65% nel terzo trimestre; la possibilità che l’infezione fetale dia luogo a manifestazioni gravi è, al contrario, più elevata nelle infezioni precoci che in quelle tardive; le conseguenze possono essere:

  • aborto;
  • deformazioni craniche (idrocefalo, più raramente microcefalia o anencefalia);
  • sequele tardive (tra cui ipoacusia, deficit intellettivi, lesioni della retina che possono manifestarsi immediatamente alla nascita o più tardivamente, anche in età scolare);
  • condizioni cliniche lievi e transitorie;
  • forme subcliniche senza alcuna sintomatologia;
  • in ogni caso è importante ricordare che il toxoplasma è un protozoo, quindi è sensibile alla terapia antibiotica. La diagnosi deve essere rapida e la terapia instaurata precocemente. I bambini asintomatici ma con un’evidenza sierologica di infezione contratta in gravidanza vanno controllati anche dopo il primo anno di vita.

Diagnosi e cura

La diagnosi tempestiva e il trattamento antibiotico appropriato possono ridurre il rischio di danno al feto.

Eseguire l’esame in epoca preconcezionale

E’ utile eseguire l’esame in epoca preconcezionale perché permette di discriminare le donne che hanno già avuto questa malattia da quelle che la possono prendere in gravidanza. Se una donna ha già avuto la toxoplasmosi può stare tranquilla e non sarà necessario eseguire ulteriori controlli. Invece le future mamme che non hanno avuto la Toxoplasmosi e non hanno anticorpi protettivi dovranno prendere alcune precauzioni igienico-alimentari per ridurre il rischio di infezione e ripetere periodicamente l’esame del sangue in gravidanza, per assicurarsi di non essersi ammalate senza accorgersene. Se questo fosse accaduto, valuteranno con il medico come verificare gli eventuali effetti sul bambino e le misure da prendere.

Prevenzione

Le informazioni importanti da conoscere sono:

  1. E’ impossibile contrarre l’infezione dal cane.
  2. E’ raro contrarre l’infezione dal gatto in quanto devono sussistere alcune condizioni:
  • il gatto deve essere infetto, e deve essere nella fase in cui elimina il parassita con le feci, fase che dura circa 15 giorni;
  • il parassita contenuto nelle feci appena emesse non è infettante, ma impiega 2-5 giorni per diventarlo, per cui solo dopo questo periodo di tempo le feci del gatto rappresentano una fonte di infezione;
  • è necessario ingerire le feci infette, con le normali precauzioni igieniche si esclude comunque il rischio d’infezione;
  • è buona norma utilizzare i guanti o lavarsi bene le mani dopo aver pulito la lettiera del gatto o aver fatto giardinaggio, in quanto la terra può contenere feci di gatto infette.
  1. E’ molto frequente contrarre l’infezione mangiando la carne cruda o poco cotta di animali infetti (bistecca al sangue, salumi, insaccati, ecc.) o la verdura dell’orto contaminata dalle feci infette del gatto.
    È necessario quindi mangiare la carne e i vegetali solo dopo cottura completa; la frutta e verdura crude possono essere consumate dopo accurata disinfezione con Amuchina; tali accortezze non sono necessarie per la verdura che viene sbucciata e per la frutta colta in alto.
  2. Per le persone più scrupolose durante la gravidanza è possibile escludere ogni rischio di contagio attraverso il gatto seguendo queste precauzioni: accertarsi se il gatto è positivo o negativo facendo eseguire un esame del sangue dal veterinario; se il gatto risulta positivo significa che ha già avuto la malattia e, avendo sviluppato l’immunità non ci sono rischi che possa eliminarla; se il gatto risulta negativo dovrà seguire la stessa dieta preventiva prescritta in precedenza, evitando verdure e carni crude; inoltre dovrà evitare di uscire in modo che non si possa infettare nell’ambiente esterno mangiando piccole prede, erba o acqua infette.

ARTICOLI CORRELATI

> Toxoplasmosi cerebrale
> Toxoplasmosi in gravidanza
> Toxoplasmosi: alimenti da evitare
> Patologie: indice generale