Perché dobbiamo sperimentare tutto questo dolore?Caro Roberto
è stata una piacevole sorpresa trovare il tuo sito. Mi dà conforto nei momenti in cui sono giù. Ti scrivo per avere un tuo punto di vista su questa questione: perché dobbiamo sperimentare la nostra esistenza? Perché dobbiamo “dimenticare” e per “ricordare” sperimentare il dolore?


In passato ho trascorso davvero dei momenti bui. Per fortuna sono riuscita a rialzarmi arrivando intuitivamente a prendere contatto con la parte silenziosa di me e a sperimentare momenti di gioia e fusione col tutto. Mi sentivo bene, stavo trovando la mia strada. Poi sono stata travolta da un’ondata nera, un maremoto di pece nera e vischiosa. Sto cercando nuovamente di riprendermi ma iniziano a mancarmi le energie e non sono più riuscita a trovare quella dimensione nonostante la meditazione (che prima di questo “maremoto” mi veniva spontanea e adesso non più).


Allora mi chiedo: perché devo sperimentare vita dopo vita tutto questo? A cosa serve questo ordine di cose? Perché c’è bisogno che io m’identifichi con queste esistenze dimenticando di essere parte di un Tutto e soffrire da morire?


Grazie per la tua gentile attenzione e per la possibilità che dai agli altri di poter usufruire delle tue esperienze e punti di vista.

Paola

Se ti poni domande inutili, otterrai soltanto risposte inutili… :- )

Sei interessata a scoprire i segreti dell’esistenza o a svelare i segreti per un’esistenza felice?
Noi stiamo all’Universo come un atomo del nostro corpo sta a noi. Credi che una nostra molecola abbia qualche speranza di comprendere il funzionamento della nostra mente e dell’intero organismo in cui dimora? Non credo che una nostra cellula abbia molte possibilità di risolvere problemi di trigonometria o tradurre una versione di Tacito dagli “Annales”.
Allo stesso modo, noi non possiamo pretendere di riuscire a comprimere l’infinito in qualche centimetro cubico di materia grigia. Le leggi dell’esistenza sono quelle che sono, non le abbiamo scritte noi, e se anche ne conoscessimo le motivazioni alla base, probabilmente ansie e sofferenze continuerebbero a fare da contrappunto ai nostri momenti di gioia…

La domanda corretta è: data questa realtà, esistono soluzioni per ridurre il dolore nella nostra vita?

Del resto, se ci pensi un attimo, come potrebbe esistere la vita senza sofferenza? Cosa spinge al movimento e al mutamento se non le frustrazioni che derivano dalla fame, dal freddo, dalle mancanze, dalle pulsioni a soddisfare i desideri (per modificare uno stato dell’essere spiacevole)?
Se la gioia fosse sempre presente, sarebbe tutto immobile, immutabile; nessun movimento, né crescita, né evoluzione… niente vita…
Dunque vita e sofferenza non possono esistere l’una senza l’altra, però attraverso una comprensione profonda si può evitare il 99% di sofferenza inutile che è propria dell’uomo e della sua ignoranza.

Pur di non affrontare paure e problemi irrisolti della nostra vita preferiamo perderci in inutili elucubrazioni intellettuali. Se il tuo obiettivo è di vivere con gioia il tempo a tua disposizione nel mistero di questa esistenza, dovresti focalizzare la tua attenzione su questioni essenziali e impiegare ogni tua energia nel tentare di risolverle.

Paola, lo so che sei stanca di lottare e che è frustrante dover ricostruire per l’ennesima volta la propria casa interiore distrutta da un’onda anomala, ma basterebbe un attimo per venir fuori da questo circolo vizioso: devi semplicemente realizzare che le macerie che ti circondano sono soltanto frantumi del tuo ego… Non devi ricostruire niente, a Te non è accaduto nulla di male e nulla può accaderTi… Devi solo prendere atto di questa verità e ti renderai conto che è tutto a posto… :- )

Ciao

Roberto (contatti)


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