Ciao, complimenti per questo sito, sarebbe interessante se la tua vita fosse anche descritta in maniera più dettagliata, se ti va, per capire meglio cosa ti ha spinto a riflettere su questi temi, e chi eri prima, com’era la tua vita.
Mi sono talmente disabituata ad avere un dialogo con le persone senza pensare che farmi capire sia uno sforzo troppo grande, nonché vano, che mi riesce difficile scrivere. Non mi metto a scrivere tutta la mia storia, è passata, anche se mi ha profondamente scosso, facendo crollare tutte le mie false certezze, e ciò a distanza di tre anni lo riconosco come un bene. Ma ora non so più che fare, come agire, in che direzione andare. Ho una laurea in economia che mi fa cag—e, scusa il termine 🙂 e dopo quasi due anni non lavoro ancora scartando qualsiasi proposta a priori, perché non riesco a pensare che una vita di routine e sacrifici possa essere la strada per sentirsi realizzati, anche se in un’università come la mia imperava questo tipo di mentalità.
Allo stesso modo temo che intraprendere altre strade, magari sviluppare la mia parte più creativa, che anni e anni di inutili nozioni scolastiche ed universitarie hanno totalmente annullato, possa essere stupido, che dovrei trovarmi il cosiddetto lavoro sicuro e portare il pane a casa senza pormi tante domande su quali possano essere le mie inclinazioni e le attività che farei con gioia.
Sono arrabbiata con me stessa per come ho lasciato che una delusione amorosa (e il precedente lutto paterno quand’ero solo una ragazzina) mi abbia posto in questo stato ansiogeno e confusionale, dove vorrei che le cose accadessero, ma in realtà sono io che lo impedisco.
Ho un ragazzo, mi sta dando serenità, quando siamo insieme sto bene ma allo stesso modo provo sempre una distanza: le persone se ne vanno da un momento all’altro, e tu ti ritrovi allo sbando, completamente indifesa. Per abituarmi a sopportare il dolore privo di significato tutto. Così vado avanti, ma non ho una meta, mi sento aliena rispetto a una società che ti offre modelli di vita che servono a tutto tranne che a permetterti di trovare e accettare il tuo modo d’essere.
Spero avrai due parole per me, cmq grazie e ciao
Chiara
È la sofferenza che ci spinge a indagare su noi stessi e a riflettere su questi temi. Chi si è “prima” è irrilevante. Quando i tempi sono maturi, il nostro vero sé inizia a premere più insistentemente per venire alla luce e l’impatto con la forza contraria dell’ego che tenta di impedirgli il passaggio in superficie provoca il dolore esistenziale che induce l’uomo a interrogarsi sugli aspetti più profondi dell’esistenza, alla ricerca di soluzioni reali che possano porre fine al malessere interiore che lo consuma…
Non è importante sapere quale particolare tipo di evento esterno contribuisce a far raggiungere la soglia di sofferenza oltre la quale inizia una vera ricerca della verità. Per alcuni possono essere determinanti eventi traumatici di notevole intensità, per altri è sufficiente la graduale e naturale spinta nel corso degli anni della propria essenza che vuole liberarsi dalle opprimenti catene dei condizionamenti e delle repressioni…
In ogni caso, quando il dolore esistenziale raggiunge il limite stabilito dal Caso per ogni individuo, le alternative a nostra disposizione sono due: o troviamo le risposte giuste o continuiamo inesorabilmente a soffrire…
Tu giustamente evidenzi: “…una società che ti offre modelli di vita che servono a tutto tranne che a permetterti di trovare ed accettare il tuo modo d’essere”. Hai individuato perfettamente l’unica causa del nostro disagio esistenziale (e il sentirsi “alieni” è un segnale molto positivo). Una grave patologia affligge l’intera nostra società, per cui soltanto chi è in una certa misura “malato” può adattarsi ai suoi schemi. Se sei privo di nevrosi, completamente sano, felice e traboccante di energia è perché hai scelto di essere te stesso fino in fondo e di seguire le regole che nascono spontanee dal tuo essere e non quelle sociali. Paradossalmente, come sottolinea Fromm nei suoi scritti, spesso a soffrire di più sono le persone più sane, il cui vero sé è costantemente impegnato in una strenua lotta per non cedere e adattarsi a regole culturali tanto insensate…
Per imparare a fidarti e a seguire i suggerimenti della tua anima, leggi i libri di saggi e maestri (ad esempio, Dyer, Zukav, Eckhart Tolle, Osho, Morelli, Adyashanti, Jon Kabat-Zinn, ecc.).
Ancora non te ne rendi conto ma la tua consapevolezza è molto profonda e soltanto un velo ti separa dai primi bagliori di verità. Fatti guidare dal tuo cuore, quello che leggerai potrà apparirti all’inizio (così come è accaduto a me) un po’ difficile da accettare, ma poi pian piano comincerai ad assorbire frammenti di verità che nutriranno la tua anima e faranno sciogliere tutto il tuo dolore… fino a quando non sarai sopraffatta da una gioia naturale, priva di cause… e Ti sentirai a casa…
Ciao Chiara 😀
Roberto (contatti)
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