Mal di gola gravidanza toxoplasmosiMal di gola gravidanza toxoplasmosi: il Toxoplasma Gondii è un protozoo intracellulare, che può infettare diversi animali. L’infezione primaria è spesso asintomatica nell’uomo adulto e immunocompetente, ma può manifestarsi con linfoadenomegalia, febbre, stanchezza, mal di testa e mal di gola. Il mal di gola, così come gli altri sintomi, possono essere scambiati per un comune raffreddore.

Mal di gola gravidanza toxoplasmosi: trasmissione

L’infezione può avvenire mediante ingestione di carni crude di animali infetti, latte non pastorizzato, contatto con terreno contaminato o ingestione di alimenti contaminati (tra cui verdure non adeguatamente lavate) da feci di gatto o altri animali infetti.


La risposta immunitaria successiva all’infezione primaria protegge di norma da successive reinfezioni; il Toxoplasma permane tuttavia nell’organismo nella forma di cisti (in particolare nei muscoli e nel cervello) che, in condizioni di immunosoppressione, possono nuovamente rilasciare la forma attiva del microorganismo con conseguente danno d’organo (tra cui encefalite acuta).

Mal di gola gravidanza toxoplasmosi

In caso di infezione primaria in corso di gravidanza è possibile la trasmissione del Toxoplasma all’embrione/feto e l’infezione fetale può causare anomalie morfologiche e funzionali.

La probabilità di trasmissione varia secondo l’età gestazionale in cui avviene l’infezione primaria materna e aumenta con il progredire della gravidanza (da 5-10% nel 1° trimestre a 60-80% nel 3° trimestre). D’altro canto, le eventuali conseguenze cliniche sono più gravi in caso di infezione precoce (da 60% nel 1° trimestre a 5% a termine gravidanza; il 10% delle gravidanze con infezione precoce esita inoltre in aborto spontaneo). L’incidenza di infezione fetale è nettamente ridotta qualora sia instaurata una adeguata terapia farmacologica.

Le principali conseguenze dell’infezione da toxoplasma interessano il SNC (deficit cognitivo, idrocefalia, calcificazioni intracraniche, microcefalia, convulsioni) e l’occhio (corioretinite, cataratta); altri segni clinici possono essere sordità, anemia, ittero, epatosplenomegalia, diarrea e polmonite. L’incidenza alla nascita di toxoplasmosi congenita varia, secondo le diverse casistiche, fra 0,2 e 8 per 1000 nati vivi.
Va ricordato che feti e neonati asintomatici possono sviluppare i segni della malattia anche nei primi mesi di vita.

Mal di gola gravidanza toxoplasmosi: gestione 

La valutazione dello stato sierologico della donna (Toxo-test) prima della gravidanza è raccomandata per individuare le donne a rischio di infezione primaria da Toxoplasma Gondii in gravidanza (assenza di IgG e IgM anti-Toxoplasma = recettiva).

Alcuni autori suggeriscono di attendere di intraprendere una gravidanza per 6 mesi dopo una infezione primaria. Qualora il Toxo-test non sia stato eseguito prima del concepimento oppure nel caso il test abbia evidenziato che la donna sia recettiva all’infezione, è indicato che l’analisi debba essere eseguita entro le prime otto settimane di gestazione. Qualora la donna risulti protetta dall’infezione (IgG positive), il test non deve essere ripetuto. Nel caso in cui la donna risulti recettiva, l’analisi deve essere ripetuta ogni 30-40 giorni fino al parto.

La contemporanea positività di IgG e IgM specifiche per Toxoplasma indica una possibile infezione primaria, che deve essere ulteriormente confermata dalla positività del dosaggio delle IgA e dell’avidity test (le IgG nella fase acuta dell’infezione hanno una ridotta avidità).


Va sottolineato che il dosaggio delle IgM può persistere elevato anche per più di un anno. In caso di sospetta/accertata infezione primaria materna va instaurato il più precocemente possibile un trattamento antibiotico specifico, fino al parto, per bloccare la trasmissione dell’infezione al feto. È inoltre indicato un accurato controllo ecografico per identificare eventuali anomalie suggestive di infezione.

Va tuttavia ricordato che non tutte le anomalie correlate a infezione da Toxoplasma Gondii possono essere riscontrate mediante ecografia. È indicata per la donna in gravidanza una valutazione oculistica ed un fundus dell’occhio.

La diagnosi prenatale è possibile dopo la 18ªsg circa (dopo almeno 4-6 settimane dalla siero-conversione) con la ricerca del genoma del protozoo su liquido amniotico mediante tecnica PCR.
Dopo la 20ª-22ªsg è possibile inoltre effettuare il dosaggio di IgM ed IgG specifiche anti-toxoplasma nel sangue fetale prelevato dal funicolo.

La gestione della gravidanza di donne con infezione da Toxoplasma Gondii è complessa e necessita un approccio multidisciplinare e un coordinamento tra diversi specialisti (infettivo logo, ginecologo, teratologo, genetista, neonatologo, pediatra).

(Fonte: Agenzia Italiana del Farmaco)


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