VaginismoIl vaginismo è caratterizzato da uno spasmo involontario della muscolatura del terzo esterno della vagina ai tentativi di penetrazione. Nella forma più grave di vaginismo, lo spasmo si verifica prima del coito, con chiusura ermetica delle labbra, della vulva e dell’ostio vaginale, rendendo impossibile il minimo contatto con l’orifizio vulvo-vaginale.
Esso rappresenta, per la donna, una reazione globale di paura. La penetrazione, infatti, sembra per lei ridursi ai soli significati aggressivi e violenti. Nelle forme meno gravi, il vaginismo permette la penetrazione, ma non la conclusione del rapporto per l’insorgere di un dolore insopportabile. Altre volte i rapporti sono vissuti dalla donna con senso di fastidio e sensazioni sgradevoli.

Nel DSM-5 il vaginismo e la dispareunia (dolore provato durante un rapporto sessuale) sono stati conglobati nel disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione.


Per il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), i criteri diagnostici che devono essere soddisfatti perché possa essere posta una diagnosi di disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione sono i seguenti:

A. Persistenti o ricorrenti difficoltà con uno (o più) dei seguenti problemi:

  1. Penetrazione vaginale durante il rapporto.
  2. Marcato dolore vulvo-vaginale o pelvico durante il rapporto o i tentativi di penetrazione vaginale.
  3. Marcata paura o ansia per il dolore pelvico o vulvo-vaginale prima, durante o come risultato della penetrazione vaginale.
  4. Marcata tensione o contrazione dei muscoli del pavimento pelvico durante il tentativo di penetrazione vaginale.

B. I sintomi del Criterio A si sono protratti come minimo per circa 6 mesi.

C. I sintomi del Criterio A causano nell’individuo un disagio clinicamente significativo.

D. La disfunzione sessuale non è meglio spiegata da un disturbo mentale non sessuale o come conseguenza di un grave disagio relazionale o di altri significativi fattori stressanti e non è attribuibile agli effetti di una sostanza/farmaco o di un’altra condizione medica.

Il disturbo può essere permanente (o primario), se è presente da quando il soggetto è diventato sessualmente attivo, o acquisito (o secondario), se è insorto successivamente.

Vaginismo: prevalenza

La prevalenza del disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione non è conosciuta. Tuttavia, nel Nordamerica circa il 15% delle donne riferisce dolore ricorrente durante il rapporto sessuale.

Vaginismo: cause

Una qualunque patologia degli organi pelvici che renda contemporaneamente dolorosi la penetrazione o l’atto sessuale, o che abbia in passato causato dolore, può predisporre il campo allo sviluppo della reazione vaginismica. Tra i fattori fisici che si riscontrano più comunemente come causa di vaginismo troviamo l’eccessiva rigidezza dell’imene, resti imenali dolorosi, endometriosi, malattie infiammatorie delle pelvi, atrofia senile della vagina, tumori pelvici, ecc.

Molto più spesso il vaginismo è legato a una varietà di fattori psicologici e sociali:

  • traumi precedenti: abusi fisici e/o sessuali;
  • patologie infantili: esposizione a ripetuti trattamenti invasivi;
  • educazione familiare e sessuale inadeguata: dogmi religiosi, cattivo rapporto con il proprio corpo, inibizioni, mancanza di esperienza, ecc.
  • atteggiamenti di controllo eccessivo;
  • difficoltà a rilassarsi;
  • disinteresse per la gravidanza;
  • disfunzioni sessuali nell’uomo: un disturbo dell’erezione potrebbe provocare numerose esperienze sessuali frustranti, favorendo l’insorgenza del vaginismo;
  • omofobia interiorizzata.

Vaginismo: trattamento

Per prima cosa è necessario indirizzare la paziente da un ginecologo che possa fare un esame obiettivo ed escludere qualsiasi causa organica del vaginismo (infiammazioni o malformazioni dell’apparato sessuale).


Generalmente, in ogni approccio terapeutico, il principale obiettivo dell’intervento è di ridurre l’ansia associata al rapporto sessuale, in modo da eliminare lo spasmo muscolare che impedisce la penetrazione.

Un trattamento di tipo cognitivo-comportamentale prevede un approccio multimodale:

  • Psicoeducazione: conoscenza dell’anatomia sessuale e delle fasi del funzionamento erotico; miglioramento della consapevolezza del proprio corpo; comprensione dei fattori psicologici e fisiologici coinvolti nel rapporto sessuale; indagine sulle credenze disfunzionali inerenti il sesso, informazioni su come si attiva il processo che conduce all’“ansia”, ecc.
  • Tecniche comportamentali: esercizi di focalizzazione sensoriale da soli o in coppia (per esprimere affetto mediante contatto fisico), compiti di autoesplorazione e di autostimolazione (si può chiedere alla donna di introdurre nella vagina progressivamente oggetti di grandezza crescente, e poi sarà il turno del partner), ecc.
  • Ristrutturazione cognitiva: modificare le credenze che ostacolano un funzionamento erettivo adeguato, ecc.
  • Tecniche di gestione dell’ansia;
  • Training di rilassamento: training autogeno, visualizzazioni guidate che aiutino la donna a rilassare i muscoli pelvici, ecc.
  • Tecniche di controllo muscolare: ad esempio, gli esercizi di Kegel per tonificare e rafforzare i muscoli che formano il pavimento pelvico;
  • Interventi interpersonali: affrontare i problemi di coppia lavorando sui conflitti, l’intimità, la fiducia, la perdita dell’attrazione sessuale, i giochi di potere, ecc.

E’ importante fornire alla coppia strategie e risorse per aiutarla a superare eventuali piccoli ostacoli, nello stabilire delle aspettative positive rispetto alla loro unione, ma anche realistiche, che implichino anche la capacità di tollerare qualche limite e qualche piccola carenza.

Roberto Gentile (contatti)

Problemi sessuali: letture consigliate

Acquista su Amazon un testo che può aiutarti a capire e a risolvere le tue difficoltà di natura sessuale

Un’altra serie di testi utili


ARTICOLI CORRELATI

> Benessere Psicologico: indice generale