La dipendenza da alcol è una grave forma di dipendenza psicologica e fisica indotta e mantenuta dall’assunzione compulsiva e quantitativamente eccessiva di sostanze alcoliche.
Come per altre dipendenze da droghe, l’alcolismo è considerato una malattia curabile.
L’alcol fa aumentare in certe aree del cervello la quantità di dopamina, uno dei neurotrasmettitori del nostro sistema nervoso, che, legandosi a certi recettori, provoca nell’individuo sensazioni di piacevolezza e di benessere.
Sia la parte mentale che fisiologica si abituano però alla presenza di certi quantitativi di alcol, secondo un meccanismo di assuefazione; in tal modo la persona ha progressivamente bisogno di quantità sempre maggiori di alcol per raggiungere i medesimi effetti euforici provati precedentemente (tolleranza) e sperimenta sintomi psico-fisici negativi nel caso in cui l’alcol non sia più disponibile (astinenza).
Quindi, l’assuefazione all’alcol porta i sintomi di astinenza, per superare i quali il soggetto assume nuovamente la bevanda, in un circolo vizioso (dipendenza).
Prevalenza
La dipendenza da alcol è un disturbo comune. Negli Stati Uniti, la prevalenza a 12 mesi è stimata al 4,6% nei soggetti tra i 12 e i 17 anni e all’8,5% fra gli adulti di 18 anni e più.
Dipendenza da alcol: DSM-5
Secondo i criteri del DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), il disturbo da uso di alcol è caratterizzato da:
Un pattern problematico di uso di alcol che porta a disagio o compromissione clinicamente significativi, come manifestato da almeno due delle seguenti condizioni, che si verificano entro un periodo di 12 mesi:
- L’alcol è spesso assunto in quantitativi maggiori o per un periodo più lungo di quanto fosse nelle intenzioni.
- Desiderio persistente o sforzi infruttuosi di ridurre o controllare l’uso di alcol.
- Una gran parte del tempo è impiegata in attività necessarie a procurarsi alcol, usare alcol o recuperare dai suoi effetti.
- Craving, o forte desiderio o spinta all’uso di alcol.
- Uso ricorrente di alcol, che causa un fallimento nell’adempimento dei principali obblighi di ruolo sul lavoro, a scuola, a casa.
- Uso continuato di alcol nonostante la presenza di persistenti o ricorrenti problemi sociali o interpersonali causati o esacerbati dagli effetti dell’alcol.
- Importanti attività sociali, lavorative o ricreative vengono abbandonate o ridotte a causa dell’uso di alcol.
- Uso ricorrente di alcol in situazioni nelle quali è fisicamente pericoloso.
- Uso continuato di alcol nonostante la consapevolezza di un problema persistente o ricorrente, fisico o psicologico, che è stato probabilmente causato o esacerbato dall’alcol.
- Tolleranza, come definita da ciascuno dei seguenti fattori:
a. Un bisogno di quantità marcatamente aumentate di alcol per ottenere intossicazione o l’effetto desiderato.
b. Una marcata diminuzione dell’effetto con l’uso continuato della stessa quantità di alcol. - Astinenza, manifestata da ciascuno dei seguenti fattori:
a. La caratteristica sindrome da astinenza da alcol.
b. L’alcol viene assunto per attenuare o evitare sintomi di astinenza.
Dipendenza da alcol: astinenza
I criteri diagnostici del DSM-5 per formulare una diagnosi di astinenza da alcol sono:
- Cessazione (o riduzione) dell’uso di alcol che è stato pesante e prolungato.
- Due (o più) dei seguenti sintomi, che si sviluppano da alcune ore a diversi giorni dopo la cessazione (o riduzione) dell’uso di alcol come descritto nel Criterio A:
- Iperattività autonomica (per esempio, sudorazione o frequenza del polso maggiore di 100 bpm).
- Aumento del tremore a livello delle mani.
- Nausea o vomito.
- Allucinazioni o illusioni visive, tattili o uditive transitorie.
- Agitazione psicomotoria.
- Convulsioni tonico-cloniche generalizzate.
Dipendenza da alcol e salute
L’alcol aumenta il rischio di numerosi problemi sociali in maniera direttamente proporzionale alle quantità consumate, e non ci sono evidenze di esistenza di un effetto soglia. Quanto più elevato è il consumo di alcol di un singolo bevitore, tanto maggiore è il rischio. I problemi causati agli altri da parte dei bevitori possono variare dal disturbo sociale, come ad esempio l’essere svegliati di notte, a conseguenze più serie come i maltrattamenti coniugali, l’abuso di minori, la criminalità, la violenza, fino a essere causa di omicidi.
In generale si può dire che tanto più grave è il crimine o l’infortunio, tanto più alta è la probabilità che l’alcol vi sia coinvolto. Il danno fisico causato agli altri costituisce un’ottima ragione per intervenire sul consumo alcolico a rischio o dannoso.
Dipendenza da alcol: sintomi
Il Faro onlus (guida alle dipendenze): gli effetti dell’alcol sull’organismo variano da persona a persona secondo vari fattori: il grado di tolleranza individuale, il peso corporeo, il sesso, l’età, il tipo di bevanda assunta, l’uso di farmaci. tra gli effetti immediati abbiamo: maggiore rilassatezza, felicità, senso di benessere e anche euforia. Questi effetti aumentano di intensità in funzione della quantità della dose di alcol assunta; si passa da una sensazione di gradevole gioia e facilità a relazionarsi con gli altri ad abbattimento o comportamenti aggressivi o ad alterazione delle percezioni sensoriali. Per arrivare infine alla perdita di controllo e della coscienza di sé.
L’assunzione prolungata di alcol determina una serie di disturbi fisici che comprendono danni agli organi interni (stomaco, fegato, pancreas e sistema cardiocircolatorio) che possono essere a medio-lungo termine, come la gastrite, o danni permanenti come la cirrosi cronica a carico del fegato. L’assunzione prolungata provoca dipendenza che manifesta, a livello comportamentale, come ricerca della sostanza (craving) e sindrome d’astinenza nel caso si interrompa l’assunzione. Il craving si manifesta come un desiderio irresistibile di assumere alcol, mentre la sindrome d’astinenza è caratterizzata da un quadro comportamentale conseguente a ipereccitabilità del sistema nervoso centrale.
L’effetto dell’alcol sul sistema nervoso centrale determina anche una diminuzione della capacità di erezione.
I sintomi più comuni sono:
- ansia
- anoressia
- insonnia
- disorientamento
- allucinazioni (talvolta)
In alcuni casi la sindrome d’astinenza può assumere connotati drammatici e viene definita delirium tremens. I cui sintomi più comuni sono:
- allucinazioni
- disorientamento nel tempo e nello spazio
- comportamenti irrazionali
Dipendenza da alcol: mix con altre droghe
Combinare alcol con altre droghe o con psicofarmaci è molto pericoloso, perché incrementa esponenzialmente gli effetti dannosi di ogni sostanza. Quando si sta seguendo una psicoterapia farmacologica, l’assunzione di alcol è sempre controindicata.
Ad esempio, associare il consumo di alcol all’assunzione di tranquillanti, sonniferi, sedativi, antidepressivi e ansiolitici potenzia l’effetto di diminuzione dell’attenzione.
Con gli antiepilettici si riduce l’effetto di questo farmaco, con il rischio di crisi convulsiva.
Con gli antibiotici iniettabili, c’è il pericolo di una reazione avversa con effetti che possono portare anche al collasso cardiocircolatorio.
Con gli antistaminici aumenta la sonnolenza.
Dipendenza da alcol: 7 segnali di attenzione
L’alcol come facilitatore sociale
Per sentirsi tonici, “fighi” e per essere all’altezza di una persona o un gruppo di persone. Se questo meccanismo si innesca con una certa frequenza, allora vuol dire che qualcosa non va.
Bere soli
La solitudine non va combattuta con l’alcol, il bere non deve essere un riempitivo dei momenti di vuoto: la cosa migliore da fare sarebbe uscire con gli amici piuttosto che stare da soli a sorseggiare un’intera bottiglia di vino.
L’autogiustificarsi
Quel tanto frequente “bevo per dimenticare” è un nemico assolutamente da combattere. Giustificare l’uso di alcolici è un chiaro campanello d’allarme.
La vergogna
Potrebbe essere un sentimento salvifico quando alla vergogna segue un pentimento dopo un’ubriacatura colossale. L’errore? Ricadere un’altra volta nella fascinazione dell’alcol.
Ubriacarsi in contesti inopportuni
Chi è affetto da dipendenza da alcol, trova estremamente difficoltoso limitarsi; proprio per questa ragione si rischia di essere inopportuni, fastidiosi e di creare imbarazzi e tensioni con chi ci è accanto, soprattutto in situazioni in cui è richiesto un certo tipo di contegno (cene di famiglia, cene aziendali).
Alcol vs amici
Il vero problema è quando ci si rende conto che è più importante poter bere che la compagnia con cui lo si fa. Se il buon bicchiere di vino diventa occasione di condivisione, chiacchiere e relax tra amici, allora non c’è niente di sbagliato, ma quando ci si rende conto che agli amici si preferisce semplicemente il bere e lo si fa in solitaria, allora l’assuefazione è totale.
Quando si regge…
“Perché io l’alcol lo reggo bene”. Il motivo? Probabilmente la totale abitudine del corpo ad assimilare alcolici a tal punto da farlo adattare al velato malessere che vive.
Dipendenza da alcol: trattamento
Una terapia efficace per la dipendenza da alcol richiede una buona diagnosi. Prima di tutto, va stabilita la necessità o meno di un ricovero, che, in molti casi, è il passo iniziale obbligato per una disintossicazione adeguata e per la gestione dell’astinenza.
In ogni caso, sia che il trattamento sia ambulatoriale che residenziale, è fondamentale fornire al paziente un supporto appropriato per la disassuefazione alla sostanza, sia sotto il profilo farmacologico che psicologico.
I farmaci sono necessari, all’inizio, per contenere i sintomi fisici dell’astinenza, e devono essere somministrati sotto stretto controllo medico-psichiatrico. Il medico internista curerà gli aspetti legati alla valutazione e alla terapia dei danni provocati dall’alcol all’organismo del soggetto.
Solo dopo questa fase sarà possibile una valutazione dello stato psichico e della struttura di personalità, i cui risultati non siano inquinati dallo stato di alterazione causato dall’alcool o dai sintomi dell’astinenza. La maggior parte dei soggetti mostrerà una patologia di tipo depressivo o un disturbo d’ansia che dovranno essere curate in modo adeguato sia con la terapia farmacologica sia con la psicoterapia. Anche in assenza di una patologia psichiatrica conclamata il più delle volte il paziente alcolista presenta una struttura di personalità caratterizzata da tratti disfunzionali e fragile che richiederà un lungo intervento di psicoterapia.
Il trattamento medico-ospedaliero (Fabio Bernieri: alcolismo, le strade per uscirne)
I ricoveri nei reparti di medicina, neurologia o psichiatria hanno in genere durata breve o media, sono centrati sulla disintossicazione dall’alcol ovvero sul trattamento della sindrome di astinenza e sulla valutazione diagnostica e il trattamento delle patologie correlate presenti. Tradizionalmente il ricovero si conclude con la raccomandazione di non bere e con la prescrizione della terapia medica per le patologie organiche.
Sono frequenti situazioni di “porta girevole”, in cui il paziente viene periodicamente ricoverato per l’aggravarsi dei problemi alcol-correlati, senza che mai vi sia un intervento mirato al di fuori del ricovero. Programmare interventi “after care” ha dunque oltre che una importante valenza terapeutica, anche un significato non indifferente nei processi di razionalizzazione della spesa sanitaria.
Negli ultimi anni in molti reparti di degenza la situazione è andata modificandosi grazie alla crescente coscienza, tra il personale sanitario, della necessità di offrire al paziente alcoldipendente un trattamento specifico, che andasse oltre i limiti temporali del ricovero: il periodo della degenza, infatti, rappresenta un momento molto favorevole poiché il paziente non beve, è maggiormente consapevole e i familiari sono in genere più disponibili.
E’ infatti in questa fase che l’intervento del Centro alcologico territoriale assume una particolare importanza: esso si svolge secondo questa scansione procedurale:
- Il medico di reparto e/o l’operatore sanitario incaricato (caposala, infermiere) informano il paziente circa la necessità di integrare la cura farmacologica erogata in reparto con un trattamento psico-medico-sociale territoriale (extraospedaliero) e che tale trattamento può essere iniziato già durante il periodo di ricovero, tramite un colloquio con gli operatori.
- Se il paziente accetta, gli operatori del centro alcologico territoriale di riferimento si recano nel reparto di degenza presentati al paziente dal personale. Si svolge un colloquio di conoscenza reciproca e di informazione circa il trattamento integrato proposto. Viene svolto anche un colloquio con i familiari di riferimento.
- I sanitari del reparto e gli operatori del centro alcologico concordano il piano di inserimento nel programma territoriale che prevede l’invio del paziente stesso, se possibile già durante il ricovero, presso la struttura territoriale ove si svolge il trattamento riabilitativo socio relazionale. In tal modo il paziente inizia la frequenza del Centro già durante il ricovero, si integra con il gruppo degli altri utenti già inseriti nel territorio e, al momento delle dimissioni dal reparto ospedaliero, troverà quindi quella continuità assistenziale necessaria al buon esito della prognosi.
- Durante il periodo di ricovero, i parenti del paziente possono iniziare a frequentare il Centro alcologico e in modo specifico prendere contatti con le associazioni di volontariato e di auto aiuto che si occupano di alcolismo.
Secondo questo modello si sommano e si integrano i due aspetti della cura: quello farmaco-clinico e quello relazionale comportamentale. Da un lato, infatti, il paziente accetta e segue le terapie farmacologiche finalizzate alla prevenzione del craving o alla avversione verso la sostanza alcolica tramite somministrazione di disulfiram. Contemporaneamente accetta e segue le indicazioni cognitivo-comportamentali proposte dal Centro alcologico disponendosi a introiettare un modello di controllo interno verso l’uso di sostanze che si basa su una progressiva auto consapevolezza e crescita dell’autostima.
Infine, il coinvolgimento dei parenti nel contesto socio relazionale territoriale (gruppi, riunioni, attività varie) a partire già dal periodo di ricovero, permette al paziente di sentirsi inserito in una rete protettiva e rassicurante e agli operatori di assumere una visione complessa e multidimensionale dei fenomeni di dipendenza.
Molte delle resistenze dei professionisti allo sviluppo di un modello integrato di trattamento sorgono dal modo tradizionale di vedere l’approccio farmacologico e quello psico-socio-terapeutico, come antitetici piuttosto che come sinergici. In realtà, la pratica clinica e terapeutica ha evidenziato come la psicoterapia e la farmacoterapia presentino un’intrinseca complementarietà.
Terapie farmacologiche
Per quanto riguarda la terapia farmacologica, oggi sono disponibili numerosi farmaci specifici, che possono essere divisi in farmaci ad azione “anticraving”, cioè che agiscono riducendo il desiderio compulsivo di assumere alcol (acido gamma-idrossibutirrico-GHB-Acamprosato, Naltrexone, Fluoxetina, Baclofen, Metadoxina, S-Adenosil-Metionina) e farmaci ad azione di interdizione/avversione (in particolare il Disulfiram) che agiscono determinando effetti avversi che compaiono con l’assunzione di bevande alcoliche. Come detto sopra, l’apporto farmacologico deve essere associato al supporto di tipo psicologico (colloqui di supporto, psicoterapia individuale, terapia di gruppo, terapia familiare, ecc.).
Dipendenza da alcol: Alcolisti Anonimi (AA)
Alcolisti Anonimi (sigla AA) è un’associazione, diffusa in tutto il mondo, che si occupa del recupero di persone che hanno problemi di dipendenza da alcool.
È un’associazione di mutuo auto aiuto: l’alcolista che ha smesso di bere, per mantenersi sobrio, fornisce aiuto alle persone che hanno problemi a uscire dalla dipendenza, grazie alla propria esperienza e questa (helper therapy) è una forte spinta al mantenimento della sobrietà. I problemi vengono affrontati con una terapia di gruppo, e più precisamente in un gruppo di auto mutuo aiuto (gruppo AMA): sono organizzate riunioni con frequenza libera, dove ci si scambiano esperienze e si mette in pratica il programma di recupero, noto col nome di “metodo dei dodici passi”, un metodo di recupero basato su un’esperienza consolidata, 12 passi che aiutano l’alcolista a cambiare stile di vita e a trovare serenità e sobrietà.
Per entrare nell’associazione basta avere una qualunque forma di desiderio di smettere di bere. Non ci sono altre restrizioni di nessun tipo, né sociali, né di etnia, di sesso o di religione.
Come dice il nome stesso l’associazione garantisce l’anonimato e perciò, nel caso lo si voglia, si può evitare di rivelare la propria identità.
Non ci sono quote o tasse per essere membri di Alcolisti Anonimi. AA si finanzia autonomamente, non accetta sovvenzioni, lasciti, né altri contributi. Non è affiliata a nessun tipo di ideale o organizzazione politica. Non prende posizione in nessuna controversia o causa civile, soprattutto non sostiene posizioni proibizioniste o antiproibizioniste riguardo all’alcool. Gli stessi membri prestano volontariamente servizio nell’associazione per dare il proprio contributo al funzionamento e mantenimento della stessa.
Roberto Gentile (contatti)
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