I tripidi sono insetti di piccole dimensioni (1-2 mm di lunghezza), con corpo sottile e caratteristici per il tipo di ali, strette e frangiate. Il riconoscimento delle singole specie non sempre è agevole, e può richiedere l’intervento di tecnici qualificati.
Sono dotati di apparato boccale di tipo pungente raspante che determina, a seguito delle punture di nutrizione, deformazioni sugli organi vegetali colpiti, consistenti in depigmentazioni, punteggiature argentate o necrotiche sulle foglie, rugginosità e malformazioni dei frutti, riduzione della produzione generale delle piante.
Danni possono essere provocati dalle femmine durante le ovodeposizioni. Sia Frankiniella occidentalis che Thrips tabaci sono vettori di virus, ma F. occidentalis è maggiormente temuta perché vettore del Tomato Spotted Wilt Virus (TSWV), uno dei più pericolosi virus delle colture orticole. Entrambi i tripidi citati compiono più generazioni all’anno e possono risultare dannosi sia in serra che in pieno campo.
Tripidi: piante minacciate
Piante ospiti del tripide occidentale: cucurbitacee (zucca, zucchina, cetriolo, cocomero, melone), insalate, leguminose, melanzana, solanacee.
Piante ospiti del tripide della cipolla: cipolla, cucurbitacee, melanzana, peperone, pomodoro.
Tripidi: difesa
La lotta chimica viene eseguita in modo diverso, ma soprattutto con prodotti diversi, secondo le coltivazioni da trattare per le diverse registrazioni dei principi attivi.
Per ridurre il potenziale d’inoculo è consigliabile, prima di avviare
una nuova coltura, pulire
rigorosamente le serre,
utilizzare materiale di propagazione sano, distruggere le infestanti ospiti
dei tripidi che si trovano
negli appezzamenti limitrofi a quelli coltivati o nei
pressi degli ambienti protetti, impiegare varietà resistenti o tolleranti alle virosi.
Il momento più opportuno per l’esecuzione degli interventi chimici può essere determinato posizionando in campo le trappole cromotropiche di colore azzurro (trappole adesive non tossiche) che permettono di monitorare la presenza degli insetti. Si interviene alla comparsa dei primi individui, impiegando le sostanze attive registrate per le diverse colture, rispettando il numero massimo di applicazioni indicate nel disciplinare delle Regioni ed accertandosi di bagnare uniformemente la vegetazione di modo che i tripidi riparati nei fiori e negli anfratti delle piante siano raggiunti dai trattamenti.
Tripidi: lotta biologica
La lotta biologica è, attualmente, in fase sperimentale ed in alcuni casi applicativa (utilizzo degli Orius).
In ogni caso consiste nei seguenti interventi:
– Allevamento di alcune specie di Orius (Rincoti Antocoridi) per la lotta biologica in serra, contro Tripidi su coltivazioni orticole (Melanzane e Cetriolo) e floricole (Gerbera); gli Orius sono predatori attivi delle forme mobili;
– Utilizzo di Chrysoperla carnea che pur non essendo specifico predatore dei Tripidi, manifesta una certa attività anche contro di essi.
Da pochi anni, in prove sperimentali, vengono utilizzati alcuni Acari Fitoseidi (Amblyseius cucumeris e Amblyseius barkeri) contro Tripidi dei quali sono attivi predatori; questi Acari hanno dimostrato un’ottima azione di contenimento delle popolazioni del fitofago.
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