Esiste in ognuno di noi un nucleo profondo, dove scorre la nostra energia vitale e dove risiedono gioia, libertà e quiete. È uno spazio incontaminato dell’essere dove la purezza del cuore e l’innocenza ci fanno amare veramente noi stessi e gli altri così come siamo.
L’universo interiore è più vasto di quello esteriore, e quando sperimentiamo di nuovo il contatto con la nostra Essenza, alla nostra vita viene ad aggiungersi una dimensione di radiosità e amore che nulla proveniente dal mondo esterno può donarci.
Quasi tutti gli psicologi e gli psicoterapeuti, nel loro lavoro, non tengono conto della parte più profonda e vitale di noi: la nostra Essenza. E non la prendono in considerazione per un semplice motivo: non ne sospettano l’esistenza.
Molti modelli terapeutici sono stati sviluppati da persone che hanno percepito, conosciuto e spesso “realizzato” la propria natura autentica.
Tra questi: psicologia umanistica (Rogers, Maslow), psicologia transpersonale (Jung, Maslow, Wilber, Grof), psicoterapia della Gestalt (Perls), logoterapia (Frankl), analisi bioenergetica (Lowen). Negli ultimi anni si sta affermando la terapia cognitivo-comportamentale di terza generazione (ACT, DBT, MBCT, TFC…), basata, in linea con i principi dell’antica e moderna saggezza orientale e occidentale, sull’accettazione, la consapevolezza, la compassione, l’amore, l’autenticità…, tutte qualità che appartengono all’Essenza.
Di seguito, alcune citazioni tratte da testi di autori che condividono questa visione profonda della Realtà. Sono tutti psicologi che hanno studiato e approfondito con passione e dedizione gli approcci della psicoterapia tradizionale, ma che, non soddisfatti delle risposte che questa offriva loro, si sono spinti ancora più a fondo nella ricerca della propria natura autentica.
H. Almaas (psicologo e psicoterapeuta)
“La visione del mondo degli analisti e degli psicoterapeuti, quasi sempre, non include la realtà dell’essenza. La psicoterapia, dal punto di vista del Lavoro, si ferma prima che l’essenza venga realizzata. In un senso molto fondamentale, essa non è in grado di soddisfare l’aspirazione più profonda dell’uomo. Si limita, quando ha successo, ad aiutare la personalità a funzionare in modo più efficiente e armonico. Ma la parte più importante del lavoro non viene effettuata. L’essenza continua a rimanere un potenziale non attualizzato. Non avendo il terapeuta esperito la propria essenza, non può comprenderla e riconoscerla negli altri, e, inconsapevolmente, bloccherà le esperienze più profonde del paziente perché se ne sentirà minacciato.
Viviamo in un mondo misterioso, meraviglioso e di grande bellezza, ma molti di noi non riconoscono questo mondo reale, e si ritrovano in un luogo privo di senso, immersi nel conflitto e nella sofferenza. Ciò accade perché non vivono secondo le loro reali potenzialità, che potrebbero però realizzare se sviluppassero la loro essenza. L’essenza è la parte innata dell’essere umano, la sola che può vivere nel mondo reale.
Mi auguro che saranno sempre di più le persone capaci di entrare nel mondo reale e di assaporare l’incredibile bellezza e integrità di essere umani, cioè di essere una piena manifestazione dell’Amore e della Verità.”
Abraham Maslow (psicologo, “cofondatore” della psicologia umanistica e transpersonale)
“A mio avviso, la psicologia umanistica, la Terza forza della psicologia, è transitoria, è un prologo a una quarta psicologia ancor più “elevata”, trans-personale, trans-umana, incentrata sul cosmo anziché sui bisogni e sull’interesse umano, oltrepassante la condizione umana, l’identità, l’autorealizzazione, verso una trascendenza del Sé.
Le persone che sono capaci di auto-realizzarsi, quelle che sono giunte a un alto livello di maturità, di salute, di compimento di sé, hanno da insegnarci tanto che talvolta sembrano quasi una razza diversa di esseri umani. Ma poiché, appunto, è così nuova, l’esplorazione dei risultati supremi della natura umana e delle sue possibilità e aspirazioni ultime costituisce un compito difficile e tortuoso. Per me ha comportato la distruzione continua degli assiomi più cari, il dover perpetuamente affrontare paradossi, contraddizioni e indefinitezze apparenti, e talvolta il franare intorno a me di leggi da lungo tempo stabilite, ritenute salde e apparentemente incrollabili, della psicologia. Spesso si è dimostrato che non si tratta affatto di leggi, ma soltanto di norme per vivere in una condizione di psicopatologia e terrore blandi e cronici, di cecità e di amputazione, di immaturità, che non notiamo perché la maggior parte delle altre persone hanno la nostra stessa malattia”.
Jon Kabat Zinn (fondatore della Clinica per la riduzione dello stress e dell’approccio MBSR, nell’ambito della terapia cognitivo-comportamentale di terza generazione. Si deve a lui la diffusione della mindfulness in campo psicoterapeutico).
“Considerate che, qualunque cosa sia la “meditazione”, in ogni caso non è affatto uno strumento. Se è un metodo, è il metodo del senza metodo. Non è un ”fare”. Non si tratta di andare da nessuna parte, non c’è nulla da praticare, non c’è inizio, parte centrale e fine, non c’è alcun ottenimento e niente da ottenere. Piuttosto è la realizzazione e incarnazione diretta in questo preciso istante di quello che si è già, al di fuori del tempo e dello spazio di ogni tipo di concetti; è un riposarsi nella natura intrinseca del proprio essere, in ciò che viene chiamato «stato naturale» oppure «mente originaria» oppure «pura consapevolezza, non-mente o semplicemente vacuità».
Si è già tutto ciò che si potrebbe sperare di diventare, dunque non sarà necessario alcuno sforzo di volontà, nemmeno per riportare la mente al respiro, e non c’è nulla che si possa ottenere: lo si è già. Per parafrasare Kabir: non c’è tempo, né spazio, né corpo, né mente. E non c’è scopo, nella meditazione: è l’unica attività umana (l’unica non-attività, in realtà) che intraprendiamo per se stessa, per nessun altro scopo se non quello di essere svegli e presenti a ciò che è”.
Fritz Perls (psichiatra e psicoterapeuta, fondatore della psicoterapia della Gestalt)
“La parte mancante più importante nell’essere umano è il centro. Senza centro tutto resta nella periferia e non esiste un punto dal quale vedere e affrontare il mondo. Senza centro non si riesce a essere veramente svegli. Raggiungere il proprio centro ed essere fondati sul proprio sé è lo stato più elevato cui l’essere umano può arrivare.”
Alexander Lowen (psichiatra e psicoterapeuta)
“Chi vuole vivere in modo più pieno e più ricco, può farlo solo se apre il proprio cuore alla vita e all’amore. Senza amore, per se stessi, per il prossimo, per la natura e per l’universo, l’individuo è freddo, distaccato e inumano. Dal nostro cuore fluisce il calore che ci unisce al mondo in cui viviamo. Questo calore è l’amore. L’obiettivo di ogni terapia è di aiutare una persona ad accrescere la propria capacità di dare e ricevere amore, di espandere il suo cuore, e non solo la sua mente”.
Wayne Dyer (psicologo e psicoterapeuta)
“Voi potete essere uno di quegli innumerevoli essere umani illuminati. Questo accadrà non appena scoprirete la natura del vostro vero Sé, e relegherete sullo sfondo, al quale appartiene, quella parte di voi stessi che è incentrata sul corpo fisico e sulla mente. Da lì essa può incoraggiarvi e sostenere il vostro Sé più alto invece di agire in modi che ostacolano la vostra vera essenza profonda”.
Marsha Linehan (psichiatra e psicoterapeuta, ha ideato la DBT, Terapia Dialettico Comportamentale, nell’ambito della terapia cognitivo-comportamentale di terza generazione)
“Le abilità di mindfulness sono essenziali nella DBT, tanto da poter essere definite “nucleari”. Sono le prime abilità a essere insegnate e sono elencate sulle schede che i pazienti compilano ogni settimana. Esse sono, inoltre, le sole capacità sulle quali si lavora per tutto l’anno. Si tratta di versioni psicologiche e comportamentali delle tecniche di meditazione insegnate nell’ambito delle pratiche spirituali orientali. Io ho utilizzato più che altro le tecniche dello Zen”.
Laura Boggio Gilot (psicologa e psicoterapeuta)
“Nella separazione dall’assoluto, dall’infinito, dal divino, l’uomo moderno trae un senso di alienazione e di isolamento, che si manifesta con una particolare morte dell’anima esprimentesi nella malattia mentale e nella violenza. La patologia più diffusa diviene la patologia “spirituale”, “noetica”, “creativa”, derivante dalla non attualizzazione delle potenzialità umane più alte, attraverso cui la vita umana si riconnette alla vita universale. A questa patologia e alla problematica a essa connessa si rivolge la psicologia transpersonale, proponendo lo sviluppo della coscienza quale metodologia psicoterapica, e l’esperienza dell’unità della vita quale vertice dell’esperienza cognitiva”.
Stanislav Grof (psichiatra e psicoterapeuta, cofondatore della psicologia transpersonale)
“Lottando contro una considerevole resistenza intellettuale, ho gradualmente sviluppato una concezione interamente diversa della psiche e della natura umana. Questa visione del mondo assomiglia ai sistemi di pensiero che Aldous Huxley ha chiamato “filosofia perenne”, in particolare a quelli delle grandi filosofie spirituali orientali. Oggi vedo la psiche umana di ciascun individuo come una parte integrale del campo della coscienza cosmica, essenzialmente commensurata a essa”.
Russ Harris (psicologo e psicoterapeuta ACT di fama internazionale; l’Acceptance and Commitment Therapy è un approccio terapeutico basato sulla mindfulness, nell’ambito della terapia cognitivo-comportamentale di terza generazione)
“L’ACT sfida i luoghi comuni e capovolge le regole di base della maggior parte della psicologia occidentale. Mindfulness è un concetto antico, che ritroviamo in una vasta gamma di antiche tradizioni spirituali, tra cui il Buddismo, il Taoismo e l’Induismo.
Contattare il momento presente significa prestare attenzione consapevolmente alla nostra esperienza qui-e-ora invece che andare alla deriva nei nostri pensieri o attivare il “pilota automatico”.
Defusione significa imparare a “fare un passo indietro” e separarci o staccarci dai nostri stessi pensieri, immagini e ricordi. Invece di essere catturati dai nostri pensieri o essere in loro balia, lasciamoli andare e venire come se fossero semplicemente automobili che passano davanti a casa nostra. Facciamo un passo indietro e guardiamo il nostro pensare, invece di perderci in esso. I pensieri sono solo pensieri, astrazioni, non sono la realtà.
Accettazione significa aprirsi e fare spazio a sentimenti, sensazioni, impulsi ed emozioni dolorosi. Apriamoci a loro e lasciamoli essere quello che sono invece di combatterli, resistere o rimanerne invischiati.
La maggior parte di noi non ha familiarità con il Sé che osserva, l’osservatore, il “testimone”: l’aspetto di noi che è consapevole di qualsiasi cosa che stiamo pensando, sentendo, percependo o facendo in qualsiasi momento. Un altro termine per esso è “pura consapevolezza”.”
L’approccio ACT è talmente simile ai percorsi proposti da Saggi e Maestri di ogni tempo (il Buddha, ad esempio) che Harris sente di dover precisare: “Non insegniamo abilità di mindfulness come un sentiero spirituale verso l’illuminazione, ma al fine di facilitare un’azione concreta ed efficace”.
David Brazier (psicologo e psicoterapeuta)
“Lo zen è uno stato mentale ecologico. E’ coscienza dell’interconnessione che porta a un’etica basata sul principio di non fare del male. Vivere in armonia sgorga naturalmente dall’avere un senso del nostro posto nel più grande ordine delle cose. La terapia consiste nel ristabilire tale senso mediante la pratica della compassione, dell’amore e della comprensione e il contatto con ciò che è naturale.
La sfida cui dobbiamo far fronte è realizzare la nostra unità con tutta la vita, e perfino con il mondo inanimato intorno a noi. Il nostro malessere di persone civilizzate proviene in grande misura dalla nostra capacità di allontanarci dalla natura e l’uno dall’altro. Una vera terapia deve avere una visione non solo del singolo individuo, ma anche di come l’intero pianeta debba essere sanato”.
Paul Gilbert (psicologo e psicoterapeuta, fondatore della Terapia Focalizzata sulla Compassione, nell’ambito del modello cognitivo-comportamentale di terza generazione)
“Sebbene la TFC si basi su un modello scientifico neuro-psicologico di stampo evoluzionistico, è importante riconoscere il suo grande debito nei confronti della tradizione buddista. Per oltre 2000 anni il buddismo si è focalizzato sulla compassione e la mindfulness come elementi fondamentali per raggiungere l’illuminazione e “guarire la propria mente”.
Il Buddha delineò un ottuplice percorso di pratica e addestramento della propria mente al fine di evitare il dolore e promuovere la compassione. Questo percorso include: meditazioni e immaginazione compassionevoli, comportamento compassionevole, pensiero compassionevole, attenzione compassionevole, emotività, modo di parlare compassionevole e sostentamento compassionevole.
E’ questo insieme di componenti che conduce a una mente compassionevole. Adesso sappiamo che la pratica dei vari aspetti della compassione aumenta il benessere e ha effetti sul funzionamento cerebrale, specialmente sulle aree responsabili della regolazione emotiva. Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a un incredibile aumento delle ricerche sui benefici derivanti dal coltivare la compassione, che produce effetti positivi su sistema immunitario, sul benessere generale, su depressione e autostima, incrementa il livello di emozioni positive, aumenta le funzioni neuroendocrine, migliora le risposte comportamentali allo stress, riduce il cortisolo”.
Victor Frankl (psichiatra e psicoterapeuta)
“L’uomo non è una totalità soltanto psico-fisica, come afferma la maggior parte della psicologia e della pedagogia odierne, perché è una triplice totalità a costituire l’intero uomo (fisico-psichico-spirituale). Questa “triplice totalità” è governata dallo spirito, il quale deve rispondere delle azioni compiute o da compiere a una “voce” che lo interpella e, pur essendo dentro di lui, lo trascende. La coscienza è “la voce della trascendenza”. Solo l’uomo è in grado di percepire e ascoltare una tale voce. Eppure, essa non deriva in alcun modo dall’uomo stesso”.
Thomas Trobe (psichiatra e psicoterapeuta)
“Immaginate di trovarvi al centro di un cerchio abbastanza largo, diviso in tre anelli: uno esterno, uno medio e uno centrale. Questi tre cerchi si irradiano da voi. Il più esterno è quello che chiamiamo strato protettivo. Questa è la casa dell’adulto “compensato”. Il secondo anello rappresenta lo strato dei sentimenti e della vulnerabilità, la casa del bambino vulnerabile. E infine il centro è il nucleo della meditazione e dell’essere, la casa del testimone. Da qui possiamo osservare tutto quello che accade dentro e fuori di noi, con ampiezza e distacco. Nella sua forma più evoluta è uno stato di armonia con noi stessi e con la vita. Questo centro è ciò che i mistici, durante i secoli, hanno descritto come uno stato di unità con l’esistenza.
Il nostro viaggio è il ritorno a questo nucleo interiore”.
G. Jung (psichiatra e psicoanalista)
“La psicoanalisi e le varie linee di pensiero che ne derivano sono solo un timido tentativo da principianti se comparate a ciò che in Oriente è un’arte immemorabile.
Dobbiamo fare il salto oltre la psicoanalisi. Essi non sanno della rigenerazione, ma soltanto della generazione. La terapia dev’essere rinascita; ma la psicoanalisi non crede che l’uomo possa rinascere”.
Massimo Soldati (psicologo e psicoterapeuta)
“Se riusciamo, per qualche tempo, a staccare la macchina pensante, possiamo imparare a conoscere un’altra realtà, più silenziosa, che da molti mistici è stata definita la realtà del cuore. Se riuscite a entrare in contatto con questa dimensione, questa è uno stato terapeutico che guarisce ogni nevrosi, ogni malattia dell’anima. Il solo contatto con questa dimensione è la risposta a problemi di oggi e di sempre. Il cuore è il Sé Interiore, il Sé Superiore, il Centro della nostra personalità. Nella dimensione del cuore non c’è inganno, invidia, dipendenza, inutile competizione, rabbia. Al di là dei giochi della mente c’è un oceano di pace e beatitudine, che è sempre lì, pronto, e ci aspetta. E’ sempre pronto a essere riconosciuto. E’ una dimensione trans-personale, che va oltre la nostra personalità, che ci unisce al creato, alle altre persone. Non c’è separazione, non esistono cose come lucrare, approfittarsi, dominare, subire. Ci sono solo pace, coraggio, sicurezza, fiducia.
Il sole splende all’interno di noi, come possiamo essere così miseri da ricercarlo fuori? L’energia e l’amore sono dentro il sole, connettiamoci con essi”.
Claudia Panico (psicologa e psicoterapeuta)
“Esplorare le aree profonde della psiche, normalmente non accessibili, in uno stato di coscienza espansa è un fattore significativo di trasformazione interiore ed autoguarigione.
In uno stato non ordinario di coscienza, infatti, possiamo sciogliere più facilmente le tensioni e le emozioni ancora bloccate nel corpo e nella psiche. In questo modo, riduciamo l’accumulo di stress, avviamo il processo di soluzione di molti disturbi emotivi come la depressione, l’ansia, gli attacchi di panico, e possiamo ritrovare energia e serenità per affrontare al meglio le sfide quotidiane della vita. Il Lavoro facilita lo sviluppo di intuizione e consapevolezza catalizzando stati di coscienza espansa in cui possiamo accedere più facilmente alle nostre potenzialità di auto-guarigione profonde”.
Teresa Remoli (psicologa e psicoterapeuta)
“Se non entriamo in contatto con la nostra essenza, con il nostro nucleo energetico, viviamo e percepiamo solo una parte di noi, perdendo molte delle sfumature che caratterizzano la piena esperienza della nostra vita.
La dimensione fisica-materiale è solo un’espressione del nostro essere umani; per percepire la condizione di unitarietà, sentirci completi e in sintonia con il tutto di cui siamo parte e che è parte di noi, dobbiamo inevitabilmente stabilire un contatto con la nostra dimensione energetica-spirituale”.
Roberto Gentile (contatti)
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