Ogni frutto ha la sua stagioneSono nonna, ho trascorso la vita a convogliare gli alunni verso il sapere, credo di esserci riuscita: mi hanno amato, li ho visti volare come aquile! Ora che sono alle prese con un nipote che vive e respira l’aria di una “curiosa delle verità” e del percorso che l’anima deve affrontare per dirsi sensibili ai problemi della vita, non sono riuscita a risvegliare in lui la minima curiosità verso qualsiasi desiderio di apprendere… Morirne o fregarsene…?

Elena

“Fregarsene” Elena, fallo essere se stesso…
La necessità di lottare (spesso senza successo) per ritrovare noi stessi che ci perseguita da adulti è conseguenza del fatto che da piccoli non ci hanno permesso di essere ciò che volevamo. Per imporci la loro visione della realtà ci hanno portato via le cose più preziose che la vita ci ha donato, la nostra autenticità e la nostra spontaneità.ty

L’amore per i nostri figli si esprime nell’offrirgli la possibilità di vivere la loro vita e la loro libertà, evitando di cercare di realizzare attraverso di loro i nostri desideri e ambizioni. E’ un errore voler imporre ai nostri ragazzi le nostre idee, la nostra visione della vita, riversare su di loro le aspettative irrisolte della nostra infanzia.
I bambini nascono ricolmi di gioia e di meraviglia. Poi nel tempo accade qualcosa, come una luce che a poco a poco si affievolisce, e la loro purezza viene perduta: sono i nostri ego insoddisfatti e frustrati che spingono i nostri figli a vivere la vita che avremmo voluto vivere noi…

Dobbiamo amarli, imparare ad ascoltarli, rispettare la loro individualità, comunicare con loro in modo sincero e onesto, far tesoro del tempo trascorso insieme e gioire della loro libertà.
I bambini hanno bisogno del nostro amore, del nostro incoraggiamento, del nostro sostegno ma non delle nostre ingiunzioni (mascherate da inviti e suggerimenti) a raggiungere obiettivi che non sono i loro.

Dobbiamo lasciare che il seme che è già dentro di loro germogli, senza sperimentare innesti innaturali e pericolosi. Ogni frutto ha la sua stagione e tutto matura scandito dai ritmi eterni della vita

La vita ci richiama all’essenza, all’innocenza, all’autenticità, all’amore… noi invece rinneghiamo la sua semplicità e ci teniamo a distanza da questa fonte d’inesauribile abbondanza… cediamo al deserto dell’ego, dei conflitti, della paura… contaminando anche il mondo dei nostri bambini e uccidendone libertà, vitalità, creatività, autenticità…

Fallo essere se stesso, Elena, quando un giorno chiederà, tu o altri risponderete…

ciao

Roberto (contatti)

Il testo che segue è tratto dal libro “Dovunque tu vada, ci sei già”, scritto da Jon Kabat-Zinn, professore emerito di medicina, fondatore della Stress Reduction Clinic e il cui metodo, basato su un adattamento terapeutico dei principi del buddismo zen (MBSR, Mindfulness-Based Stress Reduction), è diffuso in tutto il mondo.

“Se siete un genitore o un nonno, provate a considerare i bambini come vostri maestri. Osservateli in silenzio, ascoltateli più attentamente, leggete il loro linguaggio corporeo. Valutate la loro auto-considerazione dal portamento, da ciò che disegnano, da ciò che vedono, da come si comportano. Quali necessità hanno in questo momento, a quest’ora del giorno, in questa fase della loro vita? Chiedetevi: “come posso aiutarli proprio ora?” Poi seguite ciò che il cuore vi suggerisce. E ricordate che, nella maggioranza delle situazioni, un consiglio è forse l’ultima cosa utile, a meno che sia il momento adatto e voi siate assai tempestivi e dotati della sensibilità necessaria a presentare le cose. Il solo fatto di essere voi stessi equilibrati, pienamente presenti, aperti e disponibili è un grande dono per loro. Un abbraccio mentale non è mai di troppo.

Naturalmente voi siete i principali maestri di vita per i vostri figli, ed essi lo sono per voi, e come svolgerete questo ruolo influirà su entrambe le parti. Io considero l’educazione dei figli come una tutela estesa nel tempo, ma provvisoria. Quando li consideriamo i “nostri” o i “miei” bambini e ci comportiamo come se fossero proprietà personali da formare e controllare in base alle nostre esigenze, credo che abbiano inizio guai grossi.

Piaccia o meno, i figli hanno e avranno sempre una propria personalità, anche se necessitano di grande amore e guida per diventare esseri umani completi. A un tutore o guida occorrono saggezza e pazienza in abbondanza per trasmettere ciò che servirà alla generazione successiva. Alcuni – anch’io fra questi -, oltre alla naturale propensione alle cure, amore e tenerezza, hanno bisogno di costante consapevolezza per svolgere bene il proprio lavoro, consistente nel proteggere i bambini mentre sviluppano idee e capacità personali per destreggiarsi lungo i percorsi che poi esploreranno più a fondo.

Alcuni, convinti della validità della meditazione nella propria vita, sono malauguratamente tentati di coinvolgervi anche i figli. Questo potrebbe rivelarsi un grave errore. A mio parere, il miglio modo per indurre i bambini alla saggezza, alla meditazione o a qualsiasi altra cosa, particolarmente in tenera età, è viverle voi stessi, personificare ciò che volete insegnare e tenere la bocca chiusa. Più parlerete, li forzerete e insisterete perché si comportino in un dato modo, maggiore sarà la probabilità, il credo, che se ne allontanino per la vita. Essi intuiranno il forte attaccamento alle vostre idee, l’intenzione aggressiva di dominarli e inculcare loro determinati principi che sono solo vostri, capiranno che questo è il vostro, non il loro cammino. Crescendo potranno anche scoprire l’ipocrisia e il divario fra ciò che professate e come lo vivete.

Se vi dedicate alla vostra pratica meditativa personale, lo sapranno e lo vedranno, dandola per scontata, come parte della vita e attività normale. Potrebbero persino essere indotti a imitarvi, come accade per molte altre cose che fanno i genitori. La motivazione per imparare e praticare la meditazione deve provenire da loro e rimanere valida nella misura in cui il loro interesse è duraturo.

L’autentico insegnamento è in gran parte non verbale. A volte i miei bambini fanno yoga con me perché mi vedono farlo. Ma per la maggior parte del tempo hanno cose più importanti di cui occuparsi e non dimostrano interesse. Lo stesso vale per la meditazione seduta, ma essi sanno cos’è, se ne sono fatti una certa idea e sanno che vi attribuisco importanza e la pratico io stesso. Quando vogliono, sanno come fare, perché hanno imparato da piccoli sedendo con me.

Se siete praticanti, scoprirete in quali momenti converrà raccomandare la meditazione. Questi suggerimenti potranno “funzionare” o meno nella circostanza, ma costituiranno un seme per il futuro. Occasioni opportune si hanno quando i bambini provano dolore, paura o non riescono ad addormentarsi. Senza mostrarsi oppressivi o insistenti, potete suggerire loro di respirare a fondo e lentamente, di lasciarsi cullare dalle onde in una barchetta, di prestare attenzione al dolore o alla paura, pensare a immagini o colori, usare l’immaginazione per “giocare” con la situazione, ricordando che si tratta solo di rappresentazioni della mente, come un film; convinceteli che possono cambiare il film, il pensiero, l’immagine, il colore e a volte sentirsi meglio più rapidamente e acquisire maggior controllo.

Talvolta questo funziona bene con bambini in età prescolare, ma quando hanno sei o sette anni è facile che provino imbarazzo o si sentano sciocchi. Anche questo passa e ridiventano ricettivi. Comunque, è stato gettato il seme dell’idea che esistono vie interiori per governare timori e dolore e spesso essi recuperano questo concetto crescendo. Sapranno per esperienza diretta di contare più dei loro pensieri e sensazioni e potranno rapportarsi a questi in modo da disporre di maggiori scelte per partecipare e influenzare gli esiti delle varie situazioni; solo perché le menti altrui vacillano non è detto che essi debbano fare altrettanto”.


ARTICOLI CORRELATI

Cambiamento e accettazione
Amore e coraggio
Delusione e solitudine
Ricerca spirituale
Soltanto l’amore può trasformare le nostre vite 
In quale direzione devo andare? 
Obiettivo o preferenza?
Benessere Psicologico: indice generale