Ciao Roberto,
sai, anche io sono in viaggio secondo il classico percorso di sofferenza estrema che poi si muta in libertà e consapevolezza.
Però… mi capita di perdermi, ancora, e in quei momenti mi chiudo al mondo e alla sua gioia, mi sento fragile, persa, brutta e sbagliata. Divento un peso per chi mi ama e anche per me stessa. Questi momenti non li riesco a gestire. Aspetto solo che passino e a volte i pensieri diventano autodistruttivi. È così che deve andare?

Grazie infinite!

Sirio

Sì, è così che funziona… Quando eventi particolarmente dolorosi a volte riescono a far vibrare le corde della nostra anima, lentamente ricominciamo a muoverci verso l’infinito, improvvisamente autentici, sulla nostra pelle la pioggia e il vento tornano a darci un fremito di libertà… Ma dopo un attimo di meraviglioso stupore e di eccitante vertigine di nuovo subentra la paura… Non siamo abituati a tanta libertà, ci spaventa, non la comprendiamo, non sappiamo gestirla… osserviamo tutti gli altri, immobili, incartapecoriti nello loro scelte apparentemente obbligate, che ci guardano come se i folli fossimo noi… e allora ci assale il timore che forse siamo noi che stiamo sbagliando… cediamo alle “ragioni” della mente, mettiamo a tacere quelle del cuore… e ci irrigidiamo di nuovo…

Ma stare fermi ormai non funziona più, qualcosa in noi si è svegliato… dopo poco sentiamo di nuovo la necessità di riprendere a muoverci, perché quella è la nostra natura, fluire, lasciarci trasportare dalle onde dell’oceano verso sempre nuovi orizzonti, nuovi mondi, nuovi destini… Poi la paura ci blocca di nuovo… e più e più volte ci fermiamo e ripartiamo… Ma ormai l’incantesimo è rotto… piano piano acquistiamo fiducia, riconosciamo altre anime in viaggio come noi, comprendiamo di essere nel giusto, e senza più dubbi né timori prendiamo la scia dell’Amore e ci fondiamo in Esso…

Leggi “Durante”, di Andrea de Carlo. Il protagonista del libro ha ripreso il suo “non-posto” nell’Universo… Ma si può fare di meglio, con un po’ di consapevolezza in più (Durante è un po’ “svampito”…) possiamo essere liberi senza necessariamente scombinare le storie di chi non è pronto a muoversi all’unisono con questo turbinio di colori, suoni, sensazioni che è la vita…

Leggi anche “La forza del Sì”, di Anando.

Ciao Sirio 😀