Malattie cardiache nel gatto: sono particolarmente subdole e insidiose soprattutto perché i sintomi sono difficili da valutare, vaghi e spesso tardivi. Possono interessare gatti di ogni età ma per quelli anziani il rischio è maggiore.
Si distinguono in congenite, ereditarie e acquisite: quando è congenita, la patologia è presente sin dalla nascita ed è connessa a mutazioni genetiche occasionali o ereditarie, anche concomitanti ad altri fattori (infettivi, tossicologici, ambientali) che possono sorgere durante il periodo fetale.
Una marcata familiarità indica un’attendibile origine ereditaria della malattia, trasmessa alla discendenza per via parentale (prima di acquistare un micio informatevi se si siano verificati casi di patologie cardiache in altri consanguinei).
Le cardiopatie acquisite invece sono malattie a sviluppo occasionale che possono presentarsi indipendentemente da fattori genetico-ereditari.
L’insussistenza di segni clinici evidenti, non garantisce peraltro l’assenza di malattie cardiache: alcune condizioni molto serie possono sembrare asintomatiche ed è quindi importantissimo affidarsi a regolari controlli clinici del veterinario per individuare eventuali disfunzioni occulte. L’esordio di talune patologie può essere molto brusco e improvviso con quadri clinici anche decisamente importanti.
Si può ben comprendere quindi la necessità di una diagnosi precoce e di una cura che ostacoli la progressione della malattia e lo sviluppo di conseguenze irreversibili. In ambito cardiologico quindi sono più che mai utili visite e controlli regolari per poter individuare eventuali patologie al loro sorgere.
I controlli di routine devono sempre coinvolgere l’apparato cardiovascolare anche in assenza di sintomi evidenti. Sarà cura del vostro veterinario consigliarvi eventuali accertamenti di tipo specialistico; anche i nostri amici hanno un cuore ed è meglio non scherzarci, ricordiamolo!
Malattie cardiache nel gatto: sintomi principali
La manifestazione sintomatica è ingannevole in quanto è riscontrabile anche in altre malattie; per di più il micio di casa fa vita sedentaria ed è comunque molto difficile valutare la sua resistenza all’attività fisica anche quando può uscire in maniera indipendente.
La tosse e la respirazione a bocca aperta, pur rappresentando un indizio, non sono solitamente nel gatto sintomi significativi di cardiopatia (come invece avviene per il cane).
Le prime espressioni di sofferenza sono di solito la perdita di appetito (rifiuto del cibo) e difficoltà respiratorie. Tra i vari sintomi si annoverano anche:
- battito cardiaco anomalo
- pulsazioni irregolari
- scarsa tolleranza all’esercizio fisico
- letargia
- mucose scure o violacee
- arti freddi
- versamento addominale
- insufficienza renale acuta
- insufficienza polmonare
- vomito
- zoppia o paralisi degli arti
Malattie cardiache nel gatto: diagnosi
Il primo approccio è sempre la visita cardiologica: il veterinario è in grado di valutare le eventuali alterazioni dell’apparato cardiovascolare anche quando non sono ancora evidenti al proprietario. Seppur non tutte le malattie cardiache nel gatto siano accertabili, una parte di esse può essere rivelata o sospettata mediante un’attenta auscultazione con lo stetoscopio, che rivelerà ritmi alterati o soffi, anche in assenza di sintomi. E’ buona norma sottoporre il gatto all’auscultazione e a una radiografia del torace una volta l’anno e a un’ecografia ogni due anni (almeno). In base ai riscontri e all’anamnesi il veterinario può consigliare esami strumentali quali:
- Rx torace
- ecocardiogramma
- elettrocardiogramma
- ECG Holter
- misurazione della pressione arteriosa
- esami per la funzione renale, surrenale, tiroidea
- esami ematochimici di routine con particolare attenzione alla funzione renale ed epatica, anche in previsione di una terapia farmacologica.
Malattie cardiache nel gatto: cura
La cura varia secondo la gravità della patologia; soprattutto in assenza di una corretta diagnosi e di cure adeguate, le malattie cardiache nel gatto possono condurre a un significativo deterioramento della sua qualità di vita con elevata mortalità. Si basa su molteplici interventi:
- il controllo della dieta, e l’attività fisica;
- la terapia medica farmacologica ;
- la terapia chirurgica e interventistica (toracentesi);
- i suggerimenti per vivere nel miglior modo possibile la relazione con un micio cardiopatico;
- le cure palliative e tutto quanto possa aiutare il micio a vivere una condizione cronica, mantenendo un’ adeguata qualità di vita.
Malattie cardiache nel gatto: cardiomiopatia
La cardiomiopatia è la patologa che affligge il muscolo cardiaco; spesso non viene diagnosticata fino a quando al gatto non si sia di fronte a qualche circostanza rilevante come ad esempio:
- cecità improvvisa dovuta alla pressione alta
- dolore acuto negli arti posteriori dovuto a coaguli di sangue
- difficoltà respiratoria legata all’accumulo di liquidi intorno alle pareti cardiache
- stato di collasso (inappetenza, affanno, letargia).
Approfondiamo le varie forme di cardiomiopatia.
Cardiomiopatia ipertrofica
E’ tra le malattie cardiache più frequenti nel gatto. E’ caratterizzata da un ispessimento delle pareti ventricolari verso l’interno della camera cardiaca; lo spazio all’interno dei ventricoli si riduce, quindi la quantità di sangue pompata è minore.
E’ importante ricordare che non tutti gli ispessimenti delle pareti ventricolari del cuore devono essere interpretati come miocardiopatie ipertrofiche. Infatti, questa situazione può essere secondaria ad altre condizioni cliniche quali l’ipertensione e l’ipertiroidismo, patologie che devono quindi essere escluse prima di formulare diagnosi di miocardiopatia ipertrofica.
Alcune razze possono essere più interessate di altre:
- Maine Coon
- Norvegese delle Foreste
- Persiano
- Sphhynx
- Ragdoll
- Cornish Rex
- Devon Rex
- British
sembrano essere maggiormente predisposte.
Nel Maine Coon e nel Rag Doll è stato possibile identificare la mutazione genica responsabile della malattia, per cui è possibile eseguire un semplice test genetico per identificare i gatti malati. Se il risultato del test è positivo, significa che il micio è predisposto a questa malattia; in caso contrario (test negativo) significa solo che il gatto non possiede quella particolare mutazione responsabile della cardiomiopatia ipertrofica. La mutazione genica identificata nei Maine Coon e nei Rag Doll non è la sola mutazione responsabile della malattia, per cui anche in caso di test negativo è opportuno sottoporre i gatti di queste razze a esami ecocardiografici periodici al fine di diagnosticare la patologia.
Il gatto può manifestare talvolta vere e proprie “crisi” con atteggiamenti anche anomali e di difficile interpretazione quali:
- ipersalivazione
- tendenza all’isolamento
- disorientamento o alterazioni cognitive.
E’ possibile il verificarsi di morte improvvisa e di segni di ischemia arteriosa acuta per tromboembolia aortica, che può interessare diversi distretti anatomici tra cui addome, sistema nervoso centrale e gli arti. In tali casi la sintomatologia può essere caratterizzata da dolore anche importante o paralisi e il gatto deve essere immediatamente portato al più vicino pronto soccorso attrezzato.
La prognosi è strettamente condizionata dalle condizioni cliniche e dai rilievi strumentali del micio all’atto della diagnosi, ma anche dalla risposta alla terapia che è strettamente individuale.
Cardiomiopatia dilatativa
Si verifica quando il cuore ha una ridotta capacità di contrazione, le cavità si ingrossano riempiendosi di una maggiore quantità di sangue. I ventricoli non si ispessiscono (come invece accade nella cardiomiopatia ipertrofica) ma si dilatano e si indeboliscono a tal punto che il cuore non è più in grado di pompare il sangue.
Oggi è raramente riscontrabile e colpisce più frequentemente i gatti in età media o avanzata.
Sembra che la causa principale di questa patologia sia la carenza di taurina (che può determinare anche lesioni oculari), che viene eliminata con la cottura; il gatto non è in grado di sintetizzare questo aminoacido che deve essere quindi assunto con la dieta.
La scoperta del nesso tra la carenza di taurina e questa patologia risale agli anni ’80. Alcune ditte produssero cibi con livelli di taurina troppo bassa e la cosa provocò una notevolissima propagazione di questa malattia; da allora la taurina è stata regolarmente aggiunta al cibo per gatti e tale forma di cardiomiopatia è divenuta alquanto rara.
Cardiomiopatia restrittiva
E’ ancor meno comune di quella dilatativa, ma di solito ha un’evoluzione più rapida. È caratterizzata da un irrigidimento delle pareti del miocardio che non consente al sangue di fluire nel cuore (in pratica è come cercare di gonfiare un palloncino di gomma con le pareti poco elastiche).
Cardiomiopatia: cura
Le cardiomiopatie sono di solito progressive ma talvolta si evolvono lentamente.
La cura varia secondo i sintomi iniziali, della gravità e del tipo di cardiomiopatia. Se si riesce a individuare e a correggere una causa scatenante, come ad esempio l’ipertiroidismo o l’ipertensione, la patologia cardiaca può migliorare. In caso contrario la cura si basa sul ridurre il lavoro del cuore, sul controllo del ritmo cardiaco e dei sintomi ipertensivi.
Nel caso di accumulo di liquidi nei polmoni, è opportuno usare dei diuretici per ridurne il volume in circolazione. Il liquido che si forma intorno ai polmoni (versamento pleurico), viene di solito aspirato dalla cavità toracica con un ago o un catetere (toracentesi).
Per ridurre il carico cardiaco si usano farmaci ace inibitori, per rilassare i muscoli cardiaci si fa ricorso a farmaci calcio antagonisti, mentre per ridurre il rischio di coaguli di sangue si ricorre ad anticoagulanti.
Nei gatti in sovrappeso è utile una perdita di peso.
Malattie cardiache nel gatto: aritmia
Le aritmie sono alterazioni del ritmo cardiaco normale che in taluni casi possono provocare morte improvvisa.
Le cause possono essere varie:
- squilibrio elettrolitico
- stress
- malattie cardiache
- febbre
- uso di farmaci
- ipotermia
I gatti possono sviluppare un’aritmia in seguito a un basso livello di potassio nel sangue (ipokaliemia) determinato da grave diarrea o vomito, diabete o malattia renale.
Nei gatti ipertiroidei il ritmo cardiaco può aumentare (tachicardia); il ritmo cardiaco può anche diminuire (brachicardia) a causa di vari fattori, come ad esempio l’ipotermia.
La cura è basata sulla ricerca della causa principale.
Malattie cardiache nel gatto: soffio al cuore
E’ un suono anomalo del flusso sanguigno che può essere auscultato dal veterinario con uno stetoscopio.
Può essere congenito (presente alla nascita) o acquisito successivamente. Quando viene rilevato bisogna sottoporre il gatto a una visita cardiologica per capirne la causa.
Le cause possono essere molteplici come ad esempio:
- difetti nell’anatomia del cuore
- malattie infettive
- endocardiosi (ispessimento dei bordi delle valvole cardiache)
- endocardite (infiammazione dei tessuti delle valvole cardiache)
- restringimento di una vena o un’arteria
Molti gatti che godono di ottima salute possono presentare questa patologia che può anche essere asintomatica.
Una volta notato il soffio ed effettuata la diagnosi (anche mediante ricorso ad esami strumentali, il più comune in questi casi è l’elettrocardiogramma), si deve provvedere a curare (ove mai esista) la malattia sottostante, o semplicemente a monitorare il soffio con visite periodiche.
La maggior parte dei soffi cardiaci non necessita di terapie (né di rimedi chirurgici).
Malattie cardiache nel gatto: tromboembolismo arterioso
Consiste nel passaggio nelle arterie di trombi (coaguli di sangue) formatisi all’interno delle camere cardiache (nell’atrio sinistro in particolare, più raramente nelle altre camere). I trombi provocano l’ostruzione delle arterie: possono fermarsi nei punti in cui le dimensioni delle arterie si riducono e quindi impedire il flusso del sangue nelle zone irrorate dal vaso interessato.
E’ spesso associato a cardiomiopatia (che di solito è il fattore predisponente più importante) o ad altre malattie cardiache, ma potrebbe anche essere provocato da:
- traumi (per esempio lesioni a livello cardiaco)
- ipertiroidismo
- tumori
- sepsi
I sintomi variano secondo la parte del corpo colpita. Le arterie in cui usualmente si sviluppa un tromboembolismo arterioso sono:
- la biforcazione aortica a livello delle iliache (in quasi tutti i casi, cioè dove l’aorta si divide nelle arterie destinate agli arti posteriori);
- l’arteria renale;
- l’arteria brachiale;
- le arterie cerebrali;
- le arterie polmonari.
E’ una condizione molto dolorosa per i gatti che ne vengono colpiti; la tromboembolia aortica determina inoltre la paralisi degli arti posteriori.
Il gatto con tromboembolismo arterioso rappresenta clinicamente un’urgenza assoluta; la prognosi spesso è infausta e nei gatti che sopravvivono sono frequenti le recidive.
Malattie cardiache nel gatto: filariosi cardiopolmonare
Colpisce prevalentemente i cani, nei gatti non è così comune. Il gatto non attira le zanzare come il cane, ma se vive in una zona infestata da zanzare, il pericolo aumenta.
Causa della filariosi nel gatto è lo stesso parassita che infetta il cane, denominato Dirofilaria Immitis; la zanzara infetta punge il gatto e gli trasmette le larve (microfilarie).
La filaria nel gatto è sempre da considerarsi grave perché il cuore è più piccolo di quello di un cane. La presenza di pochi vermi (bastano pochissime filarie) è già considerata un’infestazione massiccia potenzialmente letale. Lo scompenso cardiopolmonare che si crea è molto grave.
Spesso la sintomatologia non è chiaramente e immediatamente riferibile alla filariosi. Le forme sintomatiche possono essere:
- acute o iperacute: gravi sintomi respiratori, gastroenterici, cardiovascolari o neurologici. La morte improvvisa è molto frequente;
- croniche: forma più rara, caratterizzata da (non intensi) sintomi respiratori, gastroenterici e dimagrimento.
Analisi del sangue, radiografia del torace ed ecografia, favoriscono una diagnosi attenta e pertinente.
La cura sarà stabilita secondo il caso specifico. Si possono somministrare farmaci antifilaria ma occorre necessariamente e preventivamente parlarne col veterinario in quanto le terapie sia quella farmacologica che chirurgica possono presentare effetti collaterali molto seri.
La prevenzione si basa su farmaci specifici per gatti a base di ivermectina, selamectina o moxidectina; chiedete al vostro veterinario se nella vostra zona è necessario eseguire profilassi o meno.
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