Malattie apparato riproduttore nel gatto Malattie apparato riproduttore nel gatto: colpiscono essenzialmente le gatte, sono invece molto rare nel maschio; possono essere molto pericolose e richiedono l’intervento tempestivo del veterinario.

Vediamo di seguito le principali malattie dell’apparato riproduttore nel gatto.

Malattie apparato riproduttore nel gatto: metrite

E’ un’infiammazione delle pareti dell’utero che può svilupparsi a causa di un’infezione batterica oppure dopo il parto, in seguito ad un’incompleta espulsione della placenta o dei residui fetali.

I sintomi sono vari:

  • diarrea
  • febbre
  • disidratazione
  • frequenza cardiaca accelerata
  • mancanza di appetito
  • sonno profondo
  • dolori addominali
  • perdite vaginali di colore scuro e maleodoranti

Soprattutto nel caso di gatte non sterilizzate, la presenza di tali segnali va presa in seria considerazione e, al loro primo apparire, bisogna ricorrere in tempi molto rapidi a una visita veterinaria. Se si tarda a intervenire, può anche sopraggiungere la morte per setticemia.


Solo il veterinario può dare conferma della patologia attraverso una serie di esami che possono includere:

  • analisi del sangue;
  • radiografia, per riscontrare l’eventuale presenza di feti morti ancora presenti nell’utero;
  • ecografia all’addome, per verificare l’eventuale presenza di liquido all’interno dell’utero, di feti o placente non ancora espulse, o di liquido nella cavità addominale nei casi di rottura uterina;
  • esami citologici e coltura vaginale, per accertare l’eventuale presenza di batteri e di un eccesso di globuli bianchi.

Le cure sono solitamente a base di antibiotici ad ampio spettro; per stimolare la contrazione dell’utero, utile a provocare l’espulsione di eventuali residui fetali, non è esclusa la somministrazione alla gatta di prostaglandine o ossitocina. Nei casi più gravi il veterinario potrà scegliere di sottoporre la gatta a un intervento di ovarioisterectomia (esportazione di utero e ovaie).

La metrite richiede necessariamente cure veterinarie. Le gatte che vengono sterilizzate come parte del trattamento di solito si riprendono abbastanza bene.

La metrite può diventare cronica e provocare infertilità nelle gatte, qualora la terapia farmacologica non sia tempestiva. La sterilizzazione eseguita nell’età opportuna elimina il rischio di metrite.

Malattie apparato riproduttore nel gatto: piometra

È un’infiammazione-infezione caratterizzata dalla produzione e dall’accumulo di una grande quantità di pus all’interno dell’utero. Talvolta l’infezione si manifesta in maniera subdola: inizialmente si verifica una fase di iperplasia cistica della mucosa uterina, l’utero si riempie di un liquido trasparente (idrometra), secondariamente arrivano i batteri (Escherichia coli) che occupano la mucosa causando la piometra.

Di solito le gatte di età superiore ai 4 anni sono maggiormente soggette a tale patologia; una gatta non sterilizzata che va in calore frequentemente ha elevate probabilità di sviluppare prima o poi un’infezione all’utero. Le gatte che non hanno avuto gravidanze, che sono state curate con farmaci abortigeni o estrogeni per eliminare i calori sono predisposte a contrarre la piometra.

I sintomi sono diversi:

  • riduzione dell’appetito
  • apatia
  • mucose pallide
  • scolo vaginale (sieroso o purulento)
  • addome dilatato

La diagnosi presuppone necessariamente una visita del veterinario che:

  • verifica i sintomi;
  • analizza lo scolo (spesso è difficile per i proprietari vedere le perdite vulvari, soprattutto perché i gatti sono maniaci della pulizia e si lavano prima di poterle evidenziare);
  • fa un’ecografia per visualizzare l’utero disteso e pieno di materiale;
  • procede con le analisi del sangue, che evidenzieranno una marcata neutrofilia.

Le cure a base di antibiotici e fluidi non producono effetti significativi, servono prevalentemente a stabilizzare la gatta in attesa dell’intervento di ovarioisterectomia che nella maggior parte dei casi non si potrà evitare. La terapia chirurgica avrà maggior successo quanto più precocemente la gatta sarà stata portata dal veterinario.


L’ovarioisterectomia è d’obbligo anche nei casi di torsione uterina. Si manifesta spesso durante la gravidanza: la gatta avrà dolore a livello dell’addome e l’utero sarà ingrossato.

Malattie apparato riproduttore nel gatto: mastite

È un’infiammazione delle ghiandole mammarie ed è un problema abbastanza comune nel post-partum. Durante la fase di allattamento la gatta affetta da tale patologia presenta le mammelle gonfie, rosse e dure, il dolore non le consente di allattare i cuccioli che vengono perciò rifiutati; la presenza eventuale di febbre, uno scarso appetito e un torpore diffuso, completano il quadro sintomatico.

La mancanza di igiene, uno svezzamento aggressivo, possono essere, oltre all’allattamento, ulteriori fattori idonei a favorire l’insorgenza di tale disturbo.

Alcune volte la mastite può trasformarsi in infezione causata da batteri che colpiscono comunemente i gatti: Escherichia coli, stafilococchi, streptococchi ed enterococchi. Di solito l’infezione inizia nel capezzolo arrivando alle ghiandole mammarie.

Le cure sono a base di antibiotici, una mastite se trascurata può portare alla cancrena (morte del tessuto, dovuta alla mancanza di afflusso di sangue).

Malattie apparato riproduttore nel gatto: tumori

Oltre che dalla mastite, le mammelle possono essere colpite anche da tumore. I tumori mammari sono abbastanza frequenti nelle micie non sterilizzate (e nel 90% dei casi sono maligni) mentre sono pressoché assenti nelle gatte sterilizzate in giovane età (attorno ai cinque mesi). Anche le gatte che hanno subito un’ovarioisterectomia dopo il primo anno di età possono presentare rischi di tumori alla mammella.

È importante controllare con regolarità le mammelle della gattina: se si notano noduli occorre andare subito dal veterinario. Il ricorso all’intervento chirurgico è in pratica scontato: le mammelle colpite dal tumore vengono di solito asportate.

I tumori ovarici interessano in percentuale maggiore le gatte non sterilizzate. Le manifestazioni cliniche possono essere sia la sospensione degli estri che gli estri prolungati. Questa patologia, porta talvolta anche a malattie dell’utero legate all’anomala produzione di ormoni sessuali. L’unica terapia valida è la sterilizzazione.

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