Ciao Roberto,
le domande sono tante, infinite, ma cerco di andare al nocciolo di quello che mi porta qui. Ci sono tante tecniche, dottrine, fedi in giro. E ci sono tante persone in cerca di sé stesse, che hanno avviato il viaggio dentro di loro, o che semplicemente passano il tempo a mettere tutto in discussione, e a chiedersi: “io chi sono?”. Eppure leggo che l’illuminazione è un evento inaspettato, su cui l’io non ha poteri. L’illuminazione non accetta volontari.
Allora, mi chiedo: l’illuminazione, la realizzazione, è un dono che scende su coloro che hanno la disgraziata fortuna di vivere una vita piena di uno o più eventi talmente sofferenti da riuscire ad aprire loro gli occhi sulla realtà? È il caso o qualche forza misteriosa che mette di fronte l’uomo alla verità? In tal caso, chi cerca sé stesso e pratica corsi e discipline spirituali, è avvantaggiato, o al contrario ostacola questa sconvolgente presa di coscienza che è la realizzazione del sé?
Scusa le domandone, ma continuerò a pormele finché non troverò risposta, o la mia mente cambierà fino a non trovare interesse nel porsele.
Ciao!
Flavio
Ciao Flavio, leggi anche “La sofferenza è inevitabile per il risveglio spirituale?”
– Chi cerca se stesso è avvantaggiato?
Si. Se la ricerca della Verità è reale, sentita, desiderata ardentemente, le probabilità di “trovarSi” sono maggiori…
Funziona come per qualsiasi altra attività umana: se un centinaio di giovani atleti si applicano con determinazione per riuscire a correre i 100 metri sotto i 10 secondi, avranno maggiori probabilità (non certezze) di raggiungere quell’obiettivo piuttosto che cento giovani atleti che si allenano duramente al tiro alla fune o al lancio del giavellotto…
Come in ogni altro campo, possono riscontrarsi eccezioni. Dei veri talenti potrebbero riuscire a correre i 100 metri in meno di 10 secondi allenandosi poco, così come l’illuminazione potrebbe accadere senza un compiuto sforzo per ottenerla…… Ramana Maharshi, a 16 anni, visse una breve (ma potente) esperienza mistica e divenne consapevole della sua vera Natura in modo permanente e irreversibile…
– chi cerca se stesso e pratica corsi e discipline spirituali è avvantaggiato?
Chi cerca se stesso con intensità è avvantaggiato, non chi pratica corsi e discipline spirituali… Le vie del “Signore” sono infinite…
Osho si è illuminato a 21 anni grazie alla sua passione per la Verità e al suo atteggiamento autentico di fronte alla vita (non ha mai ceduto a paure e compromessi)… Francesco D’Assisi dopo la prigionia, la malattia, gli incontri con i lebbrosi, ecc… Wayne Liquorman dopo venti anni di alcolismo e dipendenze da droghe… Altri, praticando discipline spirituali…
– l’illuminazione, la realizzazione, è un dono che scende su coloro che hanno la disgraziata fortuna di vivere una vita piena di uno o più eventi talmente sofferenti da riuscire ad aprire loro gli occhi sulla realtà?
Molte variabili possono influire sulla maggiore o minore probabilità che l’illuminazione accada. Ad esempio:
quantità di sovrastrutture dell’ego che si sono formate nel tempo, eventi dolorosi, una mente saggia, passione per la verità, ecc…
Dalla combinazione di queste (e altre) variabili può dipendere la possibilità che si verifichi o meno l’illuminazione.
Ad esempio: molto dolore può spingere al risveglio, ma se le sovrastrutture dell’Ego sono di cemento armato è più facile che la persona ceda psicologicamente piuttosto che progredisca spiritualmente…
Oppure: per una mente molto saggia potrebbe essere sufficiente una dose minima di dolore…
O ancora: se la saggezza latita potrebbe essere indispensabile una maggiore sofferenza, ma se l’ego è piuttosto “arrendevole” forse ne servirà un po’ meno… E così via, in una combinazione praticamente infinita di possibilità…
– L’ultimo punto: l’illuminazione è un evento inaspettato, su cui l’io non ha poteri.
Infatti. L’io può tentare di preparare il terreno al meglio affinché le probabilità che l’illuminazione accada siano maggiori, ma poi, per l’ultimo “gradino”, per l’ultimo tratto del percorso, l’io non potrà fare più niente…
È semplice capire perché a un certo punto l’io deve togliersi di mezzo: l’illuminazione consiste nella comprensione che l’io non esiste. Dunque se è l’io che tenta di illuminarsi l’illuminazione non potrà mai verificarsi. Che l’io comprenda di non esistere è una contraddizione in sé…
Quello che dovrà accadere è che Tu, il Tutto, comprenderai di non essere mai stato un “io”, un individuo…
Se è l’io che vuole l’illuminazione, l’io sarà presente, e la Comprensione “l’io non esiste” (l’illuminazione) non potrà realizzarsi…
Dunque, dopo aver fatto tutto il possibile per preparare il terreno affinché l’illuminazione possa accadere (demolendo l’ego mattone dopo mattone), l’ultimo frammento di io dovrà dimostrarsi abbastanza intuitivo e perspicace da interrompere la ricerca e compiere un ultimo atto, nobile e saggio: rinunciare all’illuminazione…
ciao 😀
Roberto (contatti)
ARTICOLI CORRELATI
> Benessere Psicologico: indice generale
> Roberto Gentile: Psicologo online