La famiglia è una istituzione obsoletaDifendere la famiglia significa preservare le fondamenta stesse della società”: un’affermazione priva di senso. E’ l’amore, il rispetto, la tenerezza, la purezza d’animo che vanno preservati, non la famiglia.
E’ semplice.
Se tra gli individui che compongono una famiglia c’è armonia e profonda comunione, la famiglia è un bene, se abusi o trascuratezza sono la norma, la famiglia è un male.

Questo banale postulato è valido per ogni forma di aggregazione sociale, sia per i piccoli sia per i grandi gruppi. Se, ad esempio, tra 2 amici vige rispetto e amorevolezza, l’amicizia è un bene, altrimenti è un male.

I gruppi sono formati da persone ed è il loro benessere individuale che si deve favorire non la conservazione dell’entità concettuale “gruppo” o “famiglia”. Legislazioni e consuetudini troppo sbilanciate nel preservare istituzioni “astratte” a scapito del benessere degli esseri viventi possono creare forme sociali aberranti, al limite della schiavitù. Per secoli la subordinazione della donna e dei figli all’autorità maritale è stata una norma assoluta (cultura patriarcale).

Attribuire valore a un’istituzione che non ne ha alcuno ci fa disperdere energie preziose che potrebbero essere impiegate molto più fruttuosamente nel promuovere amore universale, fratellanza, tolleranza, rispetto, tenerezza, attenzione, cura…

Ipotizziamo alcune configurazioni familiari:

Famiglia tradizionale: se c’è Amore e rispetto tra i membri è un bene, se c’è abuso o anaffettività, è un male.
Un solo genitore e figli: se c’è Amore e rispetto tra i membri è un bene, se c’è abuso o anaffettività, è un male.
Genitori adottivi e figlio: se c’è Amore e rispetto tra i membri è un bene, se c’è abuso o anaffettività, è un male.
Divorzio e famiglia allargata: se c’è Amore e rispetto tra i membri è un bene, se c’è abuso o anaffettività, è un male.
Due donne o due uomini come genitori: se c’è Amore e rispetto tra i membri è un bene, se c’è abuso o anaffettività, è un male.
Orfani che vivono con nonni o con altri parenti: se c’è Amore e rispetto tra i membri è un bene, se c’è abuso o anaffettività, è un male.

E’ l’amore la discriminante, non il tipo di forma sociale che designa il tipo di aggregazione tra individui.

Non ha senso parlare di dover preservare la famiglia. Oltretutto è un’istituzione obsoleta… ha fatto il suo tempo… Il 50% delle coppie divorzia… in alcuni Paesi si arriva al 60% (Spagna) e al 70% (Belgio).

Salvaguardiamo amore e gentilezza… Non sono i legami di sangue che dobbiamo difendere (e, infatti, per legge, se un genitore è violento il legame non si deve tutelare ma interrompere), ma i rapporti fondati su autenticità, gentilezza, amorevolezza… di qualsiasi tipo di relazione si tratti…

Le persone più evolute coltivano l’Amore, non difendono istituzioni arcaiche e limitanti.

Osho: L’uomo è cresciuto oltre la famiglia.
L’utilità della famiglia si è esaurita, è durata fin troppo, è una delle istituzioni più antiche e persone intelligenti possono constatare che è già morta. Per gli altri ci vorrà tempo prima che riconoscano l’estinzione. Non ha più alcun rilievo per la nuova umanità che sta nascendo. La famiglia ha avuto lati buoni e cattivi. E’ stata utile perché grazie a essa l’uomo è riuscito a sopravvivere, ma dannosa, perché ha corrotto la mente dell’uomo.
Ma in passato non c’erano alternative, non era possibile scegliere altrimenti; era un male necessario. In futuro non lo sarà più: il futuro può offrire stili di vita alternativi. Nel mondo ci sono delle famiglie rarissime, non più dell’1% che sono meravigliose, la cui utilità è evidente, in cui si cresce, dove non esiste autoritarismo, dove non esistono giochi di potere, dove non c’è possessività, in queste famiglie i bambini non vengono distrutti, la moglie non cerca di annientare il marito, e il marito non tenta di distruggere la moglie; in esse ci sono amore e libertà, e le persone stanno insieme solo perché questo le rende felici, non per altri motivi. In queste famiglie non si imparano giochi politici, per queste persone non è necessario un cambiamento, possono continuare a vivere in una famiglia..
Ma per la totale maggioranza dell’umanità la famiglia è qualcosa di orrendo. Potete chiedere agli psicoanalisti e vi risponderanno: “La famiglia genera ogni sorta di malattia mentale, tutte le psicosi, le nevrosi, sono prodotte dalla famiglia. La famiglia crea un essere umano molto, molto malato”.

La difesa della famiglia cristiana è un aspetto dell’ideologia cattolica che, molto di più di quanto potremmo pensare, nasconde la volontà di conservare un certo tipo di società e un certo tipo di sistema di rapporti di proprietà. Alzare quindi questo velo è in un sol momento recuperare la possibilità di un rapporto più vivace, più liberatorio col Vangelo e smascherare le reali intenzioni della classe dominante.

Raffaele Morelli: Il modello classico di “famiglia” comincia a essere un po’ usurato. In parte perché l’enorme aumento degli strumenti d’informazione ha inferto un duro colpo alla retorica dell’istituto familiare come rappresentazione di una “sfera protetta dove regna l’amore assoluto”: le statistiche, infatti, ci informano che la maggior parte degli abusi – infantili e non – avvengono proprio qui. Ma soprattutto perché, così com’è, anche la famiglia più sana si rivela alla lunga disfunzionale.

Contrariamente a quanto avviene nei nidi veri –dove i cuccioli vengono allevati con estrema cura finché non mettono le piume e poi, dopo un sommario addestramento, incoraggiati a volare via – nei nidi umani i cuccioli vengono allevati con il proposito dichiarato di tenerli saldamente ancorati a sé per tutta la vita. Dalle famiglie umane non si esce mai.

Non appena nato, l’ignaro bambino si vede consegnare una sorta di fiaccola ideale da portare avanti, che con il tempo si fa sempre più concreta: la famiglia sceglie i suoi studi, i suoi interessi, sorveglia le sue frequentazioni, interferisce nei suoi amori, spesso sceglie il suo partner – apertamente o tramite abili pressioni, gli progetta il destino. E quanto più la classe sociale in cui nasce è elevata, tante meno possibilità ha di sottrarsi: una buona educazione è uno strumento di controllo straordinario. Del resto nemmeno lo desidera, visto che in cambio gli viene fornita una fonte continua di protezione, giustificazioni e gratificazioni, e soprattutto la mitica “sicurezza”.

Non è un caso che in tutti i miti, leggende e fiabe, l’eroe sia un orfano, un bambino abbandonato o uno che, come Ulisse, si è lasciato la famiglia alle spalle… chi riuscirebbe a compiere imprese mitiche dal calduccio del nido familiare?

Infatti, di eroi in giro non se ne vedono molti. Per contro nella nostra società abbondano le nevrosi, le depressioni, i disturbi dell’alimentazione, gli attacchi di panico e via elencando: il prezzo da pagare per il mito moderno della sicurezza distillato dalla famiglia possessiva è la totale rinuncia a se stessi, e le conseguenze si vedono.

Roberto Gentile (contatti)


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