In quale direzione devo andare?Forse non comprendo in che direzione devo andare!!!! Anzi sicuramente non comprendo, come ti dicevo non è facile trovare la via della consapevolezza… da dove si comincia…..???
La strada l’ho iniziata già da tempo ma…… rimane il quotidiano che non si sposa con il poter vivere volando!!!

Come si fa a volare dovendo essere il riferimento concreto per i propri figli e come responsabile di un’azienda?
Mi sento imprigionata in me stessa!!! E nelle scelte che ho fatto tempo fa! Mi piace quello che faccio, come lavoro è creativo, mi piacciono i miei figli, li adoro anche se uno ha un’età difficile e non riesco più a comunicare con loro!!

Bella l’idea di Osho dove i figli sono compagni di viaggio, ma i riferimenti che mio figlio vive sono legati alla società occidentale e anche la sua cultura e la mia; io mi sono aperta a un altro modo di vivere ma non posso costringere lui a farlo e le nostre strade si dividono ogni giorno di più!!!

Sono confusa, è come se stessi vivendo in attesa che accada qualcosa, ma cosa?

Mi riesce difficile comprendere come si possa vivere l’amore in solitudine e in riferimento a cosa, a chi? È proiettato su me stessa? Io volerei anche da sola ma per andare dove?
L’altro è uno strumento per raggiungere quello stato!!!! O forse no!!!

Alessia

Ciao Alessia, le strade, con tuo figlio, indipendentemente dalle tue scelte sulla via della consapevolezza, devono separarsi ogni giorno di più.
Quello di madre è soltanto un ruolo. Ruolo che deve nel tempo attenuarsi fino a dissolversi completamente, se si vuole offrire ai propri figli l’opportunità di poter crescere e maturare affrontando le prove che l’esistenza ha predisposto opportunamente per loro.

A un ragazzo, dopo i 16-17-18 anni, è sempre meno necessaria una “madre”, anzi, gli è spesso di intralcio, in quanto una sua presenza troppo “attiva” gli impedisce di temprarsi lo spirito nella solitudine di esaltanti sfide quotidiane con se stesso. Quando una madre ha aiutato i propri figli a raggiungere un’indipendenza sufficiente, il suo compito è concluso. Da lì in poi, deve spronarli a fare a meno di lei, a non chiedere più il suo sostegno. Il vero amore di una madre si misura dal coraggio di saper “sacrificare” l’attaccamento verso i propri figli per donar loro l’immensa libertà di poter percorrere fino in fondo la solitaria strada che porta al ricongiungimento con il proprio Sé.

Dunque, mentre i tuoi figli raggiungono l’età per librarsi da soli sulle proprie ali, tu puoi intanto affilare le tue armi per le sfide che ti attendono sull’impervio sentiero della consapevolezza; mentre doni loro tutto ciò di cui hanno bisogno, amore incondizionato, sostegno, comprensione, puoi nel frattempo lavorare su te stessa e prepararti a spiccare il volo verso l’infinito…

La risposta è sempre la stessa, l’ostacolo alla tua evoluzione interiore non sono i tuoi figli (che beneficerebbero della tua accresciuta consapevolezza) o l’azienda o la nostra cultura (non devi ritirarti in un eremo), ma esclusivamente le tue paure e i tuoi attaccamenti.

Se davvero vuoi conoscere te stessa, devi desiderarlo con tutte le tue forze. Continua a leggere le parole di maestri e saggi e a interrogarti incessantemente…

ciao

Roberto (contatti)


ARTICOLI CORRELATI

Mio marito mi tradisce
Innamoramento e amore
Un amore sbagliato

Fine di una storia
Cambiamento e accettazione
Amore e coraggio
Soltanto l’amore può trasformare le nostre vite 
Obiettivo o preferenza?
Benessere Psicologico: indice generale