ElateridiElateridi: sono piccoli coleotteri di circa 8-10 mm di lunghezza caratterizzati da un aspetto affusolato con la parte terminale dell’addome appuntita. La loro livrea è di colore variabile: essa cambia dal grigio-rossastro al brunastro scuro. Gli Elateridi attaccano numerose piante coltivate e spontanee. Le larve, di colore giallo-arancio, lunghe circa 15-18 mm, cilindriche e allungate, definite “ferretti”, provocano erosioni a carico di radici, tuberi e fittoni determinando successivamente il disseccamento delle piante infestate. Nei tuberi di patata possono scavare gallerie anche nei periodi prossimi alla raccolta. Risultano particolarmente dannosi nei terreni umidi, torbosi, ricchi di sostanza organica e succedanei a prati di leguminose.

ElateridiElateridi: piante minacciate

Attaccano soprattutto le patate, rodendone i tuberi appena iniziano a ingrossarsi, ma anche cipolle, bietole, carote, mais, cucurbitacee, insalate, pomodori.

Elateridi: difesa

Vengono naturalmente combattuti dalla presenza di talpe e uccelli, ma può essere utile anche usare esche, come cespi di insalata oppure patate e barbabietole tagliate e conficcate nel terreno con la polpa rivolta verso il basso. Anche l’uso di funghi entomoparassiti si è rivelato efficace.

Elateridi: difesa (Dott. Agr. Mario Zefelippo, Consorzio della Quarantina)

Nelle zone ritenute non molto infestate

I trattamenti vengono effettuati solo se si supera una certa presenza di larve nel terreno; il campionamento viene effettuato a parcelle, valutando l’effettiva presenza delle larve. In caso di forti presenze e tali da determinare un rischio si effettueranno gli interventi. Il monitoraggio delle larve viene oggi effettuato con appositi vasetti-trappola cilindrici, provvisti di fori ai lati e sul fondo, innescati con semi di cereali e vermiculite ben inumiditi. Il vasetto, chiuso, viene interrato in primavera; i semi dei cereali in germinazione attirano le larve che vengono censite ogni 15 gg. La soglia di intervento proposta per la pianura padano-veneta è di 15 larve/m2.


Vasi trappola – Un metodo molto semplice e abbastanza preciso per il monitoraggio della concentrazione di larve nell’appezzamento è il seguente: si prepara un vasetto con i fori sul fondo (ad esempio i vasi utilizzati per la produzione vivaistica di piante da orto oppure fiori) di 10-12 cm di diametro contenente 30 ml di semi di mais, 30 ml di semi di frumento e vermiculite sul fondo allo scopo di preservare l’umidità. Tutti i semi vanno messi a bagno il giorno prima di essere posizionati nel vaso.

Il vasetto così preparato va bagnato abbondantemente e interrato in modo che la parte superiore sia a circa 5 cm dalla superficie del suolo; sulla parte superiore va messo un sottovaso di dimensioni opportune. Si ricopre la trappola così preparata con il terreno. Si suggerisce di porre 10-12 vasetti in diversi punti dell’appezzamento avendo cura di segnalarne la disposizione in campo per consentire il recupero successivo delle trappole.

Dopo 10-15 giorni si rimuovono i vasetti e si procede alla conta delle larve; infatti, le larve nel periodo in cui il vaso è stato interrato, attratte dalle sostanze liberate dai semi in germinazione, entrano nella trappola senza essere in grado di uscirne. Si consiglia di effettuare un trattamento chimico soltanto quando il numero medio di larve rinvenute sia superiore a 0,5 a vasetto.

Altre trappole – Un altro possibile approccio per la valutazione della concentrazione di elateridi è la sistemazione nel campo di apposite trappole a feromoni per la cattura degli adulti o di trappole alimentari (esempio patate…) per le larve. Acquista su Amazon

Nelle zone molto infestate

I trattamenti vengono eseguiti sempre. La lotta chimica diretta si effettua con geodisinfestazioni dopo aver eventualmente valutato l’effettiva presenza delle larve e la loro soglia con monitoraggi eseguiti a fine estate o in autunno dell’anno precedente. Vengono impiegati prodotti granulari distribuiti, generalmente, alla semina e localizzati sulla fila, a base di Thiametoxam, Imidacloprid, Ciflutrin, Teflutrin, Benfuracarb, Etoprofos, Fostiazate e Fipronil. Tutti i principi attivi indicati sono applicabili unicamente alla semina e non sono selettivi per l’entomofauna utile.


Unici prodotti ammessi in Agricoltura Biologica segnalati per una certa efficacia sono quelli a base di Beauveria bassiana da utilizzarsi in due applicazioni, in presemina e in prerincalzatura (es: Naturalis alla dose di 2 l/ha per ciascun intervento).

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Elateridi: prevenzione

La difesa preventiva prevede sovesci di senape, concimazioni effettuate con letame maturo (che risulta sgradito ai coleotteri) e distribuzione di litotamnio nei terreni con reazione acida.
Per evitare che le femmine di questi insetti depongano le uova sul terreno, facendo svernare le larve accanto alle radici, è bene praticare la pacciamatura, ovvero la copertura della superficie del suolo con paglia o materiali plastici.

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