So che la dissoluzione dell’ego è necessaria per permettere alla nostra essenza di emergere completamente: ciò che mi risulta difficile è mettere in pratica questa verità.
Che fare quando il mio ego si sente ferito da quello che dicono o fanno gli altri?
Premetto che da quando è iniziato il mio cammino verso la consapevolezza mi sento sempre meno toccata dai meccanismi dell’ego, ma quest’ultimo ancora sopravvive e mi procura sofferenza che si manifesta sotto forma di paure, ansia, mancanza di autostima. È come se chi sono veramente fosse messo a tacere da uno squallido opportunista. Ho letto i libri di Tolle, ricevendone grande beneficio; sto scoprendo ogni giorno un pezzetto di me che non corrisponde a quello che gli altri mi hanno fino ad oggi raccontato.
Sarei contenta di ricevere un consiglio da parte tua, per me molto prezioso.
Ti abbraccio
Falena
Fattori essenziali in un percorso di crescita interiore sono la passione e l’intensità con le quali si cerca la Verità. Proporzionalmente all’impegno che prodighiamo per la “ricerca”, riceviamo risposte alle nostre domande e le attività dell’ego si affievoliscono. Una dedizione totale e profonda al lavoro interiore può condurci lì dove desideriamo arrivare.
Van Gogh, Roberto Baggio, Marcel Proust, Lucio Battisti, Kasparov… Cos’è che accomuna questi personaggi?
Il talento e la passione.
Questi artisti hanno vissuto per la loro arte, nel loro mondo interiore non esisteva altro. Anche se dedicavano parte della loro vita, come chiunque altro, alle occupazioni ordinarie (studi, storie sentimentali, figli…), il loro cuore apparteneva completamente alla loro arte.
Buddha, Gesù, Osho, Socrate, Nisargadatta, Epitteto… erano inebriati della stessa passione, ma non per la pittura, la musica o il gioco degli scacchi, ma per la ricerca della Verità. È la Verità che può portare alla luce tutte le più sottili e sotterranee espressioni dell’Ego. Devi amare la “ricerca” più di ogni altra cosa se vuoi avere la possibilità che alla tua coscienza si rivelino le più intricate trame dell’Ego.
Quella con il nostro inconscio è come una partita a scacchi di alto livello. L’ego è un giocatore abilissimo e raffinato. Circa 2 o 3 anni dopo la nostra nascita ha già dispiegato le sue forze, occupato case avanzate e conquistato il centro della nostra vita. Negli anni successivi affina strategia e tattica, perfeziona la tecnica di gioco e studia a fondo mosse e contromosse per tenerci sempre sotto scacco. Il suo scopo è molto semplice: ripetere gli schemi comportamentali appresi (soprattutto) nei primi anni di vita. Questo è il suo unico, “stupido” e meccanico obiettivo.
Non importa quanto a volte questi schemi possano essere spiacevoli o distruttivi per il nostro organismo, lui lotterà strenuamente per farci ripetere sempre i modelli di comportamento interiorizzati nei primi anni.
Per spezzare una lancia a suo favore, dobbiamo sottolineare che le scelte che il nostro ego ha compiuto nei primi anni della nostra infanzia erano quanto di meglio sapesse concepire per garantirci la sopravvivenza. Per aiutarci a evitare dolori troppo intensi, ansie, panico, terrore… ha messo in atto tutto ciò che era in suo potere fare. In qualche modo, ci ha salvato la vita.
Il fatto è che molti di questi meccanismi, provvidenziali in passato, oggi non sono più funzionali, anzi sono deleteri e inutili, ma continuano a guidarci meccanicamente dalle profondità del nostro inconscio, come se ancora adesso dovessimo difenderci dalle stesse minacce che durante l’infanzia ci avevano spaventato e angosciato.
Il nostro ego continua a “salvarci la vita” anche se i pericoli sono cessati: di fronte a situazioni che anche solo lontanamente somigliano a quelle affrontate in passato, immediatamente scattano le stesse reazioni (camuffate) che adottavamo da bambini e che ci impediscono di agire nei modi più consapevoli e maturi. L’ego assomiglia un po’ a quel soldato giapponese che, ignaro che la seconda guerra mondiale fosse ormai conclusa, continuò per anni a nascondersi e a “combattere” in una sperduta isoletta del pacifico.
Comunque, abbiamo a che fare con un giocatore straordinario e agguerrito e l’unica nostra possibilità di tenergli testa e risolvere la partita a nostro favore è quella di impegnarci con dedizione assoluta, impeccabilità, determinazione e passione sulla Via della Consapevolezza.
Per ottenere il titolo di ingegnere, avvocato, medico… spendiamo circa vent’anni (dalle elementari alla laurea) della nostra vita, studiando e frequentando scuole per ore ed ore quotidianamente. Per ottenere la “qualifica” di “persone gioiose, libere, ricolme d’amore…” crediamo che basti leggere un paio di libretti New Age al mese, frequentare un corso di Tai Chi e impegnarci in qualche complicato asana a lezione di yoga…?
Non è sufficiente neanche andare per anni dallo psicologo o formarsi come psicologi o psicoterapeuti (perché anche in questo caso si diventa consapevoli soltanto di una parte dei nostri meccanismi inconsci).
Perché “l’ego si dissolva e la nostra essenza emerga completamente” dobbiamo diventare Maestri di Realtà. Non “cristiani” o “buddisti”, ma Cristi o Buddha (“obiettivo” alla portata di chiunque, considerato che dei Buddha già lo siamo tutti, dobbiamo solo prenderne atto…).
Quindi, se vuoi che “il tuo ego non si senta ferito da quello che dicono o fanno gli altri”, devi dedicare ogni attimo della tua vita, per molti anni (quanti dipenderà dal tuo “talento”), con fervore e passione, alla Ricerca…
Ciao Falena :- )
Roberto (contatti)
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