Dipendenza da nicotina: la nicotina contenuta nel tabacco è una delle sostanze di abuso più comuni. Oggi si sa che la nicotina, così come la morfina, la cocaina e l’amfetamina, favorisce il rilascio di dopamina nel sistema mesolimbico e che questo meccanismo è importante per l’instaurarsi dell’abitudine al fumo.
Come per le altre sostanze di abuso, lo stabilirsi di una condizione di dipendenza richiede una particolare “vulnerabilità” dell’individuo la cui origine è multifattoriale: insieme a fattori genetici, culturali, ambientali e psicologici sembra importante l’aspetto farmacologico, cioè l’incontro tra la sostanza psicoattiva ed il particolare assetto neurochimico del soggetto.
In linea di massima si può affermare che maggiore è la dipendenza da nicotina, minori sono le possibilità di riuscire a smettere di fumare. Nella disassuefazione dal fumo tuttavia entrano in gioco anche tanti altri fattori (aspettativa di auto-efficacia, resistenza, supporto sociale, percezione del rischio, disturbi psichici ecc.).
Dipendenza da nicotina: tipi di dipendenza
Alcuni specialisti hanno stabilito una distinzione fra dipendenze fisica, psicologica e comportamentale. L’idea che sta alla base di questa distinzione è che la dipendenza fisica sia direttamente dovuta all’impatto della sostanza attiva sul cervello (nel caso del tabacco si tratta della nicotina), mentre la dipendenza psicologica e quella comportamentale sarebbero legate ad altri fattori: si fuma più volentieri quando si è in un certo stato d’animo o in una certa situazione.
Per alcuni, il desiderio di fumare sopraggiunge quando si trovano in presenza di altri fumatori; per altri, il desiderio della sigaretta si fa vivo invece davanti ad un libro, quando sono al computer, o di fronte a un caffè o a un bicchiere di alcool.
Dipendenza da nicotina: DSM 5
Secondo i criteri del DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), il disturbo da uso di tabacco è caratterizzato da:
Un pattern problematico di uso di tabacco che porta a disagio o compromissione clinicamente significativi, come manifestato da almeno due delle seguenti condizioni, che si verificano entro un periodo di 12 mesi:
- Il tabacco è spesso assunto in quantitativi maggiori o per un periodo più lungo di quanto fosse nelle intenzioni.
- Desiderio persistente o sforzi infruttuosi di ridurre o controllare l’uso del tabacco.
- Una gran parte del tempo è impiegata in attività necessarie a procurarsi o usare tabacco.
- Craving, o forte desiderio o spinta all’uso di tabacco.
- Uso ricorrente di tabacco, che causa un fallimento nell’adempimento dei principali obblighi di ruolo sul lavoro, a scuola, a casa.
- Uso continuato di tabacco nonostante la presenza di persistenti o ricorrenti problemi sociali o interpersonali causati o esacerbati dagli effetti del tabacco (per es., discussioni con altri circa l’uso del tabacco).
- Importanti attività sociali, lavorative o ricreative vengono abbandonate o ridotte a causa dell’uso del tabacco.
- Uso ricorrente di tabacco in situazioni nelle quali è fisicamente pericoloso (per es., fumare a letto).
- Uso continuato di tabacco nonostante la consapevolezza di un problema persistente o ricorrente, fisico o psicologico, che è stato probabilmente causato o esacerbato dal tabacco.
- Tolleranza, come definita da ciascuno dei seguenti fattori:
a.Un bisogno di quantità marcatamente aumentate di tabacco per ottenere intossicazione o l’effetto desiderato.
b. Una marcata diminuzione dell’effetto con l’uso continuato della stessa quantità di tabacco. - Astinenza, manifestata da ciascuno dei seguenti fattori:
a.La caratteristica sindrome da astinenza da tabacco
b. Il tabacco (o una sostanza strettamente correlata, come la nicotina) viene assunto per attenuare o evitare sintomi di astinenza.
Dipendenza da nicotina: astinenza
I criteri diagnostici del DSM-5 per formulare una diagnosi di astinenza da tabacco sono:
A. Cessazione (o riduzione) dell’uso di tabacco che è stato pesante e prolungato.
B. Due (o più) dei seguenti sintomi, che si sviluppano da alcune ore a diversi giorni dopo la cessazione (o riduzione) dell’uso di tabacco come descritto nel Criterio A:
- Irritabilità, frustrazione o rabbia.
- Ansia.
- Difficoltà di concentrazione.
- Aumento dell’appetito.
- Irrequietezza.
- Umore depresso.
- Insonnia
C. I segni o sintomi del Criterio B causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.
Dipendenza da nicotina: smettere di fumare
Una componente fondamentale per riuscire ad abbandonare la dipendenza da nicotina è una forte motivazione a farlo. In mancanza di questa componente, il fumatore andrà incontro a continui fallimenti e delusioni.
Quando si decide di voler provare a smettere di fumare, affiancare al metodo scelto una terapia (cognitivo-comportamentale) e i farmaci incrementa le probabilità di portare a termine la propria scelta.
Le fasi più delicate sono le prime ore e i primi giorni dopo l’interruzione del comportamento, quando l’impulso a fumare è ancora molto intenso.
In una prima fase di preparazione è opportuno eliminare ogni oggetto che può inopinatamente risvegliare il desiderio di fumare: posaceneri, sigarette, accendini, odori (anche lavando la biancheria). E’ importante anche avvisare amici e familiari dell’intenzione di abbandonare il vizio del fumo in modo che possano sostenere la persona ed evitare di fumargli accanto.
Per fronteggiare il desiderio intenso di sigarette può aiutare la gestualità (muovendo la mano verso la bocca), mangiare qualche spuntino a basso contenuto calorico, fare un po’ di esercizio fisico, una passeggiata, un po’ di yoga, usare una palla antistress, masticare una gomma, e qualsiasi altra attività distraente e piacevole.
Trattamenti farmacologici
Le linee guida attuali della pratica clinica categorizzano la farmacoterapia per il trattamento della dipendenza da tabacco in medicazioni di prima scelta [terapia sostitutiva con nicotina (NRT), bupropione e vareniciclina] e di seconda scelta (comprese nortriptilina e clonidina), anche se queste medicazioni sono usate anche in associazione.
In confronto al placebo da solo, le medicazioni di prima scelta sono modestamente efficaci, ma possono sostanzialmente aumentare l’effetto del counseling. Con l’eccezione della vareniclina, che ha dimostrato di offrire un notevole miglioramento nella percentuale di astinenti rispetto al bupropione, sembra che tutti i medicamenti di prima linea siano di efficacia simile, anche se ci sono stati pochi paragoni diretti.
Le medicazioni di seconda linea per il trattamento della dipendenza da tabacco possono essere efficaci, ma i produttori dei farmaci non hanno ottenuto l’approvazione dalla US Food and Drug Administration (FDA) per questa indicazione, e ci sono preoccupazioni a riguardo dei potenziali effetti collaterali. Le terapie di seconda linea sono raccomandate dalle attuali linee guida per pazienti che sono insensibili o incapaci di tollerare gli agenti di prima linea.
Oltre a ridurre i sintomi d’astinenza e del craving, la farmacoterapia diminuisce gli effetti di rinforzo del tabacco a breve termine dopo la cessazione iniziale. Ciò può aiutare a facilitare il processo dell’apprendimento di nuove capacità. L’aggiunta di un agente farmacologico a un piano di cessazione può avere un impatto psicologico positivo su coloro i quali stanno compiendo tentativi per smettere.
Terapie sostitutive della nicotina (NRT)
Senza necessità di prescrizione medica, si possono utilizzare i vari tipi di cerotti, gomme da masticare, caramelle specifiche, spray nasali, inalatori o compresse sublinguali che contengono e rilasciano nicotina nel corpo. queste soluzioni possono incrementare di molto la possibilità di riuscire a smettere di fumare.
Utilizzando queste soluzioni si può andare incontro ad alcuni effetti collaterali: incubi e insonnia, dolore alle mascelle per l’azione masticatoria delle gomme, irritazione della gola e singhiozzo per la nicotina assunta con le caramelle, irritazione della pelle per i cerotti, dolore alla bocca, difficoltà respiratorie, ecc.
I consigli dell’informazione Sanitaria su come smettere di fumare
L’Informazione Sanitaria ha individuato alcune strategie che in una prima fase possono aiutare il fumatore ad abbandonare il vizio:
- imporsi un tetto massimo di sigarette da fumare al giorno (10 sigarette al giorno al massimo);
- evitare di fumare per strada o al lavoro;
- non portare con se accendini o fiammiferi;
- rifiutare le sigarette che vengono offerte;
- non fumare l’intera sigaretta, ma solo fino a metà;
- optare per sigarette con basso contenuto di nicotina e di catrame;
- non acquistare più di un pacchetto di sigarette per volta, comprare un nuovo pacchetto solo dopo aver finito il precedente;
- diminuire l’effetto “cattivo” delle sigarette: non fare boccate troppo avide, perché il numero e la profondità delle tirate influisce sull’effetto dannoso delle sigarette.
Vantaggi dell’abbandonare il vizio del fumo
Per riuscire a smettere di fumare può essere utile associare la scelta a immagini piacevoli e forti benefici psico-fisici. Ad esempio:
- avere più soldi ogni mese per comprare qualcosa che si desidera da tempo;
- sentirsi più energici;
- avere una pelle di un colorito più luminoso e disteso;
- ridurre rughe e cellulite;
- assaporare i cibi e godere dei profumi più intensamente;
- fare più attività sportiva con meno sforzo;
- essere più distesi e rilassati;
- riuscire a concentrarsi meglio sui progetti;
- non odorare più di fumo;
- avere un sorriso più splendente;
- guarire da tossi e raffreddori molto più rapidamente;
- essere molto meno predisposti a malattie e tumori.
Roberto Gentile (contatti)
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