Dipendenza da gioco d’azzardoDipendenza da gioco d’azzardo: visto inizialmente come un disordine del controllo degli impulsi, il gioco d’azzardo patologico è ora considerato e studiato come una vera e propria dipendenza comportamentale. Una dipendenza che spesso ha effetti drammatici sulla vita del giocatore e su quella dei propri familiari: conflitti con il coniuge, separazioni, figli trascurati, difficoltà economiche, debiti, usura, perdita del lavoro, rischi per la sicurezza, attività illegali, problemi di salute…

Con il termine ludopatia si intende il gioco d’azzardo patologico (GAP), ossia il desiderio compulsivo di giocare scommettendo dei soldi. Diviene centrale nella propria vita il desiderio di dedicarsi alle attività legate alla possibilità di scommettere e alle emozioni (i giocatori parlano frequentemente di scarica di adrenalina) che si provano nei momenti topici del gioco. È il gioco che provoca piacere.

Si deve specificare che quando si parla di ‘gioco d’azzardo’ non ci si riferisce soltanto ai giochi che si possono trovare all’interno dei luoghi notoriamente adibiti a tali attività come i casinò (le slot-machine, la roulette, i vari giochi con le carte), ma a tutte quelle situazioni particolari che permettono la possibilità di scommettere dei soldi in un’attività la cui vincita è, di fatto, quasi una chimera irraggiungibile.

Se il gioco d’azzardo “classico” (appunto quello che si fa nei casinò) è vietato sul territorio italiano, sono invece ammessi e considerati legali tutta una serie di ‘giochi’, alcuni dei quali proposti e finanziati direttamente dallo Stato, che non vengono comunemente definiti d’azzardo ma che, pure, sono fortemente connotati dalla componente aleatoria che può determinare la vincita: dalle varie tipologie di schedine e di scommesse sportive, al lotto, enalotto e Superenalotto, da Win for life a tutta la serie dei Gratta e vinci, dalle sale Bingo ai giochi on line (soprattutto il poker).


Il gioco d’azzardo è spesso associato ad altri problemi di salute mentale. Diversi studi hanno evidenziato alti tassi di alcolismo, depressione, disordini di personalità anti-sociali, instabilità dell’umore e altri disturbi nei giocatori patologici. Ciò considerato, molti ricercatori sospettano che i problemi legati al gioco siano spesso sintomatici di una soggiacente condizione di disagio.

Prevalenza

Il tasso di prevalenza per il disturbo di gioco d’azzardo è circa lo 0,2-0,3 della popolazione generale.

Dipendenza da gioco d’azzardo: DSM 5

Secondo i criteri del DSM-V (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), il disturbo da gioco d’azzardo è caratterizzato da:

A. Comportamento problematico persistente o ricorrente legato al gioco d’azzardo che porta a disagio o compromissione clinicamente significativi, come indicato dall’individuo che presenta quattro (o più) delle seguenti condizioni entro un periodo di 12 mesi:

  1. Ha bisogno, per giocare d’azzardo, di quantità crescenti di denaro per ottenere l’eccitazione desiderata.
  2. E’ irrequieto o irritabile se tenta di ridurre o di smettere di giocare d’azzardo.
  3. Ha fatto ripetuti sforzi infruttuosi per controllare, ridurre o smettere di giocare d’azzardo.
  4. E’ spesso preoccupato dal gioco d’azzardo (per es., ha pensieri persistenti che gli fanno rivivere passate esperienze di gioco d’azzardo, analizzare gli ostacoli e pianificare la prossima avventura, pensare ai modi di ottenere denaro con cui giocare d’azzardo).
  5. Spesso gioca d’azzardo quando si sente a disagio (per es., indifeso, colpevole, ansioso, depresso).
  6. Dopo aver perduto denaro al gioco d’azzardo, spesso torna un’altra volta per ritentare (“rincorrere” le proprie perdite).
  7. Mente per occultare l’entità del coinvolgimento nel gioco d’azzardo.
  8. Ha messo in pericolo o perduto una relazione significativa, il lavoro, opportunità di studio e di carriera a causa del gioco d’azzardo.
  9. Conta sugli altri per procurare il denaro necessario a risollevare situazioni finanziarie disperate causate dal gioco d’azzardo.

B. Il comportamento legato al gioco d’azzardo non è meglio spiegato da un episodio maniacale.

Dipendenza da gioco d’azzardo: trattamento

L’efficacia dei trattamenti è stata dimostrata da studi e ricerche. Esiste una vasta gamma di possibilità per essere aiutati: i servizi territoriali, le strutture residenziali, i giocatori anonimi, gli specialisti ecc. Non esiste un programma adatto per tutti: se una modalità di cura non ha funzionato con un particolare individuo, un’altra potrebbe sortire un effetto positivo.


I Servizi pubblici ben organizzati mettono a disposizione del soggetto una serie di interventi multi-professionali e integrati che coinvolgono anche la famiglia. Un programma-tipo può prevedere un eventuale ricovero, colloqui individuali, gruppi di psicoterapia, cure farmacologiche, gruppi per i familiari. Spesso vengono offerti anche un tutoraggio economico per risanare i debiti, interventi sociali per affrontare le eventuali questioni legali e socio-economiche, l’attivazione di una rete di sostegno sociale istituzionale e del volontariato.

Studi e ricerche indicano nella terapia cognitivo-comportamentale la modalità di intervento più efficace. Questo modello di trattamento interviene sulla motivazione e aiuta i pazienti a modificare i pensieri disfunzionali che mantengono la distorsione della realtà su cui si innestano i comportamenti disadattivi e automatici del giocatore.

Un altro approccio verso il controllo della compulsione è quello praticabile coi “gruppi di auto-mutuo-aiuto”, dove il giocatore trova nei compagni di gruppo la credibilità data dall’aver vissuto le medesime esperienze, traendone sollecitazione al comportamento di controllo della compulsione.

Società Italiana di Intervento sulle Patologie Compulsive (S.I.I.Pa.C.)

La Società Italiana di Intervento sulle Patologie Compulsive (S.I.I.Pa.C.) propone questo percorso terapeutico per il trattamento del GAP (gioco d’azzardo patologico):

Il programma terapeutico

L’obiettivo della terapia è quello della sospensione della malattia, della disattivazione del comportamento patologico. L’astinenza non è, ovviamente, l’unico obiettivo del trattamento.

Il modello terapeutico è volto a intervenire su tutti gli aspetti della vita del soggetto che siano stati coinvolti negativamente dal gioco d’azzardo patologico. Va comunque sempre tenuto presente che, seppure il modello di trattamento sia unico, esso è destinato a essere modulato in base alle specifiche esigenze di ogni singolo paziente.

I colloqui di motivazione

L’aspetto motivazionale è di fondamentale importanza quando si inizia a trattare una dipendenza. In assenza di motivazione non si può innescare un processo di cambiamento.

Nella maggioranza dei casi l’utente si rivolge alla struttura per cercare un aiuto per risolvere la sua situazione economica; egli non ha consapevolezza della sua situazione rispetto al gioco d’azzardo, facendo risalire le sue disavventure economiche a un periodo di sfortuna transitoria. Il colloquio di motivazione deve porsi come primo obiettivo quello della costruzione della motivazione al cambiamento, gestendo la resistenza che il soggetto mostra.

Il problema va ribaltato nei suoi termini; va spostato dalla situazione economica ai problemi che il gioco d’azzardo ha prodotto nella vita sociale, affettiva e lavorativa del soggetto. La resistenza del soggetto, oltre ad un frequente diniego della patologia, comune a tutti i dipendenti, si concentrerà sul tentativo di riportare anche questi problemi al momentaneo periodo di sfortuna. Bisogna quindi togliere all’utente l’illusione che una grossa vincita possa cambiare questa situazione, spostando il nodo della questione dalla crisi economica al suo comportamento.

La psicoterapia individuale

Risolta la questione della motivazione al trattamento del paziente, inizia la fase della psicoterapia vera e propria. Tra gli obiettivi che la psicoterapia individuale si prefigge, uno dei primi è il superamento della struttura lineare e monotematica del paziente, per giungere alla formazione di un modo circolare e pluritematico di pensare. L’attenzione, durante il trattamento psicoterapico individuale, dovrà focalizzarsi su alcune specifiche problematiche legate al vissuto del soggetto, rispetto a temi quali l’affettività, l’emotività, la sessualità e la socializzazione e, in modo particolare, sulle forme di autoinganno, i vissuti di onnipotenza, gli aspetti difensivi della tendenza a  mentire del paziente e sui problemi relativi ai confini dell’Io e della realtà.

In una prospettiva ad approccio sistemico-relazionale, come quella maggiormente utilizzata in S.I.I.Pa.C., è assolutamente opportuno introdurre all’interno del percorso terapeutico del giocatore la terapia di coppia e quella familiare. Naturalmente non sempre è possibile farlo ma è del tutto auspicabile affinché si possa andare a lavorare sulle dinamiche disfunzionali dell’intero sistema e non solo su quelle della persona dipendente, che si ritroverebbe a rientrare cambiato/guarito all’interno di meccanismi ancora consolidati e rigidamente strutturati non pronti ad accettarlo.

La terapia di coppia

Una terapia che agisca direttamente sull’equilibrio della coppia, sulle sue dinamiche relazionali, emotive, affettive e sessuali. In particolare, bisogna ricordare che il gioco d’azzardo patologico, così come le altre dipendenze, è al tempo stesso una malattia e il sintomo di un disagio precedente allo sviluppo della patologia. Ecco allora che l’intervento dovrà agire anche sul disagio che potrebbe essere stato prodotto da problemi derivanti dalla relazione in essere.

In sostanza, la coppia deve imparare, o reimparare, a riconoscere i propri bisogni reali. Lo scopo della terapia di coppia non è quello di ottenere una coppia perfetta, in costante armonia. Bisogna invece indirizzare gli eventuali litigi verso il confronto, strumento necessario affinché si possano individuare e fissare limiti e confini all’interno del rapporto, evitando l’invasione o lo schiacciamento da parte di un partner verso l’altro.

La terapia familiare

Nel trattamento del gioco d’azzardo patologico è importantissimo coinvolgere la famiglia, per mezzo di un’adeguata Terapia Familiare, che la porti nella sua globalità a conoscere e imparare ad accettare emozionalmente il concetto che il gioco d’azzardo patologico è una malattia, ma che anche le relazioni familiari possono essere malate, venendo a costituire un fattore di nascita e/o di sviluppo del gioco d’azzardo patologico di un suo singolo membro.

Nella terapia familiare, la trasformazione, ovvero la ristrutturazione del sistema familiare, porta al cambiamento, cioè ad una nuova esperienza individuale. Resta comunque inteso che, pur non ignorando ogni singolo componente, la mèta del terapeuta è di attivare le operazioni dell’intero sistema familiare.

La terapia di gruppo

Nella prima fase della terapia, il terapeuta deve assumere un ruolodirettivo”, che sappia stimolare ed indirizzare i partecipanti. Tale fase prosegue fino al momento in cui il paziente, dopo aver individuato la reale natura dei suoi problemi, inizia a lavorare attorno ad essi. Il terapeuta, nel contempo, facilita le interazioni tra i membri del gruppo, lasciando una responsabilità ed un’iniziativa sempre maggiori ai membri del gruppo.

Ottenuto questo risultato, si attiva la seconda fase, più propriamente terapeutica. Ora i membri del gruppo interagiscono tra di loro, si confrontano, commentano le proprie esperienze e quelle degli altri, rivolgendosi direttamente ad essi e distogliendo l’attenzione dal terapeuta.

La terza e ultima fase, che interviene a questo punto del trattamento, prevede di responsabilizzare il paziente anche nei confronti degli altri. Le responsabilità attribuite al paziente dovranno essere via via maggiori, passando dalle semplici testimonianze fino alla collaborazione attiva all’interno della terapia di gruppo. Si formerà così una catena, per cui chi è più avanti nel corso della terapia sarà in condizione di aiutare coloro che si trovano in una fase meno avanzata, ottenendo in tal modo stimoli e gratificazioni per qualcosa che viene vissuto come estremamente positivo; inoltre, se condotta in maniera corretta, tale occupazione impedirà di ricadere nella nevrosi che ha dato avvio al gioco d’azzardo patologico.

Secondo i casi, sono inserite nel programma anche attività di tutoraggio economico, di consulenza psichiatrica e di consulenza legale.

Roberto Gentile (contatti)

Dipendenza da gioco d’azzardo: letture consigliate

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