Dipendenza da eroina: l’eroina è una sostanza sintetica con un forte effetto antidolorifico. Tra gli oppiacei, è sia la droga più abusata sia quella ad azione più rapida. L’eroina si ricava dalla morfina, una sostanza naturale estratta dai semi di certe varietà di papaveri. Generalmente, si vende sotto forma di polvere bianca o marrone, o di sostanza nera, appiccicosa comunemente conosciuta con il nome di “gomma” o “catrame nero”. L’odore è acre e il sapore amaro, ed è composta da diverse sostanze miscelate tra loro in percentuali variabili.
I maggiori produttori di oppio sono stati in passato Birmania, Thailandia e Laos. Attualmente, la più grande produzione di questa sostanza avviene in Afghanistan, Iran e Pakistan.
Sintetizzata per la prima volta dall’inglese C.R. Wright, fu riscoperta da Felix Hoffmann, un chimico della casa farmaceutica Bayer. Il suo nome tecnico era diacetilmorfina e fu utilizzata per le sue capacità sedative e per altri efficaci requisiti. La forza della dipendenza provocata da questa sostanza la mise presto al bando.
Benché l’eroina di maggiore purezza stia diventando più comune, la maggior parte dell’eroina che si vende per strada è mischiata o “tagliata” con altre droghe o con sostanze come zucchero, amido, latte in polvere o chinino. Inoltre, può essere tagliata anche con stricnina o altri veleni. I consumatori di eroina sono a rischio d’overdose o di morte poiché non conoscono l’effettiva potenza della droga o il reale contenuto.
L’utilizzo di eroina inoltre, causa particolari problemi dovuti alla trasmissione di HIV e di altre malattie infettive, trasmesse condividendo gli aghi o altri strumenti per l’iniezione.
L’eroina può essere inalata come vapore, fumata o iniettata in vena o in muscolo.
La dipendenza da eroina si innesca anche solo dopo 2-3 assunzioni ripetute.
Prevalenza
La prevalenza a 12 mesi del disturbo da uso di oppiacei è approssimativamente, nella popolazione generale, lo 0,37 fra gli adulti dai 18 anni di età in su.
Dipendenza da eroina: DSM 5
Secondo i criteri del DSM-V (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), il disturbo da uso di oppiacei (tra i quali l’eroina) è caratterizzato da:
- Un pattern di uso di oppiacei che porta a disagio o compromissione clinicamente significativi, come manifestato da almeno due delle seguenti condizioni, che si verificano entro un periodo di 12 mesi:
- Gli oppiacei sono spesso assunti in quantitativi maggiori o per un periodo più lungo di quanto fosse nelle intenzioni.
- Desiderio persistente o sforzi infruttuosi di ridurre o controllare l’uso di oppiacei.
- Una gran parte del tempo è impiegata in attività necessarie a procurarsi oppiacei, usare oppiacei o recuperare dai suoi effetti.
- Craving, o forte desiderio o spinta all’uso di oppiacei.
- Uso ricorrente di oppiacei che causa un fallimento nell’adempimento dei principali obblighi di ruolo sul lavoro, a scuola, a casa.
- Uso continuato di oppiacei nonostante la presenza di persistenti o ricorrenti problemi sociali o interpersonali causati o esacerbati dagli effetti degli oppiacei.
- Importanti attività sociali, lavorative o ricreative vengono abbandonate o ridotte a causa dell’uso di oppiacei.
- Uso ricorrente di oppiacei in situazioni nelle quali è fisicamente pericoloso.
- Uso continuato di oppiacei nonostante la consapevolezza di un problema persistente o ricorrente, fisico o psicologico, che è stato probabilmente causato o esacerbato dagli oppiacei.
- Tolleranza, come definita da ciascuno dei seguenti fattori:
a. Un bisogno di quantità marcatamente aumentate di oppiacei per ottenere intossicazione o l’effetto desiderato.
b. Una marcata diminuzione dell’effetto con l’uso continuato della stessa quantità di oppiacei. - Astinenza, manifestata da ciascuno dei seguenti fattori:
a. La caratteristica sindrome da astinenza da oppiacei.
b. Gli oppiacei sono assunti per attenuare o evitare sintomi di astinenza.
Dipendenza da eroina: astinenza
I criteri diagnostici del DSM-5 per formulare una diagnosi di astinenza da oppiacei sono:
A. Presenza di ciascuna delle seguenti condizioni:
- Cessazione (o riduzione) dell’uso di oppiacei che è stato pesante e prolungato (cioè diverse settimane o più).
- Somministrazione di un oppiaceo antagonista dopo un periodo di uso di oppiacei.
B. Tre o più dei seguenti fattori che si sviluppano entro pochi minuti fino a diversi giorni dopo il Criterio A:
- Umore disforico
- Nausea o vomito
- Dolori muscolari
- Lacrimazione o rinorrea
- Midriasi, piloerezione o sudorazione
- Diarrea
- Sbadigli
- Febbre
- Insonnia
C. I segni o sintomi del Criterio B causano disagio clinico clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.
Dipendenza da cocaina: effetti
Dronet (portale web accreditato dal Ministero della Salute):
Poco dopo l’assunzione l’eroina arriva dal sangue al cervello. Nel cervello, attraversata la barriera ematoencefalica, l’eroina perde i gruppi acetili, si trasforma in morfina e rapidamente si lega ai recettori degli oppioidi.
Effetti immediati
Generalmente chi assume eroina afferma di sentire un’ondata di sensazioni piacevoli, uno “slancio” (rush) o “flash euforico” nell’arco di pochi secondi dall’assunzione. L’intensità dipende dalla quantità di droga che si è assunta e dalla rapidità con cui entra in circolo e ha una durata di pochi minuti. Gli effetti immediati sono quindi piacevoli, come:
- senso di benessere attraverso la riduzione della tensione, dell’ansietà e della depressione ed euforia;
- senso di calore, pace e distensione accompagnato da un distacco dagli stress fisici e psichici;
- effetti analgesici.
Effetti a breve termine
Il rush iniziale, cha ha una durata di pochi minuti, è seguito da una fase caratterizzata da calma, rilassatezza, soddisfazione e distacco da quanto succede all’esterno. Questa fase, che si presenta dopo pochi minuti, è accompagnata da accaloramento della pelle, secchezza della bocca e una sensazione di pesantezza nella estremità che può essere accompagnata da nausea, vomito e forte prurito.
Dopo gli effetti iniziali gli assuntori rimangono assopiti per molte ore. Le funzioni mentali si offuscano per l’effetto dell’eroina sul Sistema Nervoso Centrale, che comporta anche un abbassamento della frequenza cardiaca e della respirazione, che diminuisce enormemente, a volte fino al punto di causare la morte. L’effetto si esaurisce entro 2-6 ore dall’iniezione.
Al termine dell’effetto euforizzante iniziale si presentano:
- costrizione delle pupille “a spillo”;
- sonnolenza, apatia, difficoltà a concentrarsi, diminuzione dell’attività fisica e psichica;
- parola “impastata”;
- prurito insistente;
- nausea e vomito;
- l’overdose può condurre a morte per arresto respiratorio.
Effetti a lungo termine
L’assunzione prolungata di eroina comporta una serie di problematiche per il corpo e una progressiva debilitazione fisica.
Anche dopo poche dosi possono presentarsi:
- costipazione;
- irregolarità del ciclo mestruale;
- decremento dell’appetito, con conseguente malnutrizione e perdita di peso;
- sedazione cronica e apatia;
- deterioramento dei denti con l’insorgere di carie ed indebolimento delle gengive;
- riduzione delle endorfine, che interagiscono col sistema di percezione del dolore;
- infezioni causate dai batteri presenti nell’eroina da strada;
- danni agli organi interni, in special modo polmoni, fegato e reni;
- se assunta attraverso iniezione, oltre alle inevitabili ferite, le parti insolubili del liquido possono otturare i vasi sanguinei causando la necrosi delle zone da questi irrorate;
- se l’assunzione avviene tramite inalazione vengono danneggiate le strutture nasali e insorgono problemi respiratori;
- rapido sviluppo di tolleranza e dipendenza fisica e psichica, con l’insorgere del desiderio irresistibile di assumere al più presto un’altra dose di droga;
- la dipendenza dall’eroina spinge a cercare di assumere una nuova dose appena finisce l’effetto della precedente; ma in conseguenza dell’assuefazione, ben presto le sensazioni di artificiale benessere non si presentano più, e si deve assumere la droga semplicemente per restare normali ed evitare le crisi di astinenza;
- una volta instaurato un legame di dipendenza dalla sostanza, la mancata assunzione può provocare una più o meno grave sindrome di astinenza. Questa si presenta dopo poche ore dall’ultima assunzione con l’insorgere di uno stato di agitazione, seguito da dolori diffusi, crampi, naso gocciolante, tremori, panico, sudorazioni, brividi, diarrea, nausea e vomito. La manifestazione massima dei sintomi si raggiunge fra le 48 e le 72 ore dopo l’ultima assunzione, e possono durare anche fino ad una settimana.
Effetti indiretti
L’assunzione di eroina, oltre ai danni fisici diretti, comporta altre conseguenze per la salute e la vita sociale.
Fisici
- esposizione al contagio di malattie infettive come HIV/AIDS ed epatiti B e C, dovute alla pratica, comune tra gli assuntori attraverso iniezione, di utilizzare la stessa siringa fra più persone;
- polmoniti, come conseguenza del deterioramento dell’apparato respiratorio;
- infezioni ai vasi circolatori e alle valvole cardiache, dovute alla presenza di batteri all’interno dell’eroina, che viene lavorata senza il minimo controllo igienico.
Sociali
- compromissione dei legami familiari, amicali e lavorativi.
- Il desiderio incontrollabile e costante di ricercare una nuova dose compromette inevitabilmente i legami personali, poiché ogni rapporto diventa funzionale a procurarsi denaro per acquistare altra eroina;
- la costante necessità di denaro, spinge i dipendenti verso l’illegalità, arrivando a procurarsi i soldi attraverso prostituzione, spaccio e furti.
Dipendenza da eroina: mix di sostanze
Spesso l’eroina viene assunta in cocktail pericolosissimi (anche perché non si può prevedere il risultato finale di tali combinazioni). Tra i mix più frequenti ci sono quelli con alcol, cocaina, hashish, amfetamine. La combinazione con farmaci sedativi è particolarmente rischiosa, perché provoca un incremento degli effetti sedativi, e la diminuzione del respiro e del battito cardiaco possono causare arresto circolatorio e morte.
Speedball
La sostanza si ottiene miscelando eroina e cocaina. L’intento è quello di utilizzare l’effetto stimolante della cocaina per contenere quelli depressivi dell’eroina. Ma gli effetti della cocaina sono più brevi di quelli dell’eroina e questo può provocare un’overdose ritardata e la morte.
Nel “Frisco speedball” si aggiunge anche un allucinogeno (LSD), rendendolo un mix ancora più pericoloso.
Bombitas
Mix composto da eroina, amfetamine e/o caffeina.
Cobret
Sostanza inalabile ottenuta bloccando il processo chimico che trasforma l’eroina in eroina cloridrato. Si taglia poi con altre sostanze come l’hashish: può causare maggiori danni che l’eroina stessa.
Dipendenza da eroina: trattamento
La dipendenza da eroina può essere curata con una serie di interventi quali la terapia sostitutiva, la disintossicazione, il supporto psicologico e sociale.
Nella terapia sostitutiva si utilizzano dei farmaci che “sostituiscono” l’azione dell’eroina:
- Metadone: utilizzato in modo corretto, non è né intossicante né sedativo e prevede il raggiungimento di dosaggi di copertura, definiti “eroina blocking”, che rimuovono l’effetto gratificante dell’eroina e ne annullano i sintomi d’astinenza per almeno 24 ore. L’efficacia del metadone è legata al fatto che i suoi effetti durano da quattro a sei volte più di quelli dell’eroina.
- Buprenorfina: ha effetti più deboli del metadone, ma riduce il livello di dipendenza fisica dal farmaco in caso di sospensione del trattamento.
- Naltrexone: ha una funzione antagonista (non “sostitutiva”), contrastando l’effetto degli oppiacei.
Disintossicazione
Lo scopo dei programmi di disintossicazione dalla dipendenza da eroina è di far raggiungere al paziente un’astinenza da oppiacei sopportabile, riducendo al minimo la durezza dei sintomi dell’astinenza e le altre complicazioni mediche. Il primo obiettivo della disintossicazione è di alleviare i sintomi dell’astinenza mentre i pazienti arrivano a non assumere più droga. Benché di per sé non sia un trattamento contro la dipendenza, la disintossicazione è un’utile passo solo se conduce a un trattamento a lungo termine, sia senza impiego di farmaci (residenziale o ambulatoriale), sia con l’utilizzo di farmaci come parte del programma.
I migliori trattamenti documentati, senza impiego di farmaci, sono i programmi residenziali delle comunità terapeutiche che durano dai 3 ai 6 mesi.
L’astinenza da oppiacei è raramente fatale. E’ caratterizzata da sintomi d’astinenza acuti che aumentano in 48-72 ore dopo l’ultima dose e spariscono in 7-10 giorni, seguiti da una sindrome d’astinenza caratterizzata da un generale malessere e da desiderio di oppioidi.
Terapie comportamentali
Esistono molte valide terapie comportamentali per la dipendenza da eroina, sia residenziali (presso comunità terapeutiche per la durata di diversi mesi) che ambulatoriali. Benché utili anche singolarmente, l’integrazione dei trattamenti comportamentali e farmacologici risulta essere l’approccio più efficace.
Roberto Gentile (contatti)
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