Come addestrare un gatto? E’ possibile fare in modo che il micio risponda a un nostro comando? Che siano randagi o domestici i gatti “moderni” sono molto più socievoli di quelli selvatici e proprio questa maggiore socievolezza fa sì che possano essere addestrati. Pure avendo “un’intelligenza” diversa da quella di specie più estroverse, addestrare un gatto non è poi un’operazione così complessa. Mentre i cani ad esempio sono sensibili al richiamo verbale, i gatti rispondono solo ai premi, innanzitutto sotto forma di cibo, ma anche di giochi. I cuccioli sono quelli più predisposti ad apprendere; anche i gatti adulti possono essere addestrati ma è necessaria una maggiore comprensione della loro personalità e delle loro abitudini, che sono più marcate rispetto a quelle di un piccolo.
Come addestrare un gatto: i comandi base
I gatti che vivono in casa dipendono da noi non solo per il cibo e le cure mediche ma anche per la loro educazione, che gli consente di vivere armoniosamente nel nucleo familiare, ecco perché è importante fornirgli un addestramento di base.
Insegnare al gatto a rispondere al suo nome. Scegliete un nome semplice da riconoscere, preferibilmente non lungo. Attenetevi solamente al nome col quale lo chiamerete, senza variarlo con nomignoli differenti. Evitate di chiamare il micio per nome quando siete arrabbiati perché se quando arriva lo punite, in seguito potrebbe rispondere ai vostri richiami con difficoltà. Fate in modo che il vostro gatto associ il proprio nome a eventi positivi, ad esempio a quando lo accarezzate o gli preparate da mangiare.
“Qui”. Per chiamarlo a voi (“Qui”), mostrate al micio un bocconcino che tenete in mano. Una volta che si dimostrerà interessato al boccone che gli proponete, rivolgetegli delle parole di apprezzamento (ad es. “bravo!” o “così!”) per avervi prestato attenzione. Quando sfiorerà la vostra mano con il naso, ritiratela verso di voi e dite “Qui!”. Mentre il gatto vi si avvicina incoraggiatelo e una volta che vi ha raggiunto dategli il premio.
“Seduto”. Tenete il boccone all’altezza del naso del gatto e ruotate la mano in cui lo custodite intorno alla sua testa. Quando il gatto solleverà la testa all’indietro per rimanere in contatto con il boccone, tenderà a sedersi. In quel momento dite “Seduto!” e dategli il premio.
“A cuccia”. Iniziate con il gatto in posizione “Seduto”, fategli annusare il bocconcino ma anziché darglielo abbassate la mano tra le sue zampe anteriori. Mentre lui segue il boccone con il naso ritirate la mano verso di voi. Il gatto posizionerà prima una zampa a terra poi l’altra e mentre si metterà a cuccia dite “A cuccia!” e dategli il premio.
“Fermo”. L’esercizio di “Fermo” si può far eseguire direttamente dopo il comando di “Seduto”, è bene perciò che il gatto lo esegua dopo aver bene assimilato tale segnale. Invece di premiare subito l’esecuzione del comando “Seduto”, dite “Fermo!”, e poi date la ricompensa. Tenete un altro bocconcino in mano e agitatelo davanti al naso del gatto, dite di nuovo “Fermo!” ma questa volta aspettate qualche secondo prima di dargli il premio. Aumentate gradualmente l’intervallo tra il comando e la ricompensa.
“Rotola”. Questo comando funziona di più con i gatti socievoli e paciosi mentre con quelli iperattivi è un po’ più complesso. Iniziate dalla posizione di “Cuccia” e “Fermo” facendo stendere il gatto su un lato usando bocconi premio che farete roteare intorno al suo corpo. Quando il gatto è steso su un lato, continuate a muovere il boccone verso la coda e lungo lo stomaco fino all’anca anteriore. Il micio solleverà la testa e seguirà il boccone con lo sguardo, col naso e molto probabilmente anche con le zampe. Premiatelo con parole di apprezzamento e col bocconcino.
“Parla”. E’ molto più facile ritrovare un gatto smarrito se è stato addestrato a miagolare al richiamo del padrone. Se il vostro gatto è loquace per natura, l’addestramento è facile, con i gatti più riservati il compito è più difficile. Tenete a portata di mano dei bocconcini premio e quando il gatto miagola senza essere stato sollecitato a farlo dite “Parla!”. Dategli il premio nel momento in cui miagola, e continuate l’esercizio riducendo man mano i premi.
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Come addestrare un gatto: il guinzaglio
Il guinzaglio è indicato prevalentemente per gatti coraggiosi, che non temono le insidie di un ambiente esterno. Acquistate un guinzaglio comodo, meglio se con apposita pettorina e lasciateli per qualche giorno vicino al punto in cui il micio dorme. Per i primi tempi iniziate in casa l’addestramento al guinzaglio e alla pettorina premiando il micio con qualche bocconcino prelibato. Lasciategli la pettorina dai cinque ai dieci minuti al giorno e man mano che il gatto si abitua tenetegliela indosso per più tempo. Quando il gatto si è abituato a sopportare senza conseguenze la tensione del guinzaglio, uscite all’aperto in zona tranquilla e circoscritta, non rumorosa o frequentata da cani e aumentate gradualmente la durata delle passeggiate. Non tentate di tirare o trascinare il gatto. Il guinzaglio non serve per guidarlo dove volete voi ma è soltanto una misura di sicurezza contro eventuali pericoli. Se il gatto vi tira da una parte, assecondatelo, e se non volete andare dove vi spinge prendetelo semplicemente in braccio e ricominciate l’esercizio da un’altra parte. Acquista su Amazon
Come addestrare un gatto: qualche utile consiglio
Come addestrare un gatto dipende anche da dove e quando decidete di farlo.
E’ opportuno addestrare il micio in un ambiente tranquillo e raccolto, senza la presenza di altri animali, meglio se subito prima dei pasti, quando ha fame, o appena sveglio, quando è più vigile.
E’ consigliabile effettuare delle sedute brevi che non superino gli 8-10 minuti al giorno (aumentabili con gradualità).
Le punizioni sono inutili nell’addestramento di un gatto, dargli una lezione dopo che l’avete sorpreso a fare qualcosa che non va, non farà altro che metterlo in guardia nei vostri confronti, e lo stesso vale per urla e strilli. Più ricorrete alla punizione più il micio vi considererà un tipo strano da cui tenersi alla larga. Fate in modo che il gatto desista dall’azione che compie perché la collega a una sensazione spiacevole, mai dolorosa, non relazionata al vostro intervento: ad esempio, mentre sta per graffiare il divano viene improvvisamente raggiunto da uno spruzzo d’acqua di cui non riesce a riconoscere l’origine.
Per ottenere buoni risultati nell’opera di addestramento è fondamentale comprendere gli aspetti più intimi della personalità del gatto, vi invitiamo pertanto a leggere l’articolo Comportamento del gatto.
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