Gli aleurodidi sono piccoli insetti, noti come “mosche bianche” per la presenza di uno strato ceroso che riveste le ali ed altre parti del corpo, altamente polifagi e particolarmente temuti nelle coltivazioni protette. Colonizzano la parte inferiore delle foglie nutrendosi di linfa ed emettendo melata a spese della quale si sviluppano in seguito fumaggini.
Vengono favoriti da temperature fresche ma non fredde e da ambienti piuttosto umidi; quindi il clima di inizio primavera e quello tardo estivo-inizio autunnale rappresentano la situazione ideale per il loro sviluppo, così come il clima della serra tiepida in inverno. Vengono invece eliminati dal freddo, dal grande caldo secco estivo o da piogge molto insistenti e abbondanti.
Le punture di nutrizione determinano ingiallimenti e deformazioni fogliari, accompagnati da precoce cascola delle foglie e riduzione della crescita. La presenza della melata riduce l’attività fotosintetica delle piante e determina imbrattamento della vegetazione e dei frutti che sono di conseguenza deprezzati dal punto di vista commerciale.
Oltre che per i danni diretti, gli aleurodidi sono particolarmente temuti perché possono fungere da vettori di virus determinando danni indiretti; Bemisia tabaci è vettore del virus dell’accartocciamento fogliare giallo del pomodoro.
Aleurodidi: piante minacciate
Piante ospiti di Aleyrodes proletella (aleurodide o mosca bianca del cavolfiore): crucifere, leguminose, ombrellifere.
Piante ospiti di Bemisia tabaci (aleurodide delle solanacee o degli orti): cetriolo, fagiolo, fragola, melanzana, melone, peperone, pomodoro, zucca, zucchina.
Gli aleurodidi attaccano anche il tabacco, gli agrumi, le piante erbacee da fiore e d’appartamento, soprattutto quelle coltivate in vaso, talvolta le rose e altri arbusti da giardino.
Aleurodidi: difesa
Il contenimento di questi insetti si basa innanzitutto sull’adozione di opportune pratiche agronomiche quali: distruzione delle piante infestanti presenti all’interno delle serre o negli ambienti limitrofi, rimozione dei residui colturali infestati, chiusura delle aperture laterali delle serre con reti a maglie sottili, dotazione di doppia apertura con vestibolo alle vie di accesso, apposizione di pannelli cromoattrattivi di colore giallo, cosparsi di un collante, per la cattura degli adulti.
Buoni risultati si ottengono nei confronti del T. vaporariorum ricorrendo a lanci inondativi con il parassitoide Afelinide Encarsia formosa che, invece, dà risultati incostanti nei confronti di B. tabaci. Per il controllo di quest’ultima specie si può ricorrere a lanci con l’imenottero Afelinide Eretmocerus mundus
Oppure potete utilizzare un insetticida ad ampio spettro (acquista su Amazon) o a base di piretro (Acquista su Amazon) (ammesso in agricoltura biologica), applicato due-tre volte a distanza di 7-10 giorni, trattando le pagine inferiori delle foglie, ma senza smuoverle perché altrimenti gli insetti volano via e non vengono raggiunti dal trattamento.
Aleurodidi: prevenzione
Per la prevenzione si possono attuare varie strategie.
- Proteggere le piantine durante il trasporto tramite reti o tessuto non tessuto.
- La serra deve essere isolata dall’esterno applicando reti apposite alle finestre e agli ingressi.
- Di capitale importanza è il controllo delle infestanti nei pressi delle coltivazioni.
- Acquistare le piantine soltanto da vivai che facciano prevenzione.
- Applicare all’interno delle serre, prima della messa a dimora, delle trappole cromotropiche gialle, una ogni 5 mq, sopra all’apice vegetativo della pianta, a circa 10 cm di distanza.
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