Non ho amato mia figliaCaro Roberto, è bello leggere le tue parole. Ti riscaldano il cuore. Condivido tutto quello che dici.
Ho capito da tempo quale sarebbe la strada giusta, che poi è quella che tu proponi, ma è difficile lasciarsi andare all’amore. Comunque ti dà coraggio il sapere che qualcuno ci riesce. Dalle tue parole si capisce l’estrema semplicità delle tue rivelazioni, che poi però è così difficile applicare.

Sono tre anni che frequento con enorme piacere un gruppo di meditazione creativa, e lì ho capito di non essere un’extraterrestre. Tutta la vita mi sono sentita fuori posto, inadatta, solo perché non avevo conosciuto nessuno che avesse le mie aspirazioni di ricerca nella spiritualità. È bello non essere soli. Sto cercando di cambiare me stessa; dandomi fiducia, amandomi, credendomi, solo così potrò dare fiducia, amare, credere negli altri e quindi amare incondizionatamente, senza aspettative, lasciandomi andare. Finalmente parte del creato. L’ho provata questa sensazione, ma purtroppo per piccoli attimi, che arrivano e ti rendono felice e appagata, per poi svanire lasciando una sensazione di perdita enorme.

Ho 49 anni, tre figli e ho vissuto tanti anni della mia vita in preda alla depressione. Mi sento buona dentro, altruista, sensibile ed onesta, eppure sono stata crudele, cattiva, insensibile, violenta, con mia figlia, oggi ventitreenne, tanto da renderla handicappata psichicamente. Non sono riuscita ad amarla, e questo mi rende un mostro. Tutta la vita ho cercato di nascondere questa verità prima di tutto a me stessa e poi agli altri. Ma oggi so che sono stata una madre orribile e mai nessuno potrà cambiare il passato e le angherie che lei ha dovuto subire. Qual è lo strano meccanismo che trasforma una madre buona in una orribile? E come la si può perdonare?

Mi dico tutti i giorni che solo perdonandomi potrò aiutarla. Ma l’odio che vedo talvolta nei suoi occhi mi annichilisce. Chiunque mi conosca riesce a vedere in me la parte buona, ha fiducia in me, capisce la mia buona fede e la mia ricerca di correttezza, tranne lei, piccola mia, che è condannata a non conoscere sua madre. Forse io riuscirò a perdonarmi perché ne capisco il valore terapeutico soprattutto per lei, ma lei riuscirà mai? E quanto questo dolore che accompagna sempre il non riuscire a perdonare la scaverà?

Scusami lo sfogo. È la prima volta che ne parlo con qualcuno esplicitamente. Ti ringrazio e ti abbraccio

Luisa

Ciao Luisa, di cosa dovresti perdonarti? Se avessi avuto la comprensione che possiedi oggi avresti compiuto scelte diverse, in sua assenza non hai potuto far altro che lasciarti guidare dagli automatismi della tua mente… Non sei tu che hai creato quei meccanismi, si sono formati spontaneamente nel corso della tua vita. A quale tra i milioni di elementi fortuiti che hanno concorso a costruire la tua personalità vuoi imputare la responsabilità degli avvenimenti del tuo passato? Era un automa che agiva, non tu. Tu sei consapevolezza e sei nata soltanto da pochi anni, come puoi sentirti in colpa per qualcosa che non hai commesso? È accaduto.

Accetta totalmente ciò che la vita ha stabilito per te e vivi in amore e in armonia con te stessa senza preoccuparti di dover cambiare fatti ed eventi. Non è in nostro potere modificare la realtà delle cose, ma se vivrai in amore e riporrai un’estrema fiducia nell’esistenza, inizierai a fluire con essa e tutto a scorrere con te, e Tu sarai Amore, e ogni angolo sarà smussato, ogni roccia levigata, ogni vuoto colmato… tvb