Il coraggio di affrontare l'oscuritàHo 40 anni, mi chiamo roberta, separata, con un figlio di 14. Mi chiedo perché in quello che è capitato a te, anche se mi è successo un mare di volte nella vita, l’epilogo non è lo stesso?
Perché ogni volta che sono caduta in quel baratro e ho riaperto gli occhi non ho trovato tutta questa felicità ma solo salite da ripercorrere per poi ricadere ancora?

Cosa abbiamo in comune, o meglio cosa ci divide così tanto? Un grazie per la tua risposta o per il tuo silenzio.
Roberta

Perché ogni volta che cadi tu ti affretti a risalire in superficie per tornare alla vita di tutti i giorni, invece di rimanere in fondo al baratro, dove si svolge la vita reale…
Devi trovare il coraggio di rimanere in fondo più a lungo, sopportare l’angoscia dell’oscurità, il terrore dell’ignoto, la paura della solitudine… aspettare che la nebbia si diradi, che la notte si dissolva nel giorno e, ai primi raggi di sole, potrai finalmente renderti conto della meraviglia che ti circonda… Ma tu ti spaventi, e appena trovi un appiglio a portata di mano ti riarrampichi in fretta in superficie, sperando di non riprecipitare più…

La vita vera si svolge in fondo al baratro… Superata la “buia notte dell’anima”, una nuova consapevolezza si farà strada dentro te, illuminando il mondo di una nuova luce… È un’estensione del mondo che conosci, ma più grande, pieno d’amore, di pace, di libertà… è Qui che devi rimanere a vivere… Questa è la Tua vera Casa…