Come coltivare i ceciCome coltivare i ceci: la specie è originaria dell’Asia occidentale, a partire dalla quale si è diffusa a ovest nell’area mediterranea e ad est nel subcontinente indiano; solo in tempi molto più recenti ha raggiunto dal Mediterraneo il continente africano, diffondendosi soprattutto in Etiopia.

Il cece è una pianta erbacea annuale, a portamento eretto. L’apparato radicale è piuttosto profondo (fino a 2 m), costituito da una radice principale a prevalente sviluppo verticale e da ramificazioni laterali più o meno abbondanti; lo sviluppo dell’apparato radicale risulta maggiore nei tipi tardivi a portamento semiprostrato che non nei tipi eretti precoci. I tubercoli radicali sono di grossa dimensione.

Gli steli sono eretti o flessuosi (nei tipi semiprostrati o prostrati), angolosi, più o meno ramificati.

Le foglie sono composte, imparipennate, con 5-7 paia di foglioline (+fogliolina terminale) ovate o ellittiche, con caratteristico margine denticolato irregolarmente; lunghezza dell’ordine di 50-60 mm; stipole ovate o triangolari.


I fiori, tipicamente papilionacei (25-40 mm di lunghezza), sono in posizione ascellare, normalmente solitari o più raramente in coppia su un unico peduncolo; la corolla è generalmente bianca o, meno frequentemente, bianca con screziature di un colore diverso (rosato, rosso, azzurro, verde).

Il frutto è un legume (20-30 mm di lunghezza), a conformazione ovato-oblunga, densamente pubescente, contenente 1 o 2 semi. I semi presentano un’elevata variabilità morfologica: forma globulare o angolare-rostrata; superficie liscia o rugosa; diversi colori (biancastro, crema, verde, rosso, bruno, nero); peso unitario variabile da 170 a 600 mg e oltre.

Varietà

Esistono due gruppi fondamentali in cui vengono distinte le varietà di cece:

  • macrosperma o Kabuli (o garbanzo): taglia elevata, portamento tendenzialmente eretto, fiore bianco, seme grande (>300 mg), tondeggiante, generalmente color crema;
  • microsperma o Desi (o bengal gram): taglia inferiore al primo, portamento semiprostrato, fiori pigmentati, seme piccolo (170-300 mg), angoloso, di diversi colori.

I mercati (e di conseguenza i produttori) distinguono in modo netto i due gruppi, sulla base delle abitudini alimentari della popolazione, cosicché in ciascun Paese viene coltivato o l’uno o l’altro dei due tipi.

I tipi Kabuli sono gli unici a essere coltivati in Afghanistan, Medio Oriente, nord-Africa, Europa meridionale, USA; i tipi Desi (oltre l’80% della produzione mondiale) trovano invece una decisa preferenza in India, Etiopia, Messico e Iran.

In Italia sono esclusivamente i ceci del tipo Kabuli a essere coltivati (o importati) e commercializzati, mentre sono pressoché sconosciuti i ceci del tipo Desi, importati in piccole quantità da canali commerciali particolari e reperibili solo in esercizi specializzati in prodotti esotici.

Come coltivare i ceci: clima e terreno

Il cece è una pianta rustica, con buona resistenza al freddo e adatta al clima caldo-arido poiché sopporta molto bene la siccità mentre non tollera l’umidità eccessiva che disturba l’allegagione.

Per quanto riguarda il terreno, rifugge da quelli molto fertili, dove allega male, e soprattutto da quelli argillosi e di cattiva struttura, asfittici e soggetti a ristagni d’acqua. I terreni più adatti sono quelli di medio impasto o leggeri, purché profondi, con un pH compreso tra 6 e 8. Nei terreni molto ricchi di calcare i ceci risultano di qualità scadente e di difficile cottura.

Come coltivare i ceci: semina 

I ceci germinano con sufficiente prontezza con temperature di circa 10 °C. Il terreno destinato al cece va lavorato profondamente, in modo da consentire un buon sviluppo radicale, e affinato durante l’autunno e l’inverno. Nel bacino del Mediterraneo si semina a fine inverno a file distanti 40-45 cm tra loro. L’utilizzo di varietà selezionate per la resistenza al freddo, nelle regioni centro-meridionali, rende possibile anticipare la semina all’autunno (ottobre-novembre), con notevoli vantaggi in termini di resa. Ultimata la semina, è opportuno effettuare una rullatura.

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Video: Semina ceci (by I consigli di Nonno Vincenzo)

Come coltivare i ceci: pratiche colturali

Con i lavori di preparazione del terreno, vanno eseguite le concimazioni fosforiche e potassiche, alla dose di 0,6-0,7 kg ogni mq. All’azoto il cece provvede da sé, nonostante una precedente blanda concimazione letamica sia gradita.


Si avvantaggia inoltre di una buona preparazione del terreno e di frequenti sarchiature (acquista un sarchiatore su Amazon), soprattutto nelle prime fasi vegetative. Quando le piante hanno raggiunto i 20-25 cm di altezza, può essere utile effettuare una rincalzatura. Le operazioni colturali cessano con l’inizio della fioritura. In caso di stagioni particolarmente calde, nonostante la sua rusticità, i ceci beneficeranno di una o più irrigazioni. Acquista un tubo per irrigazione su Amazon

Tecniche colturali

Avvicendamento: il suo posto nella rotazione è quello di una coltura da rinnovo, coltivata prima di altre specie che sfruttano maggiormente il terreno come i cereali (frumento, orzo e avena).

Consociazione: buona la consociazione con patate e cipolle, oltre che con colture arboree quali olivo, vite e mandorlo.

Come coltivare i ceci: raccolta e conservazione

La raccolta del cece, nei mesi di luglio-agosto, si fa estirpando le piante a mano e lasciandole completare l’essiccazione in campo per poi passare ala sgranatura. Una buona coltura può rendere circa 0,3-0,4 chili di granella ogni 10 metri quadrati.

La granella di cece non presenta particolari problemi di conservazione quando sia raccolto e immagazzinato a un contenuto di umidità inferiore al 12%. Nel caso di partite di seme raccolte a umidità leggermente superiori, è necessario utilizzare sistemi di ventilazione forzata (10-15 m3 /ora per m3 di granella) fino al raggiungimento dell’umidità di conservazione; sono comunque da evitare essiccazionirapide” o “forzate”, che danneggiano i semi pregiudicandone la qualità commerciale.

Nei magazzini, il controllo delle infestazioni da parte di insetti (Callosobruchus) che attaccano la granella di cece può essere effettuato con trattamenti a base di fosfina o con anidride carbonica. I requisiti di commercializzazione prevedono l’assenza di corpi estranei, di semi immaturi di colore anomalo (verde) e di semi rotti.

Come coltivare i ceci: malattie e parassiti

Parassiti vegetali

Rabbia o antracnosi del cece (Ascochyta rabiei): è favorita da temperature dell’ordine di 20°C unite al bagnamento continuo (almeno 6 ore) del fogliame e causa il disseccamento della parte aerea della pianta; le colture in semina autunnale sono più colpite di quelle in semina primaverile. E’ la malattia più temibile nel clima mediterraneo.

Botrite (Botrytis cinerea): non presenta sintomi visibili sul fogliame, ma è causa di forti percentuali di aborto dei fiori. Si sviluppa a temperature superiori (25°C) a quelle che favoriscono la rabbia, specie se associate ad elevata umidità; è favorita da un’elevata densità del fogliame (eccessiva fittezza e/o eccessivo sviluppo vegetativo).

Fusariosi (Fusarium spp.); ruggine del cece (Uromyces cicer-arietini).

Parassiti animali

Helicoverpa armigera: è un lepidottero molto comune in tutte le aree di coltivazione, le larve polifaghe attaccano i baccelli del cece, danneggiando la coltura anche in modo grave.

Liriomyza cicerina: le larve minatrici di questo dittero possono attaccare l’apparato fogliare, producendo alla coltura danni di intensità variabile.

Callosobruchus spp.: questi coleotteri sono i più comuni infestanti dei ceci durante la fase di conservazione in magazzino.

Ceci: uso in cucina e proprietà terapeutiche

Il Cece ha un alto valore calorico. Il seme maturo ed essiccato è largamente consumato come minestra, come contorno, o come componente di piatti tipici di varie regioni.

ceci sono molto ricchi di fibre e aiutano quindi a regolarizzare l’intestino. Grazie al loro contenuto di acidi grassi omega 3 sono validi alleati del sistema cardiovascolare; contribuiscono, infatti, a controllare la pressione arteriosa e ad aumentare i valori del colesterolo HDL, quello cosiddetto buono, riducendo i livelli di LDL, il colesterolo cattivo. 

Questi legumi contengono folato, una sostanza che aiuta a mantenere bassa l’omocisteina, un aminoacido presente nel sangue che, quando raggiunge valori sopra la norma, aumenta il rischio dell’insorgenza di eventi cardiovascolari quali ictus e infarto.

I ceci contengono, inoltre, molti sali minerali, tra cui soprattutto magnesio, calcio, fosforo e potassio e una buona quota di vitamine C e vitamine del gruppo B.

I ceci non contengono glutine e sono quindi indicati anche per chi soffre di celiachia.

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