Baffi del gattoI baffi del gatto non sono semplici peli un po’ buffi che gli donano un’aria simpatica e al tempo stesso misteriosa: essi sono soprattutto dei preziosissimi organi sensoriali che coadiuvano il senso del tatto (che è molto ben sviluppato nei nostri piccoli amici).
Sono dei peli (tattili per l’appunto) lunghi, irrorati dai vasi sanguigni, molto spessi e sensibili, che penetrano nella pelle più profondamente dei peli normali per amplificare la diffusione degli stimoli dei nervi da cui sono circondati.

Poiché vibrano, i baffi del gatto sono anche chiamati vibrisse. Queste vibrazioni vengono trasmesse al cervello, che le elabora ricavando precise ed importanti indicazioni. A ogni minimo cambiamento, anche impercettibile, di pressione dell’aria, le vibrisse accumulano ed elaborano informazioni che suggeriscono al gatto le manovre da compiere.

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Baffi del gatto a riposo e in movimento

A riposo, le vibrisse consentono al micio di raccogliere dati sulla direzione del vento, sull’umidità dell’aria e di registrare mutazioni atmosferiche, anche lievissime, della zona immediatamente circostante la sua ubicazione.

In movimento, invece, i baffi del gatto fungono da vero e proprio parametro di riferimento. Sporgendo oltre la larghezza del corpo permettono al micio di percepire se aperture, crepe, spazi, nascondigli o tane siano alla sua portata (infilando il muso in una fessura, se i baffi non trovano ostacoli, il gatto potrà passare senza problemi) e, inoltre, leggerissime vibrazioni a contatto con una superficie gli consentono di riconoscere la forma e la grandezza degli oggetti in condizioni di limitata visibilità.


In pratica i baffi del gatto sono paragonabili a dei veri e propri radar che lo guidano anche nell’oscurità, assicurandogli una padronanza di movimento e la possibilità di intuire la presenza, la forma, le dimensioni e la distanza degli ostacoli (e delle prede) senza necessariamente vederli o toccarli.

Baffi del gatto: l’equilibrio

C’è chi sostiene che i baffi del gatto abbiano una certa influenza anche sul suo equilibrio, sembra, infatti, che un micio senza vibrisse non sia in grado di mantenere un buon bilanciamento del corpo.

Se vi capita di trovare un baffo per terra non spaventatevi; il gatto perde naturalmente le vibrisse, che, come tutti i peli, sono soggetti a un normale ricambio e quindi a una ricrescita. Attenzione però: tagliare o strappare i baffi del gatto oltre che provocare un forte dolore, priva il micio di queste importantissime “antenne”.

Baffi del gatto: il loro numero

Ogni gatto possiede circa 24 vibrisse, dodici per ogni lato del viso, disposte su quattro file orizzontali. Le due file in alto si muovono indipendentemente dalle due file in basso. Le vibrisse si trovano non solo sul viso (sopra le labbra, sulle guance e sopra gli occhi), ma anche sul retro delle zampe anteriori; quest’ultime sono più corte e meno spesse di quelle poste sul viso. Per avere un’idea della funzione delle vibrisse poste dietro le zampe anteriori, provate a fare lo “sgambetto” al vostro micio mentre sta camminando. Vedrete che riuscirà ad evitare l’ostacolo, anche se lo avete posto davanti alle zampe posteriori.

Baffi del gatto: cosa comunicano

I baffi del gatto assolvono inoltre anche a una funzione comunicativa: la loro posizione esprime alcuni stati d’animo. Quando sono rivolti:

  • a ventaglio, a lato del viso, manifestano in genere uno stato di all’erta;
  • all’indietro, aderenti al viso, esprimono solitamente timore;
  • verso il basso, rivelano di solito tranquillità;
  • in avanti, verso l’esterno segnalano di norma, socievolezza e interazione.

Quando invece le vibrisse sono tese o arricciate verso l’alto, evidenziano un certo nervosismo che potrebbe anche sfociare in zuffa.

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