Seppelliamo l’ascia di guerra e proviamo a individuare alcune linee guida che possano far superare le divisioni e soddisfare le esigenze, i principi e i valori di tutti, con l’intento di costruire un mondo migliore.
Se queste linee guida fossero approvate da tutte le parti in causa, l’impegno profuso verso la tutela dei diritti di tutti gli esseri viventi sarebbe più veemente ed efficace.
Quelli che seguono sono 4 obiettivi, da perseguire nei prossimi “100 anni”, che potrebbero essere condivisibili da tutti e salvare la vita e ridurre la sofferenza a miliardi di esseri viventi ogni anno.
1. Diminuire gli sprechi alimentari: un terzo della produzione alimentare mondiale finisce in pattume.
La FAO stima che il fabbisogno alimentare previsto per il 2050 richiederebbe un aumento nella produzione agricola del 70%. Eppure si potrebbe coprire i tre quinti di tale aumento necessario nella produzione alimentare semplicemente smettendo di sprecare cibo! Riducendo gli sprechi alimentari ridimensioneremmo drasticamente il problema della fame del mondo e salveremmo la vita e risparmieremmo sofferenze a miliardi di esseri viventi (uomini, animali, piante) ogni anno.
2. Contrastare obesità e sovrappeso: mentre una parte della popolazione soffre di malnutrizione!
Obesità e sovrappeso sono condizioni associate a morte prematura e fattori di rischio per le principali malattie croniche. Promuovendo con più efficacia la prevenzione di queste patologie (che si superano adottando un regime normocalorico e praticando attività sportiva), salveremmo la vita e risparmieremmo sofferenze a miliardi di esseri viventi (uomini, animali, piante) ogni anno.
3. Contenere la crescita demografica.
La popolazione globale cresce oggi al ritmo di circa 7 milioni di persone ogni mese ed è probabile che entro fine secolo saranno circa 11 miliardi gli esseri umani che abiteranno il pianeta. L’impatto sugli ecosistemi e sulle risorse naturali aumenterà fino a generare una pressione insostenibile. In alcuni Paesi del mondo, soprattutto nell’Africa subsahariana, il tasso di natalità è troppo alto (5-6 figli per donna). La speranza di arrestare questo vertiginoso aumento della popolazione risiede nel facilitare l’impiego dei contraccettivi e nel garantire l’accesso all’istruzione alle donne. In qualsiasi Paese, ricco o povero, la maggior parte delle ragazze che portano a termine gli studi secondari non ha più di due figli. Le tecnologie e le strategie per contenere il tasso di natalità esistono e se utilizzate la sfida demografica può essere vinta, salvando la vita e risparmiando sofferenze a miliardi di esseri viventi (uomini, animali, piante) ogni anno.
4. Difendere il diritto di tutti gli esseri viventi a vivere una vita lunga e felice.
Direi di considerare alla stessa stregua animali e piante: chi siamo noi per poter affermare che un gamberetto ha più diritto alla vita di un cespo di lattuga?
Alcune premesse.
- Gli allevamenti intensivi sono la principale fonte di sofferenza per gli animali (i danni che provocano impattano non solo sugli animali ma anche sull’ambiente e sulla salute delle persone). L’alternativa è l’allevamento biologico, che può garantire al 100% il rispetto per il benessere, fisico e psicologico, degli animali, che è giusto trascorrano gli anni della loro vita nel modo migliore.
- Il punto non è tanto non mangiare un essere vivente, quanto garantirgli una vita lunga e felice e sopprimerlo senza spaventarlo e senza farlo soffrire.
- Boicottando la carne proveniente da allevamenti intensivi (che, oltretutto, è organoletticamente pessima, insipida e legnosa) a poco a poco questi saranno costretti a chiudere i battenti, lasciando il posto ad allevamenti biologici (che dovranno rispettare quelle che diventeranno direttive internazionali: massima qualità della vita e morte indolore per gli animali). Senza allevamenti intensivi, il consumo di carne si ridurrebbe drasticamente.
- Evitare lo sfruttamento animale in ogni ambito (sperimentazione sugli animali, capi di vestiario, ecc.).
La regola alimentare che dovrebbe mettere d’accordo vegani e carnivori potrebbe essere questa: non cibarsi di carne animale finché questi non abbiano vissuto almeno, ad esempio, i quattro quinti della loro vita in libertà e pace. E poi sopprimerli senza provocare loro alcuna sofferenza o paura.
La nostra alimentazione, quindi, potrebbe essere costituita da:
- prodotti vegetali in larga parte: preferibilmente frutti e “frutti ortaggio”, tentando di rispettare il più possibile anche la vita e l’integrità delle piante. Scegliere un’azione a impatto minimo, tenendo conto delle esigenze delle piante, degli esseri umani, degli animali e del pianeta.
- prodotti animali: consumati in minima parte, anche a causa dell’eliminazione di tutti gli allevamenti intensivi. In quelli biologici, l’animale va soppresso solo dopo che abbia trascorso almeno i quattro quinti della propria vita in piena libertà e serenità.
Naturalmente, chi lo desidera potrà continuare a mantenere un’alimentazione vegana, vegetariana, onnivora, ma con impatto minimo sulle forme di vita.
Ovviamente, non è un progetto semplice da realizzare. I problemi da affrontare sono complessi e tutti interrelati: quando si intacca l’equilibrio di un ecosistema, ciò determina conseguenze a catena che ricadono su altri ecosistemi.
Tra gli ostacoli da superare e i fattori di cui tener conto: limitatezza delle terre coltivabili, problemi di deforestazione per far spazio a colture intensive, mantenere la fertilità dei suoli, risorse idriche distribuite in maniera diseguale, mancanza di infrastrutture rurali adeguate in alcune parti del mondo, difficoltà a usare strategie sostenibili ecologicamente per sfamare miliardi di persone (ad esempio, l’agricoltura biologica, per evitare l’uso massiccio di antiparassitari e fertilizzanti chimici)… E poi: riscaldamento climatico, inquinamento, guerre e conflitti, dittature, ecc.
Impegnarci, però, a fondo nel perseguire tutti insieme i 4 obiettivi descritti, apporterebbe un beneficio enorme per tutti gli esseri viventi e per il pianeta.
Continuare, per i vegani, a “pretendere” l’assoluta astinenza dal consumo di carne e, per i carnivori, a “chiudere gli occhi” per non vedere tutte le sofferenze di cui sono vittime animali innocenti non fa altro che inasprire gli animi e rallentare il processo che deve condurci verso un mondo migliore.
Lasciamoci alle spalle questa atavica diatriba e uniamo le nostre forze per la costruzione di un mondo in cui prevalga il buon senso e trionfino il rispetto e l’amore per ogni forma di vita…
Roberto (contatti)
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