La varicella è una malattia infettiva altamente contagiosa provocata da un virus a DNA, il virus Varicella zoster (VZV), appartenente alla famiglia delle Herpesviridae, gruppo Herpesvirus. Insieme a rosolia, morbillo, pertosse e parotite, la varicella è annoverata fra le malattie contagiose dell’infanzia, che nella maggioranza dei casi colpiscono i bambini tra i 5 e i 10 anni.
L’uomo è l’unico serbatoio noto di questo virus: la malattia si trasmette quindi soltanto da uomo a uomo.
Varicella: trasmissione
La varicella è una delle malattie infettive più contagiose, soprattutto nei primi stadi dell’eruzione. La trasmissione da persona a persona avviene per via aerea mediante le goccioline respiratorie diffuse nell’aria quando una persona affetta tossisce o starnutisce, o tramite contatto diretto con lesione da varicella o zoster.
La contagiosità inizia da 1 o 2 giorni prima della comparsa dell’eruzione e può durare fino alla comparsa delle croste.
Varicella: sintomi
Nei bambini immunocompetenti, la varicella è raramente grave. Negli adulti e nei bambini immunocompromessi, l’infezione può essere grave. Dopo 10–21 giorni dal contagio, 24–36 h prima della comparsa delle lesioni cutanee, possono presentarsi cefalea lieve, febbre modesta e malessere generale. Tali prodromi sono più comuni nei bambini di età minore di 10 anni, ma sono abitualmente più gravi negli adulti.
L’eruzione iniziale, di tipo maculare, può essere accompagnata da un rash fugace. Entro poche ore, le lesioni progrediscono in papule e quindi in caratteristiche vescicole a lacrima, su sfondo eritematoso, talvolta patognomoniche, spesso intensamente pruriginose. Le lesioni diventano pustolose e poi crostose.
Inizialmente le lesioni interessano il volto e il tronco e compaiono a ondate successive; alcune macule compaiono nel momento in cui precedenti ondate iniziano a evolvere in croste. L’esantema può essere generalizzato (nei casi più gravi) o più limitato, tuttavia quasi sempre interessa la parte superiore del tronco.
Lesioni ulcerate possono svilupparsi a livello delle mucose, compresi l’orofaringe e le alte vie aeree, la congiuntiva palpebrale e le mucose rettale e vaginale. Nella bocca le vescicole si rompono immediatamente, sono indistinguibili da quelle della gengivo-stomatite erpetica e causano spesso odinofagìa. Lesioni del cuoio capelluto possono provocare linfadenopatie dolenti suboccipitali e cervicali posteriori.
Le nuove lesioni solitamente cessano di manifestarsi a partire dal 5o giorno e la maggior parte è in fase crostosa a partire dal 6o giorno; la maggior parte delle croste scompare meno di 20 giorni dopo l’esordio.
A volte i bambini vaccinati sviluppano varicella; in questi casi, l’eruzione è tipicamente mite, la febbre è meno frequente, e la malattia è più breve; le lesioni sono infettive.
Complicanze
Si possono verificare sovrainfezioni batteriche (tipicamente da streptococchi o stafilococchi) delle vescicole, che causano cellulite o raramente fascite necrotizzante o shock tossico streptococcico. La polmonite può complicare forme gravi di varicella in soggetti adulti, neonati, immunodepressi e pazienti di tutte le età ma di solito ciò non si verifica nei bambini immunocompetenti. Possono anche verificarsi miocardite, epatite e complicanze emorragiche.
Una delle complicanze neurologiche più frequenti è l’atassia cerebellare acuta postinfettiva, che si verifica in 1/4000 casi nei bambini. Può anche presentarsi una mielite trasversa. La sindrome di Reye, una complicanza pediatrica rara ma grave, può iniziare da 3 a 8 die dopo l’inizio dell’esantema; l’assunzione di aspirina ne aumenta il rischio. In soggetti adulti, l’encefalite, potenzialmente letale, si verifica in 1–2 casi di varicella/1000.
Varicella diagnosi
La diagnosi viene posta dal medico sulla base dell’aspetto caratteristico delle lesioni e solitamente non sono necessari esami di conferma (isolamento del virus dal liquido vescicolare, ricerca di degli anticorpi anti VZV).
Eventualmente, la conferma della diagnosi può essere ricercata sia attraverso l’esame del liquido contenuto nelle vescicole, sia analizzando il sangue per evidenziare la presenza di una risposta immunologica acuta.
Varicella: terapia
Non esiste una terapia specifica: il cardine dell’assistenza si basa sulla prevenzione delle infezioni cutanee e sul sollievo dal prurito. La prima si può realizzare tenendo il paziente pulito e consigliando saponi antibatterici; il prurito può essere alleviato con prodotti locali (polveri e creme rinfrescanti ed antistaminici) e, nei casi particolarmente fastidiosi, anche con antistaminici per via orale.
Dal momento che la causa più frequente di sindrome di Reye in età pediatrica è la somministrazione di acido acetil-salicilico, si devono assolutamente evitare i prodotti che lo contengono.
La terapia antivirale, a base di acyclovir e derivati, può essere utilizzata nei pazienti immunodepressi, in quelli affetti da importanti patologie e nei soggetti in terapia cortisonica, anche se l’efficacia contro il VZV non è elevata come contro l’herpes simplex.
Varicella: prevenzione
La profilassi prevede un periodo di isolamento di durata variabile (di solito 2 settimane per i soggetti colpiti da forme più aggressive, 1 settimana per quelli con forme lievi). La progressiva introduzione del vaccino dovrebbe consentire in futuro una prevenzione più attiva con somministrazione di dosi ai contatti dei malati.
Una volta esaurite la febbre e la tosse (bisogna aspettare almeno 60-72 ore consecutive senza febbre), un malato può uscire, ma deve fare molta attenzione ad evitare la rottura accidentale delle vesciche per evitare di contagiare altre persone.
Un buon sistema per proteggere eventuali vescicole “a vista” può essere la loro copertura con cerotti oppure garze, applicati con la dovuta cautela. Il ricambio d’aria delle stanze va effettuato solo dopo disinfezione, preferibilmente con un vaporizzatore, onde evitare di disperdere nell’atmosfera un ingente quantitativo di virus.
Nei soggetti ad alto rischio è possibile anche l’immunoprofilassi passiva con somministrazione di immunoglobuline normali o specifiche.
Vaccinazione
Il vaccino contro la varicella contiene il virus vivo ma attenuato in modo tale che non si verifichi la malattia ma vengano ugualmente stimolate le difese che proteggono dall’infezione. Si somministra con un’iniezione a partire dai 12 mesi di vita.
Vengono consigliate due dosi di vaccino. Dopo la seconda dose la protezione ottenuta raggiunge il 99%.
A partire dai nati dal 1 Gennaio 2016 la vaccinazione antivaricella sarà offerta insieme alla vaccinazione contro Morbillo, Parotite, Rosolia e Meningite ACWY al 13/15 mese e sarà offerta anche in occasione del richiamo dei 5/6 anni ai bambini che non hanno ancora avuto la malattia. Il vaccino sarà effettuato gratuitamente su richiesta del genitore per tutti i minori da 1 a 18 anni non compiuti.
In alcune regioni il vaccino contro la varicella viene raccomandato a coloro che hanno situazioni di salute che li mettono a rischio di avere la malattia in forma grave e a chi vive con loro o li assiste. In particolare ai minori:
- in attesa di trapianto;
- affetti da leucemia (linfatica acuta) in fase di remissione;
- con infezione da HIV (a seconda del loro stato di salute);
- con insufficienza renale cronica;
- diabetici;
- affetti da patologie croniche del fegato;
- che non hanno avuto la varicella e vivono con chi presenta disturbi importanti dell’immunità;
- a contatto con donne in età fertile che non hanno avuto la varicella.
La vaccinazione, eseguita entro 5 giorni dal contatto con un ammalato di varicella, può proteggere dal contagio o far ammalare in forma più lieve.
Effetti collaterali
Il vaccino contro la varicella è generalmente ben tollerato e non provoca disturbi importanti. Può raramente comparire febbre e ancor più raramente possono manifestarsi alcune vescicole da varicella o l’Herpes Zoster a distanza di tempo (mesi, anni) che è solitamente lieve.
Le reazioni allergiche a componenti del vaccino sono eccezionali come per tutti i vaccini.
Varicella: rimedi naturali
il rimedio omeopatico principale è il Rhus toxicodendron 5 CH (3 granuli 3-4 volte al giorno): riduce la diffusione dei puntini e la durata dell’eruzione, e inoltre calma il prurito che può diventare davvero fastidioso, soprattutto di notte, quando impedisce al bambino di addormentarsi. Acquista su Amazon
Se il prurito è così intenso che il bambino non riesce a dormire, si può aggiungere il Ribes nigrum 1 DH dalle 10 alle 30 gocce, 3-4 volte al giorno. Acquista su Amazon
Quando le vescicole formeranno la crosticina e il bambino non dovrà grattarsi per non lasciare il segno sulla pelle sarà utile Graphites 9 CH, tre granuli due volte al giorno. Questo rimedio esiste anche in crema.
Se sale la febbre e supera i 38° si può aggiungere Belladonna 5 CH, 3 granuli, 4-5 volte al giorno, anche in aggiunta al paracetamolo (tachipirina) per migliorare l’effetto del farmaco. Acquista su Amazon
In caso di varicella, per alzare le difese immunitarie del bambino, è consigliata la Rosa canina 1 DH 20 gocce, una volta giorno per l’alto contenuto di vitamina C. Acquista su Amazon
Per quanto riguarda l’esantema si può lenire il prurito con bagni tiepidi con farina d’avena o amido di riso. Sulle lesioni, quando le vescicole si sono trasformate in croste, possiamo applicare una pomata o del talco alla calendula (acquista su Amazon), dall’azione antinfiammatoria e calmante. Attenzione anche a tenere le unghie del bambino corte e pulite, per evitare di rompere e infettare le vescicole.
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