Tumore alle ovaie: le ovaie sono due organi delle dimensioni di circa 3 cm. (ma variabili in base all’età) con funzione riproduttiva e endocrina della donna. Durante il periodo fertile producono ogni mese una cellula uovo (ovocita) che attraverso una delle due ovaie giunge alla tuba di Falloppio e poi all’utero.
Se l’ovocita non è fecondato dallo spermatozoo, una cascata di ormoni dà origine alle mestruazioni. Nel corso degli anni, l’ovaio perde le sue capacità riproduttive ed endocrine, e la donna entra nella fase definita menopausa.
Il cancro alle ovaie è causato da uno sviluppo incontrollato delle cellule dell’organo. Colpisce soprattutto le donne in post menopausa. Il 70% dei tumori ovarici diagnosticati sono in stadio avanzato.
Negli stadi iniziali (stadio I) la sopravvivenza a cinque anni è pari all’85% mentre negli stadi avanzati a cinque anni essa scende al 30-50%.
Tumore alle ovaie: fattori di rischi
Tra i fattori di rischio per il tumore dell’ovaio troviamo:
- età: l’incidenza maggiore si ha tra i 50 e i 69 anni, dopo l’ingresso in menopausa;
- familiarità (5-10% dei tumori): chi ha un parente di primo grado affetto da questa patologia ha un rischio più alto di contrarre la neoplasia in esame;
- cause endocrine: menopausa tardiva, basso numero di gravidanze, uso di sostanze che inducono l’ovulazione sono associati a una più elevata incidenza di tumore alle ovaie;
- ambienti e stili di vita: il tasso di carcinoma ovarico è più elevato nei paesi industrializzati, dove l’alimentazione è più ricca di grassi animali. Anche l’obesità sembra possa incidere.
- pillola anticoncezionale: le donne che assumono farmaci anticoncezionali hanno meno probabilità di contrarre questa patologia, forse perché bloccando l’attività ovulatoria si riduce l’esposizione agli estrogeni;
- farmaci che stimolano l’ovulazione: l’assunzione di questi medicinali, aumenta il rischio di sviluppare una neoplasia ovarica;
- tumori precedenti: una donna con tumore mammario presenta un rischio due volte maggiore di sviluppare un tumore alle ovaie.
Tumore alle ovaie: tipologie
Esclusi i tumori benigni, come la cisti ovarica, possiamo riconoscere tre tipi di carcinomi dell’ovaio: epiteliali, germinali e stromali.
I tumori epiteliali nascono dalle cellule epiteliali che ricoprono la superficie delle ovaie. Più del 90% dei carcinomi ovarici è rappresentato da questo tipo.
I tumori germinali nascono dalle cellule che danno origine agli ovuli. Costituiscono circa il 5% delle patologie in esame e sono quasi sempre di esclusivo appannaggio dei bambini e degli adolescenti.
I tumori stromali (4%) nascono dal tessuto di sostegno dell’ovaio. Sono contraddistinti da una bassa malignità.
Tumore alle ovaie: sintomi
Nelle fasi iniziali, il carcinoma ovarico è asintomatico. I primi segni si manifestano quando le dimensioni della massa tumorale sono già avanzate. Esistono però alcuni sintomi che andrebbero monitorati, perché possono fornire delle indicazioni utili: senso di pesantezza, sensazione di tensione, aerofagia, rigonfiamento della parte inferiore dell’addome, dolore all’addome e alla zona pelvica, modificazioni delle attività intestinali, necessità di urinare frequentemente, sensazione di sazietà anche a stomaco vuoto.
Essendo sintomi che si manifestano anche a causa di altre più comuni patologie, spesso vengono trascurati. Se però compaiono all’improvviso e non singolarmente, possono rivelarsi significativi.
Tumore alle ovaie: prevenzione
Attualmente, gli unici strumenti di prevenzione possono considerarsi la visita annuale dal ginecologo che effettua la palpazione bimanuale dell’ovaio e l’ecografia transvaginale di controllo. Sono in corso studi clinici per valutare la possibilità di introdurre un programma di screening che abbia una certa validità (ecografia o ricerca di marcatori tumorali quali il CA125).
Tumore alle ovaie: diagnosi
Una diagnosi corretta si esegue attraverso un esame pelvico, ossia mediante un’attenta visita ginecologica associata a esplorazione rettale e palpazione dell’addome, e il controllo dei marcatori tumorali (HE4, CA125, CA19.9, CE15.3 e CEA), qualora il quadro ecografico risultasse sospetto. Una ecografia transvaginale assicura immagini più specifiche e meglio definite.
In caso di ulteriori dubbi, possono essere eseguite una TAC addominale ed eventualmente una PET.
Una gastroscopia e una colonscopia saranno utili per scongiurare la primitività da parte dell’apparato gastrointestinale.
Tumore alle ovaie: stadiazione
Attraverso la stadiazione si conosce il grado di estensione del carcinoma e si ipotizzano le opzioni terapeutiche che si possono adottare.
Stadio I: le cellule neoplastiche sono circoscritte alle ovaie; stadio II: il tumore si è diffuso anche agli organi pelvici; stadio III: la neoplasia ha raggiunto i linfonodi della stessa area e può aver raggiunto la superficie del fegato; stadio IV: il cancro si è esteso oltre l’addome e la pelvi e può aver raggiunto l’interno del fegato, i polmoni e altri organi distanti dall’ovaio.
Tumore alle ovaie: trattamento
La scelta del trattamento dipende da alcuni fattori: la sede del carcinoma, la stadiazione, l’età della paziente, le sue condizioni di salute generali.
Le donne colpite da una neoplasia alle ovaie vengono sottoposte a intervento chirurgico, le cui modalità variano in base allo stadio della patologia. Tuttavia, un’operazione chirurgica a intento radicale non offre la certezza che il tumore non si ripresenti. Per questo è opportuna, dopo l’intervento chirurgico, una chemioterapia, che è tanto più importante quanto più è avanzato il tumore rimosso. La radioterapia non viene quasi mai utilizzata nel trattamento del tumore ovarico se non a scopo palliativo su alcune aree metastatiche.
Tra le tecniche chirurgiche più innovative troviamo la laparoscopia, che assicura ottimi risultati nel trattamento dei più importanti tumori ginecologici.
Diventare mamma dopo le terapie
Attualmente, esistono tecniche che permettono alle donne in età fertile di riprendere la loro capacità riproduttiva al termine del percorso terapeutico. Quella principale è il congelamento del tessuto ovarico prelevato dalla donna prima dell’inizio della chemioterapia, conservandolo a bassissime temperature per poi reimpiantarlo al termine del trattamento.
Tumore alle ovaie: vita sessuale dopo l’intervento
I trattamenti per il cancro alle ovaie possono presentare un impatto significativo sulla qualità della vita della vita sessuale della donna. Dopo l’intervento, si potrebbe riscontrare dolore durante i rapporti sessuali, sia a causa dell’apertura e della sutura della vagina durante l’isterectomia, sia per la secchezza vaginale, che può essere determinata da una carenza di estrogeni. Di solito, però, questi disturbi sono transitori.
Irritazione della mucosa vaginale può essere causata anche dai farmaci chemioterapici. Durante questa terapia, inoltre, può manifestarsi un calo del desiderio, anche a causa di una componente psicologica (la perdita di capelli e altri eventi possono provocare risposte depressive o ansiogene).
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