Una moltiplicazione incontrollata di cellule all’interno del fegato danno origine al tumore che colpisce questo organo. Funzione del fegato è quella di eliminare le sostanze di scarto dal sangue, produrre la bile e numerosi enzimi indispensabili alla digestione.
Il tumore al fegato primitivo è quello che ha origine dall’organo stesso, quello secondario, o metastatico, proviene da carcinomi che si sviluppano in altri organi (polmoni, seno, colon, ecc.).
Questo tipo di neoplasie vengono di solito diagnosticate attraverso strumenti di imaging biomedico. La causa principale è la cirrosi. E’più frequente negli uomini che nelle donne.
Il cancro del fegato è la seconda causa di morte per tumori.I tassi di sopravvivenza a 5 anni sono circa del 18%. La maggior parte dei casi si registrano nell’Africa sub-sahariana e nell’Asia orientale, paesi dove l’epatite B e C sono più comuni.
Tumore al fegato: classificazione
Il carcinoma epatocellulare è il tumore del fegato più comune (75%). E’ una neoplasia primitiva, originando dagli epatociti (le cellule del fegato). Un altro tumore primitivo è l’epatoblastoma, costituito da cellule epatiche immature. E’ un raro carcinoma che colpisce specialmente i bambini e i ragazzi di età inferiore ai 15 anni.
Alcuni tumori del fegato possono svilupparsi da strutture situate all’interno dell’organo, come i vasi sanguigni, le cellule immunitarie e il dotto biliare (colangiocarcinoma e cistoadenocarcinoma).
Il leiomiosarcoma e il rabdomiosarcoma nascono nel tessuto muscolare epatico. Altri tumori epatici meno frequenti sono il carcinosarcoma, i tumori carcinoidi e il linfomi.
Raramente, possono svilupparsi alcuni tipi di tumore benigno, che di solito non richiedono alcuna terapia medica o chirurgica.
Tumore al fegato: cause
Attualmente, la causa primaria del carcinoma al fegato è l’infezione da virus dell’epatite B o C (80% dei casi). Il virus determina un’infiammazione intensa, che genera fibrosi e a volte cirrosi, a causa della quale di solito insorge il tumore.
Altri fattori di rischio che possono favorire lo sviluppo di tumore epatico sono l’età (nei paesi occidentali, questa patologia si sviluppa soprattutto dopo i 50 anni), il diabete, le malattie ereditarie epatiche (ad esempio, l’emocromatosi e il difetto di alfa1 antitripsina), l’abuso di alcool (il consumo eccessivo porta alla cirrosi, il fattore di rischio primario), il fumo, l’obesità (favorisce l’insorgere di steatosi), il fegato steatosico (accumulo di grasso nelle cellule epatiche).
Nei bambini i fattori di rischio sono: la sindrome di Beckwith-Wiedemann, il basso peso alla nascita, la poliposi adenomatosa, ecc.
Tumore al fegato: sintomi
Ogni tipo di carcinoma epatico presenta i suoi sintomi caratteristici. Il colangiocarcinoma, ad esempio, si manifesta con ittero, sudorazione, perdita di peso, dolore addominale e ingrossamento del fegato. Sintomi del carcinoma epatocellulare sono il dolore addominale, il vomito, la presenza di massa tumorale, l’anemia, il mal di schiena, il prurito, l’ittero, l’aumento della temperature corporea e il calo ponderale.
Tumore al fegato: diagnosi
Innanzitutto lo specialista procederà ad un’anamnesi accurata e a una visita oggettiva per individuare i sintomi più evidenti. Poi prescriverà al paziente ulteriori accertamenti quali:
- ecografia addominale: un esame rapido ed efficace; mediante una sonda ecografica si ottengono immagini degli organi interessati.
- Tomografia computerizzata: studia dettagliatamente tutti gli organi in esame.
- Risonanza magnetica: si ottengono immagini molto accurate e utili.
- Colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP) ed ecoendoscopia: permettono di osservare le vie biliari all’interno e all’esterno del fegato.
- Biopsia epatica: attraverso una puntura ecoguidata, si preleva un frammento di cellule che verranno analizzate al microscopio.
- Marcatori tumorali: si possono rilevare, attraverso un esame del sangue, dei prodotti chimici presenti nel liquido ematico (ad esempio, possono essere riscontrati elevati livelli di alfa-fetoproteina in molti casi di carcinoma epatocellulare).
Tumore al fegato: trattamento
Le opzioni terapeutiche cui si può ricorrere per curare il fegato sono numerose ed è importante che il paziente venga informato correttamente così da essere coinvolto in tutte le scelte.
Una guarigione si può ottenere solo quando la patologia viene diagnosticata precocemente e il soggetto gode di una buona salute generale, in modo da poter affrontare un intervento chirurgico.
I trattamenti non chirurgici possono essere efficaci nell’evitare che il tumore si diffonda e nel garantire una certa qualità di vita al paziente.
Gli approcci terapeutici si stabiliscono in base a vari fattori: il numero di masse cancerogene presenti, le loro dimensioni, l’area in cui sono situati, se sono presenti o meno metastasi, l’età del paziente e il suo stato di salute generale.
In base alla gravita della patologia avremo:
Tumore localizzato e operabile
Tendenzialmente la massa è unica e non si è estesa alle aree circostanti, l’organo è in un buono stato, si può intervenire chirurgicamente rimuovendo la zone del fegato colpita dalla neoplasia. Se è necessario asportare un intero lobo, quello rimanente può svolgere da solo le normali funzioni. In alcuni casi è necessario sostituire l’intero organo con un trapianto.
Tumore localizzato non operabile
Talvolta, la presenza di cirrosi o di altre condizioni che hanno colpito il fegato o la salute generale del paziente non permettono il ricorso alla chirurgia, anche se il tumore è localizzato in una zona.
In questi casi, l’obiettivo diventa accrescere le aspettative di vita del soggetto e migliorarne la qualità di vita.
Si può procedere con diversi approcci: termoablazione (si inibisce la massa tumorale attraverso il calore generato con il laser, con le microonde o con una sonda vibrante), criochirurgia (una tecnica ancora in fase di sviluppo che prevede un intervento tramite il freddo originato da una sonda di metallo introdotta endoscopicamente), iniezione percutanea di etanolo (un alcool che elimina le cellule tumorali), infusione di chemioterapici nell’arteria epatica (attraverso un catetere si si inviano i farmaci antitumorali direttamente nel fegato), radioembolizzazione (attraverso l’arteria epatica si iniettano microsfere radioattive nel sito tumorale), chemioembolizzazione (attraverso un catetere si fanno giungere i farmaci al fegato), trapianto (opzione che viene presa in considerazione quando la patologia è circoscritta e c’è disponibilità di un organo).
Tumore in stadio avanzato
Quando il tumore si trova in uno stadio avanzato si attuano trattamenti atti a controllare i sintomi più dolorosi e per migliorare la qualità di vita. Se la cirrosi è meno grave, si può ricorrere al sorafenib, un farmaco che si è dimostrato efficace in situazioni di questo tipo.
Tumore al fegato: prevenzione
Gli unici consigli che si possono fornire sono quelli di evitare un eccessivo consumo di alcool e l’esposizione ai virus dell’epatite. I pazienti a rischio (ad esempio, affetti da cirrosi), possono eseguire ecografie periodiche. Una misura efficace è la vaccinazione contro l’epatite B, obbligatoria in Italia per i bambini.
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