Tumore al colon sopravvivenza: grazie ai progressi della scienza medica e all’introduzione delle nuove terapie biologiche, oggi le percentuali di sopravvivenza e la qualità di vita delle persone affette dal cancro al colon sono migliorate rispetto al passato, e a volte si riesce a guarire anche dalle neoplasie più estese (anche se rimane uno dei tumori più difficili da trattare).
La sopravvivenza a 5 anni è pari circa al 60% (la diagnosi precoce è fondamentale per poter contare su probabilità di guarigione più alte).
Tumore al colon sopravvivenza: screening
Una diagnosi tempestiva permette quasi sempre di rimuovere completamente la massa tumorale, ma, spesso, non è semplice formularla, perché i sintomi sono aspecifici e possono essere scambiati con quelli di altre malattie.
Molto spesso, infatti, nel tumore del colon la diagnosi è tardiva (mediamente di 6 mesi), anche se sono stati fatti passi in avanti introducendo screening accurati per i soggetti a rischio. Per una sopravvivenza globale a 5 anni di circa il 60%, si scende a meno del 5% in caso di carcinomi metastatici (tumori che hanno ricevuto una diagnosi tardiva).
I soggetti a rischio generico devono effettuare uno screening a partire da dopo i 50 anni; quelli a rischio intermedio devono eseguirlo 5-10 prima dell’età in cui il familiare affetto dalla patologia ha effettuato la diagnosi; i soggetti a rischio più alto (quando l’origine è genetica) devono sottoporsi allo screening molto presto, anche prima dei 16 anni.
Tumore al colon sopravvivenza: farmaci biologici
Grazie all’introduzione dei farmaci biologici, come bevacizumab, associati alla chemioterapia (e, in alcuni casi, con la chirurgia), le aspettative e la qualità di vita dei pazienti affetti da questa patologia a uno stadio avanzato sono migliorate notevolmente.
Altri farmaci a bersaglio molecolare in fase di sperimentazione sono quelli che colpiscono il gene KRAS, una proteina che regola altre proteine, la cui funzione è importante per la sopravvivenza del tumore e la sua proliferazione.
I farmaci biologici inibiscono lo sviluppo e l’estensione del tumore intervenendo su specifici processi molecolari e cellulari protagonisti nella progressione della malattia. Per ora, sono spesso solo coadiuvanti la chemioterapia e la radioterapia, ma fanno prevedere possibilità di sviluppo molto interessanti.
Tumore al colon sopravvivenza: qualità della vita
Quando la guarigione definitiva non è possibile si può, attraverso una combinazione di terapie, determinare una regressione della neoplasia o quantomeno bloccarne lo sviluppo o ritardarne l’evoluzione. Il paziente potrà così accrescere le sue aspettative di vita contando spesso su una migliore qualità esistenziale.
Una sequenza di intervento che si sta rivelando valida per curare i pazienti con tumore metastatico è quella che prevede un intervento chemioterapico di prima linea in associazione con un farmaco biologico e una terapia chemioterapica diversa in seconda linea, combinata con lo stesso farmaco biologico. Se la chemioterapia non si rivela idonea, può essere sostituita, mentre il farmaco biologico viene mantenuto.
Il farmaco biologico presenta una ridottissima tossicità (al contrario dei farmaci chemioterapici) e può migliorare la qualità di vita del paziente (ad esempio, può migliorare sintomi di dolore o di cattiva respirazione).
Guide mediche: letture consigliate
- Acquista su Amazon una guida medica per la famiglia
- Acquista su Amazon un testo utile per la tua gravidanza
- Acquista su Amazon un testo utile per la crescita dei tuoi figli
ARTICOLI CORRELATI
> Tumore del colon-retto
> Tumore al colon: ecografia addominale
> Polipo intestinale: intervento chirurgico
> Polipo iperplastico del grosso intestino
> Tumore al duodeno: aspettative di vita
> Patologie: indice generale