Tumore al cervello: forme tumorali possono colpire qualsiasi parte del cervello, del cervelletto o, in generale, del sistema nervoso centrale (SNC) e anche delle meningi che lo ricoprono, proteggendo encefalo e midollo spinale.
Il cervello è costituito dai neuroni, che formano il tessuto nervoso, e dalla glia, il tessuto che sostiene e nutre i neuroni, formato dalle cellule gliali, che sono di tre tipi, astrociti, oligodendrociti e cellule ependimali. Esistono poi le membrane che rivestono il cervello, le meningi (cellule meningoteliali).
Quando le cellule appartenenti a uno di questi gruppi si riproducono e proliferano in modo anomalo, si ha il tumore cerebrale primitivo (benigno o maligno) . Quando invece le cellule tumorali giungono al cervello da tumori insorti in altri organi, si hanno i tumori secondari (metastasi, quasi sempre maligne). Se le cellule meningoteliali proliferano in modo anomalo, si ha il tumore delle meningi, considerato extracerebrale, anche se insorge all’interno della scatola cranica.
I tumori al cervello possono svilupparsi a qualsiasi età. Tuttavia l’incidenza è un po’ più alta fra gli adulti dopo i 50 anni e tra i bambini nella fascia di età fra i tre e i dodici anni.
Tumore al cervello: gradi di malignità
I tumori al cervello si possono classificare secondo 4 gradi di malignità:
- grado I: il tumore è benigno (anche se può evolvere in maligno), ha una crescita lenta e non si estende ai tessuti circostanti;
- grado II: ha un basso grado di malignità, si sviluppa lentamente ma può raggiungere le aree adiacenti; può recidivare;
- grado III: le cellule si moltiplicano molto rapidamente e invadono il tessuto vicino; la recidiva è frequente;
- grado IV: il tumore è molto aggressivo, si sviluppa molto rapidamente e invade e distrugge i tessuti circostanti
Tumore al cervello: tipologie
I tumori primari possono essere classificati secondo la tipologia del tessuto della sede di insorgenza.
I più frequenti sono i gliomi, che hanno origine nel tessuto gliale di supporto del sistema nervoso centrale. Rappresentano il 40% di tutti i carcinomi cerebrali primitivi. I gliomi comprendono alcuni sottotipi:
- Astrocitomi: nascono da piccole cellule a forma di stella denominate astrociti; rappresentano circa il 15% di tutti i gliomi; un astrocitoma di grado III è di solito definito astrocitoma anaplastico, di grado IV glioblastoma multiforme. Molto pericolosi sono i gliomi del tronco encefalico, perché più difficilmente possono essere rimossi attraverso un intervento chirurgico e colpiscono aree vitali del SNC.
- Oligodendrogliomi: si sviluppano dalle cellule che producono mielina e di solito nascono nell’encefalo; la loro crescita è lenta, in genere non si diffondono nel tessuto circostante e rispondono bene ai trattamenti; rappresentano circa il 5% delle neoplasie cerebrali.
- Ependimomi: sono poco frequenti (2,3%) e insorgono di solito in prossimità dei ventricoli; sono più frequenti in età evolutiva.
Altri tumori, che non insorgono nel tessuto gliare, sono:
- Medulloblastomi: originano di solito nel cervelletto ma possono estendersi anche in altre zone dell’encefalo; sono più frequenti in età evolutiva.
- Meningiomi: insorgono nelle meningi e sono generalmente benigni; crescono molto lentamente e colpiscono soprattutto in un’età compresa tra i 30 e i 50 anni.
- Craniofaringioma: si sviluppano nella zona della ghiandola pituitaria; in genere sono benigni, possono evolvere in senso maligno qualora comprimano l’ipotalamo inibendone alcune funzioni vitali. Sono più frequenti in età evolutiva.
- Neurinomi (Schwannomi): neoplasie benigne che hanno origine nelle cellule di Schwann, che producono la mielina; colpiscono soprattutto il trigemino e il nervo acustico.
- Germinomi: neoplasie rare che nascono dalle cellule germinali; sono tipici dell’adolescenza e dei maschi e più comuni presso le popolazioni asiatiche.
Tumore al cervello: cause
Generalmente non si conoscono le cause dell’insorgenza di un cancro al cervello. La struttura genetica di una cellula può andare incontro a delle variazioni “casuali” ma anche per il processo naturale d’invecchiamento o per altre cause: stile di vita, sostanze nocive, alimentazione, virus, radiazioni, fattori ereditari, ecc.
Tumore al cervello: sintomi
Possiamo dividere i sintomi di una neoplasia cerebrale in due categorie: sintomi generali (se originano dalla pressione che la massa tumorale esercita sul cranio) e sintomi specifici (se sono dovuti a una interruzione di una specifica funzione del cervello).
I sintomi generali comprendono:
- cefalea intensa, peggiore al mattino e quando si compie attività;
- nausea e vomito;
- convulsioni;
- disturbi dell’umore;
- problemi alla vista (ad esempio, offuscata).
Sintomi specifici possono includere:
- capacità riflessive diminuite, debolezza fisica, lentezza nelle decisioni, paralisi (lobo frontale);
- parziale o totale calo della vista (lobo occipitale);
- difficoltà motorie e di equilibrio (cervelletto);
- cefalea localizzata nella zona della lesione tumorale;
- percezione alterata del senso del tatto su gamba e braccio di uno specifico lato del corpo (lobo parietale);
- alterazioni del ciclo mestruale, secrezione di latte e crescita di piedi e mani in soggetti adulti (tumori ipofisari);
- problemi di memoria, udito, linguaggio, comprensione, intensa emotività (lobo temporale);
- difficoltà a guardare verso l’alto (tumore pineale).
Tumore al cervello: diagnosi
Generalmente l’iter diagnostico inizia dal medico di famiglia che attraverso un’anamnesi accurata e un esame obiettivo si formerà un’opinione sulle vostre condizioni e se lo riterrà opportuno vi consiglierà di eseguire ulteriori indagini e approfondimenti.
Il neurologo potrà sospettare una patologia del sistema nervoso sulla base dei sintomi che gli riferirete e di quelli che osserverà. Ad esempio, le crisi epilettiche in pazienti che hanno superato i 40 anni e che non ne hanno mai manifestate prima, sono un campanello d’allarme e necessitano di approfondimenti.
Il neurologo può prescrivere alcuni esami strumentali:
- TAC (tomografia assiale computerizzata): effettuata con o senza mezzo di contrasto; strumento a raggi X che permette di ricostruire le immagini del cervello grazie a un sofisticato computer, fornendo un quadro molto dettagliato delle aree cerebrali.
- RMN (risonanza magnetica): esame radiologico che utilizza campi magnetici modificati da onde radio. Fornisce immagini dettagliate delle strutture interne degli organi. Spesso, per migliorare la qualità delle immagini, si usa un mezzo di contrasto (iniettato in vena).
- PET (tomografia a emissione di positroni) e SPECT (tomografia ad emissione di fotone singolo): esami sofisticati basati sulla somministrazione per via venosa di una sostanza radioattiva: il suo accumulo all’interno della lesione, fornirà informazioni importanti sulla natura della neoplasia.
- Biopsia: l’unico esame che può dare la certezza della diagnosi. Consiste nel prelievo di un frammento del tessuto patologico e dell’analisi dello stesso al microscopio. La procedura potrebbe richiedere l’impiego di un casco stereotassico fissato alla testa (con anestesia locale) che permette una migliore localizzazione del tessuto tumorale, anche utilizzando una TAC o una RMN.
Tumore al cervello: terapia
La chirurgia è il trattamento standard dei tumori cerebrali. E’ fondamentale per poter poi analizzare istologicamente il tessuto prelevato e formulare una diagnosi precisa e per diminuire la pressione che la massa tumorale esercita all’interno della scatola cranica. E’ finalizzata all’asportazione completa del tumore, anche se, per alcuni tipi di neoplasia (i gliomi, ad esempio, a causa della loro natura infiltrativa), è molto difficile ottenerla.
Consiste nell’apertura di una “finestrella” nelle ossa del cranio, nella rimozione del tumore e nella chiusura attraverso punti di sutura o placche specifiche.
Di solito, radioterapia e chemioterapia sono riservate ai tumori che mostrano una certa aggressività.
Radioterapia
In base alle caratteristiche della patologia e del soggetto, si impiegheranno diverse metodiche radioterapiche. Il trattamento panencefalico (su tutto il cervello) è indicato quando le metastasi hanno invaso molte aree dell’organo. Di solito viene effettuato in 5-10 sedute. Alcune ricerche recenti, consigliano però un uso di questo strumento esclusivamente in modo personalizzato, per soggetti che presentano le caratteristiche adatte, altrimenti i risultati sembrano non differire dalla sola terapia di supporto e con steroidi.
Radiochirurgia
Buoni risultati si stanno ottenendo con la “radiochirurgia con gamma Knife“, che consente di somministrare un’elevata dose di radiazioni in modo molto preciso, preservando così le zone sane circostanti. E’ utilizzata specialmente in presenza di lesioni piccole e singole, ma può dare ottimi risultati anche se il numero delle lesioni è più alto, frazionando la somministrazione (radioterapia stereotassica frazionata).
Attualmente, una delle tecniche più avanzate a nostra disposizione e la “radioterapia volumetrica ad arco” (VMAT), che consente una irradiazione molto precisa sulle aree tumorali. Il trattamento dura di solito 90-120 secondi.
Chemioterapia
Viene impiegata al momento della prima diagnosi dopo l’intervento chirurgico, oppure in combinazione con la radioterapia nei glioblastomi o nelle recidive (da sola o in associazione con radioterapia e chirurgia)
Nel caso dei tumori cerebrali, i farmaci chemioterapici devono possedere alcune peculiarità, cioè la capacità di oltrepassare in quantità significative la barriera ematoencefalica, un ostacolo naturale a difesa del sistema nervoso centrale. Per questo motivo, i farmaci chemioterapici efficaci sono molto pochi.
Immunoterapia
Sono stati recentemente raggiunti risultati incoraggianti anche con questa tecnica, che si basa sull’utilizzo di particolari cellule del sistema immunitario stimolate a difendersi dalle cellule cancerogene.
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