Tubercolosi ossea è contagiosa: la tubercolosi ossea non è contagiosa, lo sono le forme bacillifere polmonari. Va posta attenzione solo nel caso in cui si tratti di una lesione secondaria a una forma polmonare.
Tubercolosi ossea è contagiosa: trasmissione
Dopo quella polmonare la localizzazione osteoarticolare del bacillo di Koch è la più frequente. Può verificarsi a tutte le età, ma predilige il bambino e l’adulto giovane. Il bacillo si propaga per via sanguigna o per via linfatica, partendo da un focolaio polmonare o pleurico recente oppure dopo un’infezione tubercolare primaria. Possono essere colpite tutte le articolazioni.
Tubercolosi ossea è contagiosa: sintomi
Le lesioni della tubercolosi osteoarticolare evolvono in tre fasi. In quella iniziale compaiono i sintomi premonitori, cioè il dolore legato all’affaticamento e la difficoltà di movimento. In particolare, se l’alterazione è ossea, si determina una caverna vicino all’articolazione; se è articolare, si ha una sinovite. In entrambi i casi in questa fase la cartilagine articolare è ancora indenne.
La seconda fase è quella distruttiva: l’osso è corroso, la cavità sinoviale è piena di pus la cartilagine è erosa. A partire da questo follicolo hanno origine degli ascessi freddi. La terza fase è quella di riparazione. Tutte le lesioni si prosciugano e si cicatrizzano, ma l’articolazione è gravemente lesa: nel migliore dei casi tra due capi ossei si forma un contatto osseo solido, che blocca l’articolazione in anchilosi; in altri casi si forma un tessuto fibroso che salda l’articolazione determinando, oltre ai disagi del blocco articolare, dolori costanti e il rischio di una reinfezione.
Tubercolosi ossea è contagiosa: terapia
Attualmente, la terapia antitubercolare se iniziata precocemente durante la prima fase, prima cioè che la cartilagine sia compromessa, può bloccare il danno e consente una guarigione completa, che lascia indenne l’articolazione. La chirurgia interviene direttamente sul focolaio osseo di notevoli dimensioni o prossimo alla cartilagine articolare, cercando di liberarne l’organo colpito.
In certi casi il bacillo agisce sulla diafisi lontano dall’articolazione determinando osteiti tubercolari, localizzate di preferenza alle dita (spina ventosa) e su certe ossa piatte (cranio, pube, scapola).
(Fonte: sintomiecura.com)
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