Tubercolosi incubazioneTubercolosi incubazione: diversamente da altre malattie infettive, la Tbc non ha periodo di incubazione specifico, può variare da settimane ad anni. Si incontra sempre la presenza di un fattore, che scatena la patogenicità dei bacilli. Questi, infatti, possono restare latenti nel corpo per un lungo periodo, finché un indebolimento della resistenza immunitaria dell’organismo fornisce loro l’opportunità di moltiplicarsi e provocare le manifestazioni tipiche della Tbc.

Dopo un periodo di circa 2-12 settimane dal contagio, una persona sviluppa un’infezione primaria, che però può non presentare alcun sintomo e rimanere dormiente per settimane o anni.

Tubercolosi incubazione: sintomi

Nei suoi stadi precoci, la Tbc generalmente non causa sintomi, mentre agli stadi avanzati si manifesta con febbre, affaticamento, sudorazione notturna, inappetenza, e calo ponderale. Nella Tbc polmonare questi sintomi sono associati a disturbi respiratori come tosse, dolore al torace, ed escreato tinto di sangue.


Una forma particolarmente grave di tubercolosi, la tisi, è caratterizzata dalla comparsa di numerosi focolai d’infezione (tubercolosi) estesi a entrambi i polmoni. Essa può evolvere verso la morte in tempi molto brevi (due settimane). Un altro tipo di tubercolosi polmonare con decorso acuto è la tubercolosi migliare, in cui si formano piccole lesioni a forma di seme di miglio, che si diffondono rapidamente dai polmoni ai visceri.

Tubercolosi incubazione: terapia

Dopo l’accertamento della presenza del bacillo della tubercolosi, mediante esami radiografici è possibile valutare l’estensione delle lesioni polmonari e la loro distribuzione. Il ricovero in ospedale si rende talvolta necessario negli stadi iniziali della terapia, che attualmente si basa sulla somministrazione degli antibiotici Rifampicina e Rifabutina e dei chemioterapici isoniazide e pirazinamide, efficaci contro la TBC in combinazioni variabili.

Un tempo veniva praticata un’operazione di pneumotorace, mediante la quale, insufflando aria nello spazio tra le due pleure del polmone infetto, lo si poneva a riposo, nel tentativo di favorirne la cicatrizzazione e la riparazione delle parti lesionate.

In genere dopo circa 3 mesi non si osserva più l’emissione di bacilli da parte del paziente, che dunque non è più da ritenersi contagioso; questi, se migliora lo stato del suo sistema immunitario, entro un anno si può ritenere guarito. All’esame radiografico oggi si può constatare che almeno nel 75% dei pazienti vi è una completa riparazione del tessuto polmonare. In alcuni pazienti, comunque, possono permanere per tempi anche molto lunghi tracce radiologiche di danni ai polmoni.

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